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L'uomo che guardava passare i treni (1938)

di Georges Simenon

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Serie: Non-Maigret (32)

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1,1223117,961 (3.74)27
A brilliant new translation of one of Simenon's best loved masterpieces. 'A certain furtive, almost shameful emotion ... disturbed him whenever he saw a train go by, a night train especially, its blinds drawn down on the mystery of its passengers' Kees Popinga is a respectable Dutch citizen and family man. Then he discovers that his boss has bankrupted the shipping firm he works for - and something snaps. Kees used to watch the trains go by to exciting destinations. Now, on some dark impulse, he boards one at random, and begins a new life of recklessness and violence. This chilling portrayal of a man who breaks from society and goes on the run asks who we are, and what we are capable of. 'Classic Simenon ... extraordinary in its evocative power' Independent 'What emerges is the bare human animal' John Gray 'Read him at your peril, avoid him at your loss' Sunday Times… (altro)
  1. 31
    The Talented Mr. Ripley di Patricia Highsmith (thatguyzero)
  2. 10
    Lo straniero di Albert Camus (thorold)
    thorold: Respectable bourgeois discovers absurdity of life and commits motiveless crime.
  3. 10
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Una Partita di Scacchi contro il Popolo

Georges Simenon è forse il più noto e influente giallista in lingua francese che ci sia mai stato, conosciuto soprattutto dal pubblico di qualche generazione fa per aver creato la figura del commissario Maigret, saccheggiato da opere cinematografiche e televisive, i romanzi in cui è presente rappresentano l’anima più “classica” dello scrittore, quella che ispirò Camilleri nella creazione di Montalbano, un altro dei grandi protagonisti del giallo mondiale. Ma c’è una seconda anima di Simenon: quella dei libri che la critica definisce “romanzi romanzi” o “romanzi duri”, ovvero dei racconti dalle tematiche più torbide e a tratti provocatorie, che raccontano storie di cittadini “comuni” come protagonisti al posto di Maigret.

L’ Uomo che Guardava Passare i Treni, pubblicato nel 1938 è, come Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie, uno di quei grandi capolavori che sono riusciti a non far mancare ai lettori l’assenza dei grandi investigatori che hanno glorificato i loro autori, compensando con pregi differenti.
Questo “romanzo duro” è un noir, in cui il caso poliziesco è visto dalla prospettiva del criminale piuttosto che degli investigatori, c’è un doppio processo di perseguimento della verità in base ai progressi della polizia e in base alle informazioni che il protagonista ci rivela.

Kees Popinga è un olandese che lavora come procuratore in una ditta di forniture navali, ha un buono stipendio e si è costruito una famiglia a cui non manca niente…almeno sul piano misurabile del denaro. Ma presto scopriamo che Popinga viveva in una quotidianità noiosa, con una moglie che lo teneva sempre a casa, dei figli poco soddisfacenti e una comunità cittadina troppo attiva e ciarliera per poter permettergli di tradire la coniuge senza ripercussioni.

Uno dei due eventi che sconvolgono lo status quo di Popinga è una conversazione con il suo datore di lavoro, che decide di simulare il suicidio e fuggire per non incorrere nell’imminente punizione per bancarotta fraudolenta. Kees si trova dunque senza lavoro e decide di sfruttare l’abbondante buonuscita che aveva ricevuto per dare una brusca svolta alla sua vita, abbandonando la sua famiglia e fuggendo ad Amsterdam, dove finisce per uccidere accidentalmente la maîtresse del suo capo, dopo aver tentato di conquistarla. L’olandese deve dunque fuggire di nuovo come latitante, rifugiandosi a Parigi, dove avrà ancora la Polizia ad inseguirlo, giacché aveva scordato (apparentemente per errore) i documenti a terra.

Vediamo subito che l’atteggiamento di Popinga non è quello che ci si aspetterebbe da un latitante qualsiasi: non c’è ansia o turbamento, anzi, pensa con un grande sangue freddo che immergersi in questa ebbrezza della fuga, di “nascondino” della legge sia un modo per dimostrare le sue vere doti, che non sono spuntate di colpo ma che erano già presenti, sebbene tenute a freno, quando viveva la sua vita coniugale. I treni, menzionati nel titolo, non sono dunque solo il mezzo attraverso il quale Kees è fuggito in Francia, ma sono anche gli araldi della vita che aveva sempre desiderato: una vita di dinamismo, di ebbrezza e vagabondaggio sensuale.

