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The Archipelago: Italy Since 1945

di John Foot

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A sparkling history of Italy from the post-war to the present by renowned historian John Foot Italy emerged from the Second World War in ruins. Divided, invaded and economically broken, it was a nation that some claimed had ceased to exist. By the 1960s, Italy could boast the fastest-growing economy in the world, as rural society disappeared almost overnight. InThe Archipelago, acclaimed historian John Foot chronicles Italy's tumultuous history from the post-war period to the present. From the silent assimilation of fascists into society after 1945 to the troubling reign of Silvio Berlusconi, and from the artistic peak of neorealist cinema to the celebration of Italy's 150th birthday in 2011, he examines both the corrupt and celebrated sides of the country. While often portrayed as a failed state on the margins of Europe, Italy has instead been at the centre of innovation and change - a political laboratory. Through stories of trials, TV programmes, songs and football matches, moments of violence and beauty, epochal social transformation and suffocating continuities, this new history tells the fascinating story of a country always marked by scandal but with the constant ability to re-invent itself. Comprising original research and lively insights,The Archipelagochronicles the crises and modernisations of over seventy years of post-war Italy, from its fields, factories, squares and housing estates to the political intrigue of Rome.… (altro)
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"Arcipèlago s. m. [voce formatasi nell’ital. ant., forse alteraz. (per incrocio con arci-) del gr. Αἰγαῖον πέλαγος «Mare Egeo»] (pl. -ghi). – 1. Aggruppamento di isole sparse nel mare ma abbastanza vicine tra loro e a volte con caratteristiche morfologiche analoghe. In origine, e come denominazione storica, il termine indicò in partic. il mare fra la Grecia, l’Asia Minore e la costa traco-macedone. 2. In usi fig. (sui quali ha notevolmente influito il titolo di un’opera molto diffusa dello scrittore russo A. I. Solženicyn, Arcipelago Gulag nella traduz. ital. del 1974), il termine ha assunto nel linguaggio giornalistico il sign. generico, che di volta in volta si precisa nei diversi contesti, di unione di «isole», cioè di gruppi, comunità o anche persone singole, isolate l’una dall’altra ma affini per condizioni socio-politiche o per orientamento ideologico, e in rapporto di reciproco e più o meno intimo scambio sia tra loro sia anche, spesso, con gli elementi che costituiscono altri «arcipelaghi»: l’a. della contestazione; l’a. della dissidenza; l’a. culturale laico." (Treccani)

Mi è piaciuto riportare per intero il significato della voce che il navigato scrittore inglese John Foot ha voluto dare come titolo del libro al nostro Bel Paese, fissandola su una targa stradale e facendola diventare la copertina. Quasi come a mettere le mani avanti per avvisare il viaggiatore verso l'Italia che sta per imbarcarsi in una quanto mai difficile navigazione, verso una frastagliata destinazione. Meno male che si è data una precisa data di partenza per il suo viaggio, altrimenti si sarebbe potuto perdere tra gli scogli del tempo. La sua storia inizia dal 1945.

C'era una volta nel 1945 un Paese chiamato Italia che era più agricolo che industriale, più cattolico che secolare, più paese di emigranti che di immigranti. Poi le cose lentamente cambiarono, come del resto sono cambiate anche in altri paesi. L'autore puntigliosamente elenca gli eventi grandi e piccoli i quali hanno causato gli stessi. Evita però di fare confronti con gli altri. Sembra che questi cambiamenti siano accaduti senza che nulla sia accaduto nel resto di quello che lui chiama "arcipelago". E' vero che nel 1946 soltanto ventuno donne sedevano nell'Assemblea Costituente Italiana, ma è anche vero che solamente 24 sedevano nella Camera dei Comuni in Inghilterra.

A quel tempo la Chiesa Cattolica era al centro della politica tanto da poter lanciare il suo avvertimento ai suoi elettori, che erano anche credenti, che quando andavano a votare, nella cabina elettorale c'era Dio che li vedeva. C'era il rischio di una scomunica alla quale nessun italiano aspirava. Questa spettava di diritto ai comunisti. La Chiesa controllava i giornali, la radio di stato, le banche, le case editrici, le compagnie di assicurazioni, i sindacati. L'autore dice che c'erano circa 250 mila tra vescovi, monaci, monache e preti che fiancheggiavano apertamente un partito che si dichiarava apertamente "cristiano" e che ha governato fino agli anni novanta.

