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Viaggio in Russia (1995)

di Joseph Roth

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Andare ad Astrachan e a Baku con Joseph Roth poco dopo la Rivoluzione... vale il prezzo del biglietto ;-) ( )
  downisthenewup | Aug 17, 2017 |
'Ik zal mijn best doen u vanavond te overtuigen dat het burgerdom onsterfelijk is. De gruwelijkste van alle revoluties, de bolsjevistische, heeft het niet kunnen vernietigen. En alsof dat nog niet genoeg is: deze gruwelijke, bolsjevistische revolutie heeft haar eigen burgers geschapen.'
Onderhoudende korte stukken die 'reporter' Roth tegen wil en dank schreef voor de 'Frankfurter Zeitung' tussen 1926 en 1927. Hij aanvaardde de Russische opdracht om correspondent in Parijs te kunnen blijven, tevergeefs zo bleek later. Dit feit en de overduidelijke haast en slordigheid waarmee Roth de stukken afleverde, zijn een domper op wat in eerste instantie een interessante publicatie is, maar na lezing onvoldragen blijkt. Geef mij maar de onversneden Roth, de romancier dus. ( )
  MaerCat | Apr 27, 2016 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Joseph Rothautore primariotutte le edizionicalcolato
Westermann, KlausPostfazioneautore secondarioalcune edizioniconfermato
Westermann, KlausCompositoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
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Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
Molto prima che si potesse pensare di mettersi alla ricerca della nuova Russia, arrivò da noi la vecchia Russia.
Citazioni
Ultime parole
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Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese

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Descrizione del libro
Nell'estate del 1926 la «Frankfurter Zeitung» propose a Joseph Roth un viaggio in Russia. Dopo i primi anni di entusiasmo per la rivoluzione, quando si firmava «Roth il Rosso», egli era entrato, ora, in una fase di dubbio: così vide quel viaggio come una preziosa occasione di verifica. Attento, curioso, con occhio vivido e mano ferma, vagò per le grandi città, seguì il corso del Volga, si spinse fra i popoli dell'Asia Centrale, scrivendo a caldo le sue corrispondenze. All'inizio, il suo atteggiamento è di forte simpatia verso quel mondo in formazione. Ma la sua lucidità gli permette anche di vedere il tetro squallore di quell'«uomo nuovo» che già si incontra in ogni strada. Mentre schiere di scrittori occidentali avrebbero visitato la Russia per decenni, gareggiando (salvo poche eccezioni) in cecità e servilismo, Roth vide e seppe raccontare tutto ciò che allora si poteva vedere. Queste sue pagine vibrano non solo per la sua arte di narratore, ma per la sua chiaroveggenza di testimone. A Walter Benjamin, quando si incontrarono a Mosca, Roth disse di essere partito bolscevico e di ritornare monarchico. In verità si stava compiendo in quei mesi la trasformazione di Roth in uno dei suoi personaggi: Franz Tunda, il protagonista di Fuga senza fine, colui che combatte per la rivoluzione e poi si aggira in un'Europa decaduta, ma soprattutto non appartiene più a nulla, ha reciso ogni legame di affinità con tutti i mondi che lo circondano e ascolta «rapito il canto dei tarli». Questo viaggio è una delle prime testimonianze illuminate di uno scrittore occidentale sulla Russia sovietica: ma esso segna anche un passaggio decisivo nell'evoluzione di Roth. Come leggiamo in una lettera da Odessa a Bernhard von Brentano: «È una gran fortuna che abbia fatto questo viaggio in Russia: altrimenti non avrei mai riconosciuto me stesso».
Riassunto haiku

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