Ma sarebbe riduttivo riassumere Popinga come un semplice edonista stanco del suo torpore esistenziale: egli è anche un uomo di buona preparazione scolastica, tanto da saper parlare francese, tedesco e inglese fluentemente, ma è soprattutto un appassionato di scacchi e gioco d’azzardo, hobby in cui ha sempre dimostrato di avere abilità sopra la norma, dovute al suo atteggiamento competitivo ed egocentrico. Lo stesso Simenon non tarda a presentarci il significato di queste passioni, poiché Kees concepisce la sua fuga come una partita di scacchi tra lui e la polizia e anche, in un certo senso, con la popolazione, che si era costruito un’opinione sbagliata di lui e delle motivazioni profonde del suo crimine. Popinga vuole sfidare l’autorità, dimostrare di essere più capace di chi lo insegue.

Questa vita di solitudine, tra café, prostitute e alberghi si prospetta dunque un’opportunità per abbandonarsi alla mutevolezza, al flusso vitale dell’esplorazione e dell’adattamento, mostrandoci anche un interessante spaccato di Parigi, dai luoghi più famosi come Montmartre fino ai quartieri più deprimenti e trascurati.

La cronaca nera di Popinga diventa una sorta di cassa di risonanza attraverso la quale Kees rivela piano piano la verità sul suo conto, facendo luce sulla sua salute mentale, sul suo atteggiamento verso il lavoro, la famiglia e altri argomenti, grazie alle lettere che manda alla polizia e che finiscono velocemente sui giornali, esponendole al grande pubblico. Kees corrompe qualcuno di qua e di là per evitare di essere preso ma è sostanzialmente solo contro tutti, costretto ogni volta a dover cambiare luoghi, routine, vestiti e comportamenti per poter sfuggire ai sospetti dei cittadini.

Di grande importanza è il tema della discordanza tra l’essenza di Popinga e la sua reputazione, a volte plasmata da lui stesso e a volte plasmata dall’ignoranza del popolo. Durante il suo periodo di torpore esistenziale Kees si era creato un’aura di rispettabilità e solerzia, anche a causa della “luce riflessa” dei suoi genitori, per cui dopo l’omicidio il popolo ha continuamente cercato di razionalizzare ciò che era dovuto al caso e non è riuscito a comprendere ciò che in realtà era perfettamente lucido in lui.

Queste, come molte altre tematiche presenti nel libro sono molto Pirandelliane, naturalmente sviscerate su un piano sociale piuttosto che filosofico e dimostrano quanto potenziale di profondità abbia il genere giallo, che non è necessariamente uno sterile rompicapo dove bisogna indovinare il colpevole, ma può essere anche un genere in cui a contare è la scoperta del movente piuttosto che la risoluzione del caso, in cui il progredire della vicenda poliziesca simboleggia il processo ermeneutico attraverso il quale noi scopriamo (o cerchiamo di scoprire) l’interiorità dei personaggi. ( )
  Dreamweaver99 | Nov 26, 2021 |
La sera di un giorno qualsiasi, Kees Popinga si appresta a fumare un sigaro. Kees Popinga è uno di quegli uomini cosiddetti normali che Simenon predilige e che sa raccontare come nessun altro. La sua normalità, come ogni normalità, è illusoria: un meccanismo che, appena s’inceppa, diventa capace di tutto. Ma non tutti, a quel punto, sono capaci di tutto. Kees Popinga sì.
  kikka62 | Feb 4, 2020 |
Verso i quarant'anni un uomo comune inciampa in un ostacolo imprevisto, che il destino ha posto sul suo finora lineare cammino.
E' la svolta. Cadute le scaglie dagli occhi, egli vede improvvisamente la menzogna su cui ha costruito l'intera esistenza.
E il miracolo si compie. L'uomo rinnega il suo passato, in toto.
Ma la conversione non è ancora iniziata, che già un germe demoniaco si insinua nella sua mente.
Ed egli non corregge la direzione verso una vita spontanea, autentica e istintiva che pure gli è sempre mancata, ma cerca una improbabile realizzazione (rivincita?) capovolgendosi nella trasgressione, nell'eccesso e nella sopraffazione.

Sempre massimo rispetto per chi beve, ma vergine astemio e killer alcolizzato sono comunque deviazioni.

Quindi, anche se forse si potrebbe dire con Borges che di fronte all'imprevista confessione delle depravazioni del suo principale Comprese che un destino non è migliore d'un altro, ma che ogni uomo deve compiere quello che porta in sé. (...) Comprese il suo intimo destino di lupo, non di cane da gregge; comprese che l'altro era lui, quell'innaturale tentativo di riscatto mi lascia tenere il pollice verso per Kees Popinga.