Eppure, John Foot argutamente fa notare al lettore che quel partito non è mai riuscito ad avere la maggioranza assoluta ed è stato costretto a governare sempre con le più ardite coalizioni politiche. Non riesce a dare una ragionevole spiegazione, nè tanto meno tenta una analisi. Va detto che la stesura del libro è anteriore ai risultati elettorali del 4 marzo 2018 e non si pronuncia perciò sulla disfatta al referendum subita da quello che, in inglese, viene chiamato uno "scrapper", il "rottamatore" per antonomasia Matteo Renzi, finito poi rottamato.

Sarebbe stato interessante vedere cosa avrebbe scritto dei risultati di queste ultime elezioni. Quelle ardite coalizioni di natura non solo democratica, ma anche cristiana e socialcomunista, hanno generato una vittoria da un punto di vista strettamente tecnico alla coalizione del centro destra. In pratica, però, una vittoria di Pirro. La Santa Romana Chiesa non ci ha potuto mettere le mani. Berlusconi è stato dichiarato morto politicamente, facendo diventare la Lega Nord una semplice Lega, dando vita ad un'inedita alleanza tra opposti estremismi con un Movimento a Cinque Stelle, fondato da un "comedian" chiamato Beppe Grillo.

Ma il libro non si occupa soltanto di politica. Si legge di ciclismo con Fausto Coppi, di scrittori con Primo Levi, di musica con Arturo Toscanini, di cinema con Visconti e Rossellini, di Domenico Modugno, Claudio Villa e Dario Fo. Ci sono accenni anche al fascismo e all'antifascismo, ma mancano riferimenti ai problemi dell'economia, pur con accenni alle tendenze consumeristiche, all'impatto della tv sui comportamenti della gente, non senza aver cercato invano di dare risposte a domande riguardanti il fenomeno del "berlusconismo", "tangentopoli", la sfiducia generalizzata nella politica, i problemi degli immigranti, uno strisciante razzismo, la crisi del sistema giudiziario, la fuga dei cervelli.

John Foot conclude il suo libro di ben 496 pagine chiedendosi cosa avrebbe pensato di un Paese come questo "arcipelago" un viaggiatore del tempo vissuto nel 1945. Il libro di Foot, a dire il vero, elenca quasi tutto quello che secondo lui è accaduto, ma non ci dice il perchè. Nessuna meraviglia. Nemmeno noi Italiani sappiamo perchè accadono le cose che accadono in questo nostro amatissimo "arcipelago". Grazie a Dio non è un "gulag". Almeno non ancora! ( )
  AntonioGallo | Oct 9, 2019 |
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A sparkling history of Italy from the post-war to the present by renowned historian John Foot Italy emerged from the Second World War in ruins. Divided, invaded and economically broken, it was a nation that some claimed had ceased to exist. By the 1960s, Italy could boast the fastest-growing economy in the world, as rural society disappeared almost overnight. InThe Archipelago, acclaimed historian John Foot chronicles Italy's tumultuous history from the post-war period to the present. From the silent assimilation of fascists into society after 1945 to the troubling reign of Silvio Berlusconi, and from the artistic peak of neorealist cinema to the celebration of Italy's 150th birthday in 2011, he examines both the corrupt and celebrated sides of the country. While often portrayed as a failed state on the margins of Europe, Italy has instead been at the centre of innovation and change - a political laboratory. Through stories of trials, TV programmes, songs and football matches, moments of violence and beauty, epochal social transformation and suffocating continuities, this new history tells the fascinating story of a country always marked by scandal but with the constant ability to re-invent itself. Comprising original research and lively insights,The Archipelagochronicles the crises and modernisations of over seventy years of post-war Italy, from its fields, factories, squares and housing estates to the political intrigue of Rome.

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