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At the Edge of the Orchard (2016)

di Tracy Chevalier

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Fiction. Literature. Historical Fiction. HTML:??With impeccable research and flawless prose, Chevalier perfectly conjures the grandeur of the pristine Wild West . . . and the everyday adventurers??male and female??who were bold enough or foolish enough to be drawn to the unknown. She crafts for us an excellent experience.?
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From internationally bestselling author Tracy Chevalier, author of A Single Thread, comes a riveting drama of a pioneer family on the American frontier

1838: James and Sadie Goodenough have settled where their wagon got stuck ?? in the muddy, stagnant swamps of northwest Ohio. They and their five children work relentlessly to tame their patch of land, buying saplings from a local tree man known as John Appleseed so they can cultivate the fifty apple trees required to stake their claim on the property. But the orchard they plant sows the seeds of a long battle. James loves the apples, reminders of an easier life back in Connecticut; while Sadie prefers the applejack they make, an alcoholic refuge from brutal frontier life.
 
1853: Their youngest child Robert is wandering through Gold Rush California. Restless and haunted by the broken family he left behind, he has made his way alone across the country. In the redwood and giant sequoia groves he finds some solace, collecting seeds for a naturalist who sells plants from the new world to the gardeners of England. But you can run only so far, even in America, and when Robert??s past makes an unexpected appearance he must decide whether to strike out again or stake his own claim to a home at last.
 
Chevalier tells a fierce, beautifully crafted story in At the Edge of the Orchard, her most graceful and rich
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Nella prima metà del XIX secolo James e Sadie Goodenough giungono nella Palude Nera dell’Ohio dopo aver abbandonato la fattoria dei Goodenough nel Connecticut. Il padre di James, un vecchio scorbutico cui Sadie non è mai andata a genio, ha parlato chiaro un giorno: meglio che il suo secondogenito, e la sua giovane e troppo prolifica consorte, andassero a cercare fortuna altrove, all’ovest, magari, dove la terra abbonda.
La Palude Nera è una landa desolata: l’acqua puzza di marcio, il fango scuro si appiccica alla pelle e ai vestiti e la malaria d’estate si porta via sempre qualcuno. Anziché spingersi nella prateria dove la terra è buona e solida sotto i piedi, James Goodenough decide però di costruire la sua casa di legno proprio nella Palude Nera, in riva al fiume Portage.
La legge dell’Ohio prevede che un colono possa fare sua la terra se riesce a piantarvi un frutteto di almeno cinquanta alberi. Una sfida irresistibile per James Goodenough che ama gli alberi più di ogni altra cosa, poiché gli alberi durano e tutte le altre creature invece attraversano il mondo e se ne vanno in fretta. In quella terra perciò, dove gli acquitrini si alternano alla selva più fitta, James pianta e cura poi con dedizione i suoi meli: un
  kikka62 | Feb 21, 2020 |
http://lettureedintorni.blogspot.co.uk/2017/02/i-frutti-del-vento-tracy-chevalie...

Prendete una mela, sedetevi comodi e iniziate a gustarvi questo romanzo. Prima ancora di aprirlo, guardate la copertina: perfetta, come sempre lo sono le copertine di Neri Pozza. Poi apritelo e godetevi quella carta color avorio, bella spessa, consistente, i caratteri chiari, della giusta dimensione, che non fanno male agli occhi. Neri Pozza si distingue sempre per il suo garbo e la sua eleganze editoriale, e anche se acquistare un loro libro è sempre un salasso, finora non me ne sono mai pentita. Dopo mesi di ebook, poi, l'ho apprezzato ancora di più.
Quando il vostro senso estetico sarà appagato e vi sentirete pronti, date un morso alla mela e iniziate a leggere:

"Palude Nera, Ohio
Primavera 1838

Stavano di nuovo litigando per colpa delle mele. Lui voleva piantare quelle dolci, buone da mangiare, lei le asprigne per farci il sidro. Erano così abituati ai litigi che ciascuno dei due recitava la parte a memoria, senza neppure badare alle parole dell'altro: le avevano sentite fin troppe volte."

