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Caporetto

di Alessandro Barbero

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351707,009 (4.67)Nessuno
In questo libro Alessandro Barbero ci offre una nuova ricostruzione della battaglia e il racconto appassionante di un fatto storico che ancora ci interroga sul nostro essere una nazione.Da cent ́anni la disfatta di Caporetto suscita le stesse domande: fu colpa di Cadorna, di Capello, di Badoglio? I soldati italiani si batterono bene o fuggirono vigliaccamente? Ma il vero problema ©· un altro: perch©♭ dopo due anni e mezzo di guerra l ́esercito italiano si rivel©ø all'improvviso cos©Ơ fragile? L ́Italia era ancora in parte un paese arretrato e contadino e i limiti dell ́esercito erano quelli della nazione. La distanza sociale tra i soldati e gli ufficiali era enorme: si preferiva affidare il comando dei reparti a ragazzi borghesi di diciannove anni, piuttosto che promuovere i sergenti ́ contadini o operai ́ che avevano imparato il mestiere sul campo. Era un esercito in cui nessuno voleva prendersi delle responsabilit© , e in cui si aveva paura dell ́iniziativa individuale, tanto che la notte del 24 ottobre 1917, con i telefoni interrotti dal bombardamento nemico, molti comandanti di artiglieria non osarono aprire il fuoco senza ordini. Un paese retto da una classe dirigente di parolai aveva prodotto generali capaci di emanare circolari in cui esortavano i soldati a battersi fino alla morte, credendo di aver risolto cos©Ơ tutti problemi.… (altro)
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Lucido, appassinanet e molto ben documentato
Una "sintesi" video la trovate qui https://www.youtube.com/watch?v=m5-TAFkfsWM&fbclid=IwAR2frgh3dACSCi83v4PLzi-... ( )
  norbert.book | Aug 15, 2019 |
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
Se volessi esprimermi paradossalmente, direi che Caporetto è stata una vittoria, e Vittorio Veneto una sconfitta per l'Italia. Senza paradossi si può dire che Caporetto ci ha fatto bene e Vittorio Veneto del male; che Caporetto ci ha innalzati e Vittorio Veneto ci ha abbassati, perché ci si fa grandi resistendo ad una sventura ed espiando le proprie colpe, e si diventa invece piccoli gonfiandosi con le menzogne e facendo risorgere i cattivi istinti per il fatto di vincere.
G. Prezzolini, Dopo Caporetto
La vittoria è passeggera. La sconfitta è per sempre.
Billie Jean King
Dedica
Incipit
Citazioni
Ultime parole
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

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In questo libro Alessandro Barbero ci offre una nuova ricostruzione della battaglia e il racconto appassionante di un fatto storico che ancora ci interroga sul nostro essere una nazione.Da cent ́anni la disfatta di Caporetto suscita le stesse domande: fu colpa di Cadorna, di Capello, di Badoglio? I soldati italiani si batterono bene o fuggirono vigliaccamente? Ma il vero problema ©· un altro: perch©♭ dopo due anni e mezzo di guerra l ́esercito italiano si rivel©ø all'improvviso cos©Ơ fragile? L ́Italia era ancora in parte un paese arretrato e contadino e i limiti dell ́esercito erano quelli della nazione. La distanza sociale tra i soldati e gli ufficiali era enorme: si preferiva affidare il comando dei reparti a ragazzi borghesi di diciannove anni, piuttosto che promuovere i sergenti ́ contadini o operai ́ che avevano imparato il mestiere sul campo. Era un esercito in cui nessuno voleva prendersi delle responsabilit© , e in cui si aveva paura dell ́iniziativa individuale, tanto che la notte del 24 ottobre 1917, con i telefoni interrotti dal bombardamento nemico, molti comandanti di artiglieria non osarono aprire il fuoco senza ordini. Un paese retto da una classe dirigente di parolai aveva prodotto generali capaci di emanare circolari in cui esortavano i soldati a battersi fino alla morte, credendo di aver risolto cos©Ơ tutti problemi.

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