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La famiglia Winshaw (1994)

di Jonathan Coe

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Serie: Winshaw Family (1)

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2,341546,646 (3.93)140
Michael is a lonely writer, obsessed by a film featuring a mad knifeman. When he is commissioned to write the family history of the Winshaws he realizes that the family have cast a blight on his life and he decides to take his revenge by re-enacting his favourite film. .
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1-5 di 6 (prossimo | mostra tutto)
Inizio questa recensione ringraziando Sara Boero che ha portato alla mia attenzione questo romanzo: ha un canale su YouTube molto carino e interessante e consiglio a tutti e tutte di andarla a trovare. In questo momento c'è anche in corso un giveaway...

E ora, fuoco alle polveri!

Come si fa a scrivere la recensione di un romanzo che è uno, nessuno e centomila? La famiglia Winshaw, infatti, è un po' come l'Albero dei Quaranta Frutti: ogni innesto produce i suoi frutti con i suoi tempi così come ogni capitolo (parte? sezione?) di questo romanzo si presenta con una scelta stilistica diversa.

Insieme alle variegate scelte stilistiche, poi, si accompagnano generi diversi: epistolare, thriller, umoristico, giallo, saga familiare... c'è anche un capitolo assolutamente surreale, giusto per non farci mancare nulla.

È quindi all'interno di una macedonia di stili che si dipana la storia, che, in effetti, è a sua volta fatta di storie, storie personali che inizialmente sembrano aver a che fare poco o nulla l'una con l'altra. Gli stessi Winshaw, pur essendo parte della stessa famiglia, non sono quello che si definirebbe un'allegra brigata: i loro legami sono tutt'altro affettuosi.

Tuttavia, il vero outsider del romanzo sembra essere Michael Owen, scrittore assoldato da Tabitha Winshaw per scrivere la storia della sua famiglia e portare a galla la verità sulla morte di suo fratello Godfrey. Michael, infatti, non è uno di quegli scrittori che ci si aspetterebbe intorno ai Winshaw, uno di quegli scrittori di successo abituati a buttare giù tutto quello che il pubblico vuol leggere e che potrebbe portare loro ulteriore fama e introiti. Michael è uno scrittoruncolo che non si fila nessuno. Non si capisce manco dove Tabitha sia andata a pescarlo.

La presenza di Michael, però, fa sì che il lettore prenda coscienza dell'impatto che l'avidità smodata dei Winshaw ha sulla vita delle persone. In qualunque ambito mettano mano, infatti, i Winshaw riescono a tirar fuori palate di soldi, distruggendo però sane abitudini alimentari, risparmi di una vita, speranze di giovani artisti o diritti umani (i Winshaw non vanno tanto per il sottile).

Quindi Michael si trova invischiato nelle vicende di questa famiglia di squali (che poi le loro vicende sono un po' anche le sue... anche se lui si ritrova dall'altra parte della catena alimentare...) e nel corso del romanzo lo vediamo più volte cercare di raccapezzarsi, trovare il bandolo della matassa... e noi con lui. Posso, infatti, tranquillamente affermare di non aver capito una mazza finché non mi è stato spiegato. Chi cavolo l'aveva capito il motivo per cui Coe ogni tanto fa saltare fuori quella scena di Sette allegri cadaveri? O perché via, via ricorre la figura di Gagarin?

Insomma, un romanzo straordinario che sfugge caparbiamente a qualunque tentativo di classificazione e un autore capace di sfoggiare un'abilità non comune da romanziere e di mostrare allo stesso tempo una realtà più vera del reale. Qualcuno un giorno disse che quest'ultima era la differenza tra buoni e cattivi scrittori. ( )
  lasiepedimore | Sep 13, 2023 |
Protagonista è Micheal Owen, uno scrittore di poca fama, incaricato da Tabitha Winshaw di scrivere una storia della sua famiglia e nel contempo scoprire se era stato davvero Lawrence Winshaw a procurare la morte in guerra di suo fratello Godfrey, nel 1942.

Nella prima parte si alternano episodi della vita dei vari membri della famiglia Winshaw, per gran parte ambientati negli anni ottanta, e racconti, in prima persona, della vita di Mr. Owen, che si rivela sempre più strettamente legata alle vicende dei Winshaw. Nella seconda parte, invece, Micheal Owen e i membri della famiglia Winshaw si ritrovano nella vecchia casa di famiglia per l'apertura del testamento di Mortimer Winshaw.

Narrare le vicende degli avidi e rapaci membri della famiglia è l'occasione per mettere in luce gli aspetti più oscuri dell'Inghilterra thatcheriana e il disprezzo delle élite nei confronti delle masse.

