L’arte di Ken Follett è semplice e risiede nella sua incredibile capacità di rendere credibili le storie ambientate nella storia. Il suo ultimo romanzo, “Le armi della luce”, è ambientato in un piccolo paese dell’Inghilterra, Kingsbridge, alla fine del diciottesimo secolo, all’alba della rivoluzione dell’industria tessile che sconvolse la vita della gente. Nel romanzo si incrociano storie di famiglie, ricchi e poveri, vincenti e perdenti, buoni e cattivi e il risultato è, al solito, un libro che non vedi l’ora di prendere in mano. Ken Follett sa come appassionare il lettore. I protagonisti del libro sono tanti: Sal, una donna che prende la vita di petto, che affronta la morte del marito per un capriccio del signorotto di paese, Will Riddick, con enorme dignità e cresce il piccolo Kit anche dopo l’esilio dal paese di origine senza mai arretrare di fronte alle ingiustizie. E lo stesso Kit che da orfano di padre affronta con caparbietà il lavoro fino a diventare un tecnico delle macchine tessitrici e un produttore delle stesse con Roger Riddick, il fratello di Will. E Amos, un imprenditore tessile che applica alle sue industrie la cultura dell’umanità, a differenza del suo più celebre collega, Hornbeam, che ha sempre utilizzato le armi della violenza e della sopraffazione per far crescere la sua industria. E poi Spade, il riformatore, l’uomo che cerca di mediare tra le richieste degli operai che perdono il lavoro per l’introduzione delle macchine e le istanze dei produttori. E sullo sfondo la guerra con la Francia, lo spettro di Napoleone per i ricchi, la speranza di un futuro possibile per gli altri. Un romanzo denso di storie, di episodi che si fa leggere tutto di un fiato. Insomma, un altro romanzo di Ken Follett. ( )