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Tristano muore (2004)

di Antonio Tabucchi

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"It is a sultry August at the very end of the twentieth century, and Tristano is dying. A hero of the Italian Resistance, Tristano has called a writer to his bedside to listen to his life story, though, really, "you don't tell a life... you live a life, and whole you're living it, it's already lost, has slipped away." Tristano Dies, one of Antonio Tabucchi's major novels, is a vibrant consideration of love, war, devotion, betrayal, and the instability of the past, of storytelling, and what it means to be a hero"--… (altro)
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Come Umberto Eco, Antonio Tabucchi fa parte di quegli autori che adoro, ma dei quali per qualche stupido motivo non ho letto quasi niente. L'unico altro romanzo di Tabucchi che ho letto, infatti, è Sostiene Pereira e l'ho amato.

Tristano muore è un romanzo sulle ultime parole che un uomo morente di una morte lenta e dolorosa lascia ai vivi, impersonati da questo scrittore senza volto e senza nome che mette su carta, in silenzio, la sua storia.

Tristano è un uomo amareggiato dalla sua condizione, affaticato dagli anni e avvolto dalla morfina che dà ai suoi sogni la consistenza dei ricordi e ai suoi ricordi l'atmosfera dei sogni. L'intero romanzo è un suo monologo che tenta di ricostruire la sua vita con realismo, anche se il ritmo dei ricordi è spezzato, non lineare e pesantemente caratterizzato da quelle ripetizioni tanto care agli anziani (chi ne frequenta sa di cosa parlo).

L'abilità di Tabucchi nel tratteggiare quest'uomo è quindi indubbia, ma da grande scrittore quel era si è spinto oltre: Tristano, infatti, con la sua vita racconta il Novecento, con i suoi eroi e i suoi amori, con le sue vigliaccherie e i suoi tradimenti. Si può raccontare di una vita (di un secolo) dal di dentro, mentre ancora la si vive, sebbene la fine sia già visibile?

La risposta di Tabucchi è sì, ma solo se la si accetta in toto e la si racconta senza censure, così come la si è vissuta. Dovremmo essere abbastanza empatici da riconoscere che l'eroismo e la vigliaccheria fanno entrambe parte dell'animo umano e che esaltare l'uno e nascondere l'altra non ci porta da nessuna parte. Sia per quanto riguarda noi stessi, sia per quanto riguarda i nostri rapporto con gli altri. ( )
  lasiepedimore | Sep 19, 2023 |
E’ difficile trovare il senso della vita, però è importante cercarlo. Tabucchi lo fa attraverso la rievocazione della vita di un partigiano in punto di morte.
Si tratta di un racconto delirante che intercala momenti di lucidità ad altri di allucinazione. L’ideale per rendere la vita in tutte le sue sfaccettature di saggezza e follia.

Intanto per il partigiano/narratore/scrittore/Tristano/Tabucchi bisogna osservare gli esseri umani da vicino per comprendere l’esistenza, “mio padre studiava le vite vicinissime col microscopio, mio nonno cercava quelle lontanissime col cannocchiale, entrambi con le lenti. Ma la vita si scopre a occhio nudo, né troppo lontana, né troppo vicina, ad altezza d’uomo…”

Tristano ha ucciso e questo lo ha sconvolto. Nella rievocazione di quel tragico episodio Tristano alterna momenti di disperazione in cui pensa: “tutto era insensato, allora, questa è la verità”, ad altri in cui cerca di trovare un senso se non proprio una giustificazione:“la tua parola è sacra e nessuno può distruggere la tua parola, e questa è la vera libertà, è per questo che ci siamo battuti fin da sempre tutti noi che amiamo la libertà, affinché tu possa parlare, affinché tu possa esprimere il tuo pensiero libero, parla”, dice esortando un ipotetico bambino africano denutrito.

Il pericolo è diventare schiavi di “una specie di divinità” che vuole annientare le nostre coscienze: “non pensate, genti, non pensate, ricordatevi di non pensare, pensare stanca, è inutile”. E’ questa ipotesi che fa inorridire Tristano: “vi immagino tutti lì, la sera, riuniti nelle vostre caverne con la moquette, a fissare affascinati il fuoco elettrico mormorando in coro muuuu…”

E allora anche scrivere da senso alla vita perché “l’azione, scrittore, si verifica, succede…(…) e poi svanisce, non c’è più, fu. E per restare ci vogliono le parole, che continuino a farla essere, la testimoniano (…) fra un po’ la mia voce non ci sarà più, resterà la tua scrittura”.

E’ un Tabucchi meno lirico del solito, forse un po’ più disilluso ma sicuramente sempre molto convincente. ( )
  lupita68 | Jul 16, 2012 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Tabucchi, AntonioAutoreautore primariotutte le edizioniconfermato
Harris, ElizabethTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

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...Rosamunda Rosamunda che magnifica serata sembra proprio preparata de una fata delicata mille luci mille voci mille cuori strafelici sono tutti in allegria oh ma che felicità Rosamunda se mi guardi tu Rosamunda non resisto piú...
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"It is a sultry August at the very end of the twentieth century, and Tristano is dying. A hero of the Italian Resistance, Tristano has called a writer to his bedside to listen to his life story, though, really, "you don't tell a life... you live a life, and whole you're living it, it's already lost, has slipped away." Tristano Dies, one of Antonio Tabucchi's major novels, is a vibrant consideration of love, war, devotion, betrayal, and the instability of the past, of storytelling, and what it means to be a hero"--

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