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Sto caricando le informazioni... Villa triste (1975)di Patrick Modiano
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The narrator of Villa Triste, an anxious, roving, stateless young man of eighteen, arrives in a small French lakeside town near Switzerland in the early 1960s. He is fleeing the atmosphere of menace he feels around him and the fear that grips him. Fear of war? Of imminent catastrophe? Of others? Whatever it may be, the proximity of Switzerland, to which he plans to run at the first sign of danger, gives him temporary reassurance. The young man hides among the other summer visitors until he meets a beautiful young actress named Yvonne Jacquet, and a strange doctor, Ren ?Meinthe. These two invite him into their world of soirees and late-night debauchery. But when real life beckons once again, he finds no sympathy from his new companions. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)843.914Literature French and related languages French fiction Modern Period 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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Grande pittore di atmosfere, come è nel suo stile, Modiano questa volta dissolve la trama, ridotta a nulla, e semplicemente, ma magistralmente ricrea il vissuto giovanile o, per lo meno, un vissuto giovanile dei primissimi anni ’60. Due ragazzi, una starlette di provincia in cerca di affermazione nel cinema e un giovane apolide in fuga da se stesso e dalla realtà (la guerra d’Algeria), trascorrono, in una località dell’Alta Savoia, un’estate d’amore, che si intuisce infuocato, ma che è solo tratteggiato in punta di penna. La carica erotica è potente, ma sottintesa. E la storia d’amore è destinata a finire nel nulla, come la maggior parte degli amori estivi, che restano nella memoria con tratti sfumati e della cui stessa esistenza si finisce, col passare del tempo, per dubitare. Così come svaniscono i contorni dei personaggi accessori, ben presenti in quei giorni vacanzieri, il cui ricordo rimbalza in seguito solo se sono stati poi protagonisti di eventi tragici. Il clima è quello della Dolce Vita, una Dolce Vita di provincia e in versione francese, intessuta di spensieratezza e di inquietudine, più inquietudine che spensieratezza, destinate a sfociare nei rivolgimenti degli anni successivi. Ma anche questo resta non detto. Chi ha vissuto quegli anni ritrova lo scorrere dei giorni estivi e i divertimenti – si fa per dire – di quelle lunghe, interminabili, estati (certo solo per chi se le poteva permettere), ma anche il senso di insicurezza, di precarietà, di ricerca di altro che era proprio di molti giovani di allora e che i protagonisti del libro nascondono e affogano nella mistificazione o nell’auto-illusione, senza senso della misura come quando, con involontario umorismo, il protagonista pensa di sé e della sua compagna che potranno prima o poi emulare la coppia Marylin Monroe e Arthur Miller. Per ragioni anagrafiche Modiano ha ben conosciuto il tempo che descrive e quelle atmosfere, come conferma la storia della sua lunga amicizia con Françoise Hardy, idolo indimenticato delle adolescenti di allora, per la quale ha anche scritto dei testi (http://moked.it/paginebraiche/files/2009/08/PE-05-2015-LR.pdf ). Ai lettori più giovani questo dice certamente poco o nulla, ma chi c’era fa un salto indietro nel tempo e ritrova, inframezzati alla narrazione, nomi, storie e canzoni sepolte nella memoria (chi ricorda Belinda Lee, la figlia di Lana Turner e il gangster Johnny Stompanato, il cha-cha-cha, abat-jour… e poi i ‘dancing’ i ‘whisky a gogo’… e le Simca?) Ancora una volta, bravo Modiano, qui in un libro di esordio, nel quale sono però già in nuce tutti i temi della sua poetica del ricordo. ( )