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La saggezza del mare: da Capo dell'Ira alla fine del mondo (2000)

di Björn Larsson

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From Cape Wrath to Finisterre is a travelogue and an homage to Celtic lands and waters, from their northern to their south western landfalls. Cape Wrath points towards the Arctic Circle at Scotland's furthest northerly limit. "Perhaps I was looking for a homeland, perhaps not, or at any rate a place where it would be worth trying to live for a while as well as one can for as long as it lasts." Finisterre, the furthest point in Galicia in northern Spain, was so named for being "The End of the Earth," Larsson's contemplative musings on life as seen from the cockpit and deck of his yacht enliven this journey from Denmark around Scotland, through the Irish Sea and onwards to Brittany and Spain. "Yes, I admit to rootlessness and impermanence," he admits. "But restlessness, on the other hand, is a scourge. It and its modern variant, stress, the futility of running round in circles, are to be avoided at all costs. It is far from certain, of course, that this way of life would suit everybody, but if it instils in someone the desire to experiment with alternatives. I shall be happy."… (altro)
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    La lunga rotta: solo tra mari e cieli di Bernard Moitessier (bluepiano)
    bluepiano: Moitessier exemplifies the ideal that Larsson finds in Harry Martinson's writings.
Nessuno
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Un mondo altro

... come non si pensa ne possano esistere. Un mondo fatto di colori, spettacoli della natura, silenzi, incontri, arrivi e partenze, solitudine ricercata e solidarietà spontanea e sullo sfondo, sempre, comunque, dovunque, il mare. Ci si dimentica delle frivolezze cui è attaccata la maggior parte dei "civili" cittadini di sovrappopolate aree urbane. La vita può essere scandita da ben altre priorità, e, per fortuna, per molti è ancora così, nonostante la saturazione pubblicitaria, nonostante la creazione di desideri indotti e di vite che vogliono farci vivere, ma che non sentiamo nostre. Larsson racconta la navigazione nei mari del nord in tutti i suoi aspetti, dal senso di libertà che pervade quando inizia l'avventura, alle piccole inquietudini del navigare, dall'impressione della prima alba a bordo alla felicità di ormeggiare in un porto nuovo, dalle piccole lezioni di vita alle relazioni tra gli abitanti di quel piccolo universo fatto di pochissimi metri quadri. E poi gli incontri a terra, la fascinazione del popolo irlandese, l'inverno a bordo, gli interrogativi amletici di ogni navigatore, le maree, i trucchi, le carte nautiche e i portolani, in un miscuglio che è reale ma è raccontato come la più romantica delle fantasticherie, come il sogno realizzato che giace in molti di noi. Letto avidamente, ma cercando di mantenere un ritmo lento, da navigazione, con pause ad hoc come se ne verificherebbero a bordo, per non sciuparne l'essenza. Caspita... quanto mi manca... devo correre a procurarmene un altro!
  Magrathea | Dec 30, 2017 |
Qu’avions-nous en commun ? Sans doute un rêve, celui de pouvoir naviguer en toute liberté et rencontrer des êtres et une nature rendant absurde la question du sens de la vie.
(p. 31, Chapitre 3, “Rencontres”).

Attention, Björn Larsson va vous expliquer la vie. Parce que avec son petit bateau et sa bougeotte, il a tout compris au monde, et il n’aura de cesse de vous convaincre que seuls des choix similaires aux siens sont les bons. Tout cela dans un livre qui ressemble à une succession de souvenirs disparates organisés par thèmes mais vite redondants. C’est original de vouloir raconter un voyage par thème et non de façon chronologique, mais pour moi, le livre n’a pas fonctionné, et trop avare de mon temps de lecture en ce moment, j’ai préféré abandonner au bout de cinquante pages une lecture qui m’agaçait, là où en d’autres temps j’aurais probablement persévéré (mais probablement pas changé mon opinion…). J’avais assez aimé Long John Silver, l’autobiographie du célèbre pirate imaginée par Björn Larsson, même si la thèse du roman était ressassée jusqu’à plus soif. Ici pareil, les mêmes gros sabots qui doivent être bien inconfortables pour naviguer, et qui font de ce livre un pensum plutôt indigeste là où j’espérais une jolie ballade dans les mers agitées de l’Atlantique Nord. Une croisière avortée, tant pis je me chercherai un autre embarquement.
1 vota raton-liseur | Feb 16, 2015 |
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From Cape Wrath to Finisterre is a travelogue and an homage to Celtic lands and waters, from their northern to their south western landfalls. Cape Wrath points towards the Arctic Circle at Scotland's furthest northerly limit. "Perhaps I was looking for a homeland, perhaps not, or at any rate a place where it would be worth trying to live for a while as well as one can for as long as it lasts." Finisterre, the furthest point in Galicia in northern Spain, was so named for being "The End of the Earth," Larsson's contemplative musings on life as seen from the cockpit and deck of his yacht enliven this journey from Denmark around Scotland, through the Irish Sea and onwards to Brittany and Spain. "Yes, I admit to rootlessness and impermanence," he admits. "But restlessness, on the other hand, is a scourge. It and its modern variant, stress, the futility of running round in circles, are to be avoided at all costs. It is far from certain, of course, that this way of life would suit everybody, but if it instils in someone the desire to experiment with alternatives. I shall be happy."

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