Il sottotitolo di questo albo, a metà tra graphic novel ed autobiografia, è “memorie a fumetti di un cliente di prostitute”. E la storia è esattamente questa, una rivisitazione, molto intimistica del rapporto dell’autore con il magico mondo della prostitute. Il tratto con toni sempre molto bassi, mai un sorriso, è perfettamente in linea con l’approccio di Chester Brown con le prostitute; nessuna grande festa, sostanze aggiunte, orge, doppie penetrazioni; un sesso ordinario, pacato, l’unica deviazione le partners, tutte prostitute. Siamo lontani anni luci dalle passioni dello straordinario “memorie delle mie puttane tristi” di Marquez. Le prostitute sono professioniste, compagne di un orgasmo, interlocutrici di un paio di ore. Ed anche il sesso, il con il suo valore morale negativo, rimane in sottofondo rispetto ai temi che emergono, con chiarezza, dal lavoro di Chester. L’autore non è riuscito a vivere la sua storia d’amore con la ragazza amata, infatuata di un altro e gli evidenti limiti caratteriali, o hanno portato ad enormi difficoltà nell’approccio all’altro sesso. Il rimedio alla solitudine ed alle pulsioni sessuali sono le prostitute, trovate con gli annunci sui giornali e su Internet, viva le recensioni. Le numerose esperienze che Chester vive con donne di tutti i tipi sono altalenanti; talvolta entusiasmanti, talvolta deludenti. Ma il punto di maggior interesse è la reazione degli amici di Chester rispetto alla sua risaputa consuetudine di frequentare le prostitute; ed emergono tutti gli infiniti pregiudizi degli uomini e delle donne nei confronti delle prostitute e dei loro clienti, un mondo socialmente destinato a rimanere al margine della normalità. Alcune frasi sono esemplari, da film di Allen, da un dialogo con una prostituita “l’amore è condividere, prendersi cura e dare. L’amore romantico è possedere, accaparrarsi, e gelosia; quello che distingue gli amori romantici dagli altri tipi di amore è la sua natura esclusiva”. Un lavoro sicuramente intelligente, volutamente tenuto sotto traccia ( )