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Liberazione

di Sándor Márai

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826330,270 (3.54)Nessuno
Novela singular entre las obras de Márai,
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Márai schildert die letzten Tage Budapests unter dem Pfeilkreuzler-Regime im Winter 1944/45 aus der Sicht der jungen Studentin Erszebet, die in einem Luftschutzkeller auf die Befreiung durch die rote Armee wartet. ( )
  schmechi | Jan 7, 2021 |
Due versioni.
Versione A
In queste pagine l’autore ungherese descrive l’attesa della liberazione da parte di Erzsebet, attesa vissuta in una cantina che funge da rifugio; lo fa con l’intento di descriverci l’angoscia che vive questa ragazza che ha fatto murare vivo suo padre per sottrarlo all’arresto dei nazisti, angosciata in una città assediata. Il tempo non scorre mai, oltre tre settimane passate accanto a un paralitico e a una donna impazzita sfuggita da un campo di concentramento. Il tempo non scorre quasi e la lentezza del tempo ci viene trasmessa da una scrittura lenta e funzionale a comunicarci la speranza nella liberazione.
La narrazione straziante dell’attesa diventa palpabile, e s’incarna nei russi che entrano a Budapest. Marai si destreggia nella narrazione con cambi narrativi, pensieri ripetitivi allo scopo di comunicare lo smarrimento delle persone.
Il culmine con l’ingresso dei russi liberatori, dove sogno e realtà si confondono per descriverci quello che succede in pochi secondi. Sogno e deja-vu si confondono. La ragazza viene abusata dal russo. A noi che leggiamo il libro resta la stessa speranza della ragazza, l’attesa della liberazione, l’attesa di un ordine, di una libertà.
Versione B
110 pagine circa di nulla, di insopportabile noia. Il miglior sonnifero non chimico, davvero efficace, che esista.
Una scrittura lenta, noiosa, prolissa, arrogante tanto è logorroica.
Questa Erzsebet (nome più impronunciabile non poteva trovarlo?) nasconde suo padre facendolo murare vivo in una cantina; è ricercato perché è un famoso astrofisico, noto e conosciuto da tutta la nazione (manco fosse Messi o Cristiano Ronaldo, chi è che non conosce un astrofisico? Chi è che non riconoscerebbe Zichichi se lo vede per strada?); scienziato che non era mai uscito dal suo laboratorio e che non si era mai espresso né contro né a favore dei nazisti.
La ragazza per oltre 40 pagine racconta i suoi pensieri su come le è venuta l’idea di portare suo padre a nascondersi dietro un muro, ripetendo gli stessi concetti (pochi) fino allo sfinimento. Nel frattempo, e arriviamo fino alle cento pagine, lei sta in un’altra cantina dove si sono rifugiati gli abitanti della zona a causa del bombardamento dei russi sui nazisti in fuga.
A farle compagnia un vecchio paralitico matematico (che ovviamente riconosce la ragazza come figlia dell’astrofisico, faceva la raccolta delle figurine degli astrofisici) che non parla mai, se non quando la cantina sta per svuotarsi a causa dell’arrivo dei russi; e una donna impazzita sfuggita da un campo dei tedeschi, anche lei sempre taciturna se non al momento in cui da di matto e scappa dalla cantina.
Quando finalmente arrivano in russi (a pagina 100 di 110) la cantina si svuota, la ragazza accoglie i liberatori sporca, puzzolente, malnutrita, in condizioni pietose; nonostante ciò il russo che la avvicina abusa di lei (dopo che lei si è pure vomitata addosso). Dopo aver abusato di lei il russo prova pure sentimenti di compassione per la ragazza; la ragazza a sua volta non sa che sentimenti provare. L’attesa dei russi l’ha amareggiata, ma non vuole accettare di essere rimasta delusa nelle sue speranze. Quando alle ultime due righe finalmente esce dalla cantina, dopo averci fatto altre due scatole con le sue riflessioni sull’abuso subito, vede il russo “abusatore” morto a lato della strada la ragazza va a pulirgli il sangue dalla faccia. E quando chiudi il libro tiri un sospiro di sollievo per la liberazione avvenuta, ti sei tolto dalle scatole questo insopportabile polpettone intellettualoide. Certo si poteva abbandonarlo prima, neanche iniziarlo, ma stupidamente continuo a fidarmi di chi mi consiglia le letture.

P.S. e mi sono trattenuto! ( )
  SirJo | Sep 4, 2017 |
Novela escrita entre julio y septiembre de 1945, poco después de los hechos históricos narrados. En la navidad de 1944, en Budapest, una joven busca refugio para su padre, célebre hombre de ciencia, a quien la gestapo y los militantes de la cruz flechada persiguen por sus simpatías liberales. ( )
  pedrolopez | Apr 21, 2013 |
This is a strange book to read. I am a great fan of Sandor Marai, but this is unlike other works of his I have read.

It is perplexing because it is a work of fiction (the narrator is a woman in her mid twenties and therefore not Marai), but it has the testimonial weight of a memoir or a documentary (and therefore it is not very fictional). It is also highly poetical and subtle and delicate in its observations, and so cannot then be a documentary. And yet, as a vignette of a bloody episode in European history (a few hours during the liberation of Budapest by the Red Army from its Nazi occupants) it has the impact and value of a testimony.

The plot is simple and other reviewers have left some summaries (albeit in Italian and Portuguese), and so there is no point in providing another one.

I have withheld the fifth star because I wanted more.
( )
  KalliopeMuse | Apr 2, 2013 |
Novela única entre las obras de Márai, Liberación fue escrita entre julio y septiembre de 1945, poco después de los hechos históricos narrados, y permaneció inédita hasta 2000, cuando se cumplió el centenario del nacimiento del gran autor húngaro.
En los días previos a la Navidad de 1944, en Budapest, una joven llamada Erzsébet trata de asegurar un nuevo escondite para su padre, un célebre hombre de ciencia, astrónomo y matemático, a quien persiguen la Gestapo y los cruces flechadas por sus conocidas simpatías liberales. Finalmente, tras dejar a su padre a salvo en un pequeño escondite subterráneo, Erzsébet halla refugio en un sótano del otro lado de la calle, junto con un nutrido grupo de sus conciudadanos. Allí permanecerá las cuatro semanas que durará el asedio del Ejército Rojo, que lleva en las inmediaciones de Budapest desde noviembre. En ese rincón oscuro de caos y hacinamiento, Erzsébet nunca deja de creer que llegará la «liberación», que los rusos no tardarán en llegar y que todo cambiará. La madrugada del 19 de enero, aparece ante la puerta del refugio el primer ruso, pero nada será como Erzsébet ha imaginado.
  bibliosa | May 28, 2012 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Márai, Sándorautore primariotutte le edizioniconfermato
Fay, CatherineTraductionautore secondarioalcune edizioniconfermato
Kunze, ChristinaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

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