Nel libro si fa frequente riferimento al film Sette allegri cadaveri (What a Carve Up!, che dà il titolo al romanzo), film che Owen aveva visto per metà al cinema il giorno del suo nono compleanno e che continua a tornargli in mente. E, in effetti, in alcune occasioni la realtà rivelerà corrispondenze con il film.
  kikka62 | Feb 21, 2020 |
Jonathan Coe, dottorato con una tesi su Lawrence Sterne, in What A Carve Up! riprende elementi del mélo; ma tutto il suo romanzo è un compendio di strategie narrative, che presentano fra l’altro uno scambio profondo con il linguaggio cinematografico (il cinema oltretutto è doppiamente presente, a livello tematico). Con il romanzo piegato a strumento duttilissimo, Coe rappresenta una città che è il cuore dell’intrigo politico ed economico; e il suo protagonista-narratore Michael non può che fare da pedina inconsapevole – ma a volte consapevole – tentando di destreggiarsi fra le numerose fila manovrate da personaggi tanto appassionanti quanto ributtanti. Un ritratto straordinario e altrettanto accurato dei profondi mutamenti occorsi fra gli anni '80 e '90 nella società britannica, a tutti i livelli. ( )
  scura | Jan 16, 2014 |
Le malefatte di una famiglia britannica ricca e potente, i cui componenti sono viscidamente abbarbicati ai posti più prestigiosi nella società (finanza, politica, media…) e fanno del thatcherismo il punto di forza della loro sconsiderata avidità, si intersecano con le avventure private di un giovane scrittore, Michael Owen, incaricato di ricostruirne le vicende per scrivere una loro biografia.
Il romanzo presenta spunti tematici molto interessanti, offrendo bozzetti ironici e disincantati della situazione politica e socio-economica inglese nel periodo thatcheriano.
Tuttavia la miriade di personaggi, ciascuno con la propria storia e le proprie vicende, l’intreccio frammentato da ricorrenti salti temporali che spezzano e confondono il filo narrativo e l’incredibile commistione senza soluzioni di continuità di generi letterari e di stili me ne hanno reso pesante e a volte fastidiosa la lettura.
In particolare, in uno sfoggio un po’ forzato di cultura letteraria e cinematografica che permea l’intero romanzo, ho trovato inopportuna e innaturale la scelta di fare prevalere, nella parte finale, le casistiche e le soluzioni proprie del racconto giallo più classico, che risolve quasi in un gioco letterario fine a se stesso le aspettative ben più articolate che erano venute maturando in precedenza. Le parti più godibili sono, a mio giudizio, quelle relative alla vicenda personale di Michael, sia per la vivace caratterizzazione del personaggio, sia per i toni teneri e intimistici con i quali viene sviluppato il racconto.
Forse tre stelle sono un punteggio penalizzante per questo libro, ma rispecchiano la delusione delle attese che vi avevo riposto. ( )
  Ginny_1807 | Aug 23, 2013 |
Il solito grande Coe, che mescola le vite dei protagonisti in modo spettacolare! ( )
  zinf | Oct 27, 2011 |
What a Carve Up! is strewn with surprises, not the least of them Coe's ability to meld private concerns with political catastrophe. He has written a book that counts the human cost of the self-help, screw-you philosophy currently at large, but the sound it makes is not of tubs being thumped or hands being wrung - it's the raucous and far more apposite sound of horrid laughter.
aggiunto da Nickelini | modificathe Independent, Anthony Quinn (Apr 24, 1994)
 

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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Jonathan Coeautore primariotutte le edizionicalcolato
Pavans, JeanTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
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Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
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Eventi significativi
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Epigrafe
Orphée : Enfin, Madame... m'expliquerez-vous?

La Princesse Rien. Si vous dormez, si vous rêvez, acceptez vos rêves. C'est le rôle du dormeur.

Jean Cocteau, sceneggiatura di Orfeo
"Conoscetemi" disse e fu dimenticato.
"Voletemi bene": ma dell'amore abbiamo paura.
Preferiremmo volare sulla luna piuttosto che dire le parole giuste quand'è tempo di dirle.
Louis Philippe, Yuri Gagarin
Dedica
Per Janine, 1994
Incipit
La tragedia s'era già abbattuta due volte sulla famiglia Winshaw, ma mai in proporzioni così terribili.
Citazioni
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
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Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (1)

Michael is a lonely writer, obsessed by a film featuring a mad knifeman. When he is commissioned to write the family history of the Winshaws he realizes that the family have cast a blight on his life and he decides to take his revenge by re-enacting his favourite film. .

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