Loro sono James e Sadie Goodenough (già il nome lo trovo geniale!), marito e moglie, partiti dal Connecticut e approdati in Ohio dove il governo concede ai coloni di diventari proprietari della terra sulla quale saranno riusciti a coltivare almeno cinquanta alberi. Peccato che il terreno melmoso della Palude Nera e il clima della regione non siano affatto propizi alla coltivazione degli alberi da frutto o di qualsivoglia tipo di vegetale commestibile. Ma James Goodenough ha portato con sé dei ramoscelli di melo, delle buone mele della fattoria di suo padre in Connecticut ed è assolutamente deciso a riuscire nel suo intento, innestare quei ramoscelli sui suoi alberi per riuscire a coltivare le mele Golden nella Palude Nera. James è un grande lavoratore e un uomo molto ostinato e ce la farà a gustare le sue adorate Golden, dal sapore di miele e noci, con un retrogusto di ananas, anche in quella desolata regione. Il prezzo da pagare sarà spropositato.
Se James è un grande lavoratore, la sua consorte Sadie, è una gran scansafatiche. Imbruttita dalla vita dura e triste nella palude che si porta via i suoi figli, la sua giovinezza e la sua avvenenza, si attaccherà alla bottiglia di acquavite e si lascerà trascinare sempre più a fondo diventando una madre orribile, una moglie tremenda e una donna cattiva, triste e tremendamente sola.
Dei dieci figli dei Goodenough seguiamo le vicende di Robert, che riesce a salvarsi dal fango della palude scappando verso ovest, a soli nove anni, senza mai voltarsi indietro.
Gli alberi dovevano essere nel sangue dei Goodenough perché anche Robert finisce per farne la sua professione, mettendosi al servizio di un botanico inglese che raccoglie semi e pianticelle da spedire in Inghilterra ai gentiluomini desiderosi di abbellire i loro giardini con novità botaniche provenienti dal nuovo continente.
Avevo già fatto la conoscenza di Tracy Chevalier e avevo già avuto modo di apprezzarne le doti di romanziera storica. Anche qui si rivela molto accurata nella ricostruzione, precisa nel dettaglio, prodiga di informazioni, senza appesantire o annoiare il lettore. Il linguaggio è crudo, a tratti spietato. Non si indugia in psicologismi o abbandoni lirici, ma si sta sui fatti che si susseguono inevitabili uno dopo l'altro. Forse è per questo che sono rimasta basita di fronte a un finale che ho trovato un po' troppo melenso come conclusione di un romanzo così schietto.
L'altro elemento che non ho amato molto è stato lo scambio epistolare trai due fratelli: soluzione un po' banale. E uno scivolone secondo me c'è anche nell'uscita di scena di Sadie.
Ho amato moltissimo invece le descrizioni degli alberi, sia del frutteto che dei boschi di sequoie, e degli uomini tra gli alberi; e vi lascio in loro compagnia:
"Gli era difficile spiegare ciò che provava al cospetto delle sequoie. All'inizio anche in lui era prevalso un senso di meraviglia per quegli antichi giganti, testimoni silenziosi della storia dell'uomo. Ma poi aveva capito che gli alberi non avevano niente a che fare con l'umanità, era come se abitassero in un mondo diverso. Potevi tagliarne le fronde, raccoglierne i frutti, estirpare i virgulti, ma le sequoie non reagivano."

Tracy Chevalier, I frutti del vento, Neri Pozza Editore, Vicenza 2016. ( )
  librivendola | Feb 5, 2017 |
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Epigrafe
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The juice of Apples likewise, as of pippins, and pearemaines, is of very good use in Melancholicke diseases, helping to procure mirth, and to expel heavinesse.
-John Parkinson, Paradisi in Sole Paradisus Terrestris, 1629
To the spirit bowed with affliction, or harrowed with cares, a pilgrimage to these shadowy shrines affords most soothing consolation. Behold the evergreen summits of trees that have withstood the storms of more than three thousand years!...While lost in wonder and admiration, the turmoil of earthly strife seems to vanish. -Edward Vischer, The Mammoth Tree Grove, Calaveras County, California, 1862
Go West, young man, and grow up with the country. -- John Babsone Lane Soule, 1851, and Horace Greeley, 1865
Dedica
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For Claire and Pascale finding their way in the world
Incipit
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They were fighting over apples again.
Citazioni
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She'd had a terrible time with his brothers' wives: seeing her with them was like watching someone pet a cat against its fur.
"What about the seedlings?"
"Of the four I brought back, two are still growing; the other two perished after being transplanted into English soil, the like of which probably shocked them to death after the Californian soil they were accustomed to. I myself felt rather similarly."
She held herself like a ship steering a slow, proud passage through calm waters.
The words cut through the air like a knife through meat—resistant, and then gliding effortlessly.
it was hard to imagine Molly and Jimmy living at Mrs. Bienenstock's. He was pretty sure no woman had ever entered the boardinghouse apart from Mrs. B. herself, and a baby there would be like a yellow dress at a funeral.
Ultime parole
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(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
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Fiction. Literature. Historical Fiction. HTML:??With impeccable research and flawless prose, Chevalier perfectly conjures the grandeur of the pristine Wild West . . . and the everyday adventurers??male and female??who were bold enough or foolish enough to be drawn to the unknown. She crafts for us an excellent experience.?
??USA Today

From internationally bestselling author Tracy Chevalier, author of A Single Thread, comes a riveting drama of a pioneer family on the American frontier

1838: James and Sadie Goodenough have settled where their wagon got stuck ?? in the muddy, stagnant swamps of northwest Ohio. They and their five children work relentlessly to tame their patch of land, buying saplings from a local tree man known as John Appleseed so they can cultivate the fifty apple trees required to stake their claim on the property. But the orchard they plant sows the seeds of a long battle. James loves the apples, reminders of an easier life back in Connecticut; while Sadie prefers the applejack they make, an alcoholic refuge from brutal frontier life.
 
1853: Their youngest child Robert is wandering through Gold Rush California. Restless and haunted by the broken family he left behind, he has made his way alone across the country. In the redwood and giant sequoia groves he finds some solace, collecting seeds for a naturalist who sells plants from the new world to the gardeners of England. But you can run only so far, even in America, and when Robert??s past makes an unexpected appearance he must decide whether to strike out again or stake his own claim to a home at last.
 
Chevalier tells a fierce, beautifully crafted story in At the Edge of the Orchard, her most graceful and rich

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