E nonostante la parabola insegni che solo chi è senza peccato può scagliare la prima pietra, io un sassolino glielo tiro lo stesso. Perché pur nella mia evidente mediocrità e probabilmente solo parziale consapevolezza dei miei limiti e debolezze, ho comunque sempre aborrito l'ipocrisia, cadendo magari in oneste clamorose figuracce, in scelte infelicemente errate e foriere di emarginazione o insolenze, ma evitando sempre strenuamente l'inganno.

Grande ammirazione invece per un autore che ha svelato un possibile percorso dell'animo umano, quando la frustrazione, fattasi ostinatamente strada attraverso la rabbia, sfocia impetuosamente in ebbrezza estatica per sedimentarsi poi inesorabilmente in un delta di sentimenti di onnipotenza e lucida follia. I detriti che arrivano al mare trascinano con sé una bottiglia che contiene un messaggio di richiesta d'aiuto. Simenon l'ha raccolta e ce l'ha letto. ( )
  lupita68 | Jul 16, 2012 |
Libro avvincente e piacevole da leggere d'un fiato. Simenon continua ad essere una fortunata scoperta. Mi entusiasma il modo di scrivere e raccontare, con una suspence latente che affascina. ( )
  permario | Nov 11, 2009 |
Chi delle avventure del Commissario Maigret ha sempre amato quell'andare di Simenon oltre la coltre della rispettabilità, del conformismo e della morale borghesi, mettendo così in piena luce le contraddizioni più profonde di un certo modo di vivere e di intendere la vita stessa, troverà certo in questo romanzo più di un motivo d'interesse. "L'uomo che guardava passare i treni" è infatti, sotto questo aspetto, un passo più avanti del ciclo Maigret. Qui viene a mancare ogni modello, ogni punto fermo; non c'è più l'eroe, quotidiano e ordinario quanto si vuole, a costituire ancora una speranza, un orizzonte, un accenno di vero. La frase stessa con cui si chiude il romanzo è, del resto, estremamente significativa: "Non c'è una verità, ne conviene?". Aperto alle mille inquietudini della più viva letteratura degli anni '30, questo libro di Simenon ha per protagonista Kees Popinga, un impiegato qualunque che da un giorno all'altro vede trasformata la propria esistenza: da rispettabile padre di famiglia ad assassino paranoico. E sarà proprio il folle ed allucinato, ma nel contempo anche lucido, punto di vista di questo Maigret uscito di senno ad imporsi nel corso di una narrazione che è un esame impietoso della precarietà di ogni esistenza.
  giuliamarangi | Sep 29, 2009 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Simenon, Georgesautore primariotutte le edizioniconfermato
Birk, LindeTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
York, DeniseProgetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Zallio Messori, PaolaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
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Pel que fa refèriencia pesonalment a Kees Popinga cal admetre que a les vuit del vespre encara hi era a temps, ja que, certament, el seu destí no era pas fixat.
Citazioni
Ultime parole
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Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
Dati dalle informazioni generali inglesi. Modifica per tradurlo nella tua lingua.
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (1)

A brilliant new translation of one of Simenon's best loved masterpieces. 'A certain furtive, almost shameful emotion ... disturbed him whenever he saw a train go by, a night train especially, its blinds drawn down on the mystery of its passengers' Kees Popinga is a respectable Dutch citizen and family man. Then he discovers that his boss has bankrupted the shipping firm he works for - and something snaps. Kees used to watch the trains go by to exciting destinations. Now, on some dark impulse, he boards one at random, and begins a new life of recklessness and violence. This chilling portrayal of a man who breaks from society and goes on the run asks who we are, and what we are capable of. 'Classic Simenon ... extraordinary in its evocative power' Independent 'What emerges is the bare human animal' John Gray 'Read him at your peril, avoid him at your loss' Sunday Times

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Descrizione del libro
Kees Popinga, "primo impiegato e procuratore" presso una ditta di forniture navali, vive a Groninga con la moglie e i due figli, in un ménage familiare sprofondato poco a poco nella noia. Quando il padrone Julius de Coster gli rivela che presto l'azienda sarà dichiarata fallita per bancarotta fraudolenta, Popinga si vede rovinato e al contempo si rende conto della limitatezza del tipo di vita condotto fino ad allora. Decide, pertanto, di scappare alla volta di Amsterdam, intenzionato a recarsi al cospetto di Paméla, la maîtresse di de Coster, al fine di conquistarla. Di fronte alla risata beffarda della donna finisce, però, per ucciderla accidentalmente.
Riassunto haiku

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