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Antica Babilonia : la missione di pace italiana in Iraq (2004)

di Pino Agnetti

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Decisa dal Parlamento, autorizzata sul piano del diritto internazionale da tre Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e prorogata anche su specifica richiesta delle nuove autorità provvisorie di Baghdad, la missione di pace dei militari italiani in Iraq, denominata "Antica Babilonia", ha avuto inizio il 15 luglio 2003. Vale a dire due mesi e mezzo dopo la fine della Seconda Guerra del Golfo, condotta da una coalizione a guida angloamericana contro il regime di Saddam Hussein, cui l'Italia non ha preso parte mantenendo anche in seguito il proprio status di
Paese "non belligerante". Scopo complessivo della missione, "garantire quella cornice di sicurezza essenziale per un aiuto effettivo e serio al popolo iracheno e contribuire con capacità specifiche alle attività di intervento più urgente nel ripristino delle infrastrutture e dei servizi essenziali". Un impegno cui hanno preso parte fin da subito militari di Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri, che così hanno dato vita (in un contesto unitario e integrato che non ha fatto che valorizzare e rendere ancora più efficaci i singoli apporti) alla prima vera grande operazione "interforze" nella storia delle Forze Armate della Repubblica. Le nostre truppe di pace si sono schierate nel settore meridionale dell'Iraq sotto controllo britannico e, più precisamente, nella provincia di Ohi Qar, con capoluogo Nassiriya. Non appena giunti in teatro, i nostri militari - il cui comando finale è sempre rimasto nella mani del Capo di Stato Maggiore della Difesa,Ammiraglio Giampaolo Di Paola- si sono dedicati all'assolvimento dei principali compiti loro assegnati: concorrere al mantenimento dell'ordine pubblico, riattivare le principali infrastrutture civili e industriali, bonificare e distruggere gli enormi quantitativi di materiale bellico sparsi nell'area, gestire il traffico aeroportuale, pattugliare e sminare le acque del Golfo Persico, addestrare e riorganizzare le forze di sicurezza irachene. Ma la "macchina" del Contingente tricolore - al cui interno operano anche una task-force rumena di 500 uomini e una compagnia della gendarmeria portoghese - si è spinta molto più in là, sviluppando una miriade di interventi di natura umanitaria e assistenziale. Sono stati e continuano a essere questi i giorni e le opere degli oltre 3.000 militari italiani in missione in Iraq, cui occorre aggiungere il personale della Croce Rossa Italiana presente sia a Nassiriya che a Baghdad. La loro opera non si è arrestata nemmeno di fronte agli eventi luttuosi che, a partire dalla strage di Nassiriya del 12 novembre 2003, hanno colpito il Contingente. Al contrario, con il passaggio di poteri alle nuove autorità irachene, la missione è entrata in una nuova fase il cui obiettivo è di sostenere il processo democratico che dovrà portare l'antico Paese dei due fiumi a dotarsi, per la prima volta, di una Costituzione, di un Parlamento e di un Governo espressioni della libera volontà popolare. Un traguardo storico, da cui dipende la definitiva stabilizzazione dell'Iraq come dell'intera area e per il quale gli uomini e le donne con le stellette di Antica Babilonia continuano a battersi con onore tra le sabbie infuocate della provincia di Ohi Qar.

INDICE: Nella terra di Abramo; Non per prendere, ma per dare; La locomotiva; Effetto notte; La casa di Abbas; Mare di sabbia; Cacciatori di morte; Noi siamo il mondo; Gli eredi di Salvo D'Acquisto; Da Kindu a Tallil; Salva, Aiuta, conforta; Il sergente di ferro; Quota 366; Figli del vento; Le donne di Nassiya; Sotto due bandiere; Il pescatore; La forza e la pace; Vogliamo tornare in Iraq; La croce; Piazza Italia; Noi ve lo giuriamo; I nostri caduti; La missione; Le altre operazioni in corso. ( )
  BiblioLorenzoLodi | Jun 1, 2015 |
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