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La società della stanchezza (2010)

di Byung-Chul Han

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Our competitive, service-oriented societies are taking a toll on the late-modern individual. Rather than improving life, multitasking, "user-friendly" technology, and the culture of convenience are producing disorders that range from depression to attention deficit disorder to borderline personality disorder. Byung-Chul Han interprets the spreading malaise as an inability to manage negative experiences in an age characterized by excessive positivity and the universal availability of people and goods. Stress and exhaustion are not just personal experiences, but social and historical phenomena as well. Denouncing a world in which every against-the-grain response can lead to further disempowerment, he draws on literature, philosophy, and the social and natural sciences to explore the stakes of sacrificing intermittent intellectual reflection for constant neural connection.… (altro)
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Breve en extensión y contenido valioso. Se apoyo en lecturas críticas de otros filósofos para explicar su interpretación del estado actual de la sociedad de la (hiper)actividad y el positivismo frente a la sociedad negativa (en tanto que ausencia, no como valoración) y del cansancio.

Un lector con conocimiento previo filosófico podrá leer con mayor agilidad y comprensión sin ser necesario para entender el diagnóstico.

Si puede hacerse una objeción menor es que estando o no de acuerdo con la diagnosis se echa en falta la construcción de una propuesta. ( )
  pbenavent | Jun 1, 2024 |
55000
  filbo_2024 | Apr 25, 2024 |
The creation of thoughts, picking up the pieces, without its own basis for elaboration, lack of reliable and detailed explanation. It's easy to deceive the public by choosing a topic that caters well to Korea's "rat race" status, but that doesn't hide the fact that it's awful. "Verbiage"
  Maristot | Jul 27, 2023 |
Santi 2022 abr notes
  sllorens | May 25, 2023 |
Un po' troppo breve e tuttavia sufficientemente denso da offrire alcune riflessioni interessanti su questa società "performativa" che con il suo eccesso di "si può fare" genera individui depressi e frustrati. Interessante la rilettura della metafora di Prometeo (siamo vittime della nostra stessa progettualità), così come spunti di dettaglio come quello sul multitasking (che implicherebbe una involuzione verso l'incapacità di concentrazione/astrazione tipica del regno animale). Di nuovo, un po' troppo breve. ( )
  d.v. | May 16, 2023 |
Philosophie der Erschöpfung

Byung-Chul Hans „ Müdigkeitsgesellschaft“: Wirklich Neues bietet der Essay wenig, bestechend aber ist die skrupellose Zusammenschau. Wie die Ausbreitung der neuronalen Erkrankungen, das Ende des Kalten Kriegs und die Deregulierung der Erwerbsbiografien zusammengedacht und wie bei einem Kartentrick neu gemischt werden
 
Die Debatte um Migranten ist völlig hysterisch. Das ahnt, wer das Buch »Müdigkeitsgesellschaft« liest. Sein Autor, der in Karlsruhe lehrende Philosoph Byung-Chul Han, erkennt in uns überforderte Individuen
aggiunto da GI_Riga | modificaZeit Online, Adam Soboczynski (Sep 13, 2010)
 
La società della stanchezza è quella società la quale, asservita all’imperativo categorico della prestazione a ogni costo, alla efficienza e alla competenza dell’individuo, soggiace a una iperestesia degli stimoli e a una iperattività maniacale, precipitando l’anima che consuma se stessa in una catatonia spirituale. È la società del doping. Che in fondo è una prestazione senza prestazione, nella quale l’individuo assume sostanze che aumentano progressivamente le sue attività prestazionali in modo prettamente chimico, e non a partire da uno sforzo di volontà e dalle sue proprie risorse.
L’anima diviene consunta nella continua deinteriorizzazione delle proprie funzioni complesse, come la riflessione, la contemplazione, l’immaginazione, declinate queste nelle mere prestazioni funzionali al sistema positivizzato. C’è così l’effetto di una stanchezza atomizzata, solipsistica, impotente, la quale produce un isolamento e una separazione dei soggetti, i quali, esaurite le loro energie nel tentativo sempre fallimentare di superare se stessi, ricadono sfiancati all’interno del proprio io. Un io incapace sia di guardare l’altro, sia di ascoltarlo. L’io positivizzato occupa tutto lo spazio mondano disponibile, non ha tempo né di ascoltare né di ascoltarsi. Deve produrre se stesso oltre se stesso. Ricadendo nuovamente, infine, al di qua del mondo, nelle proprie mura difensive costituite di impotenza.
 

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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Byung-Chul Hanautore primariotutte le edizionicalcolato
Barnett, JohnProgetto della copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Butler, ErikTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Saratxaga Arregi, ArantzazuTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

Appartiene alle Collane Editoriali

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Titolo canonico
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Elogi
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Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (1)

Our competitive, service-oriented societies are taking a toll on the late-modern individual. Rather than improving life, multitasking, "user-friendly" technology, and the culture of convenience are producing disorders that range from depression to attention deficit disorder to borderline personality disorder. Byung-Chul Han interprets the spreading malaise as an inability to manage negative experiences in an age characterized by excessive positivity and the universal availability of people and goods. Stress and exhaustion are not just personal experiences, but social and historical phenomena as well. Denouncing a world in which every against-the-grain response can lead to further disempowerment, he draws on literature, philosophy, and the social and natural sciences to explore the stakes of sacrificing intermittent intellectual reflection for constant neural connection.

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Descrizione del libro
“Viviamo in una particolare fase storica nella quale la stessa libertà suscita costrizioni”

“Il capolavoro di Byung-Chul Han”
Slavoj Žižek

“La società della stanchezza ha sollevato molti interrogativi sul modo in cui oggi gli individui vivono la competizione”
Antonio Gnoli, La Repubblica

Rivisitando alcune categorie classiche del pensiero novecentesco, il lavoro di Byung-Chul Han si focalizza con particolare attenzione sul disagio dell’individuo tardo-moderno nella società odierna, caratterizzata dalla prestazione, dalla competizione e, soprattutto, dall’appiattimento delle contraddizioni e dal venir meno della negatività. Le analisi sviluppate nei saggi qui raccolti mettono in luce, nello specifico, come l’ossessione dell’iperattività e la tendenza sempre piú forte al multitasking arrivino a produrre disturbi di natura depressiva e nevrotica. Tali espressioni di malessere e di “stanchezza” vengono interpretate come ovvia conseguenza dell’incapacità del soggetto di sostenere i ritmi dell’iperproduzione postcapitalistica in un contesto in cui non esiste piú un modello sociale imposto dall’Esterno, dall’Altro, ma è anzi il soggetto stesso ad averlo introiettato.Questa nuova edizione di uno dei libri piú noti del filosofo è stata arricchita con l’inserimento di un saggio sul burnout, che Han legge come coincidenza massima di autorealizzazione e autodistruzione, e di un saggio sul tempo, in cui contrappone al tempo profano dell’iperproduzione quello – sacro – della festa e del gioco.
Riassunto haiku

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