li 1926 è un anno drammatico per il Partito Comunista d' Italia. Viene arrestato il segretario Antonio Gramsci, e con lui buona parte del gruppo dirigente; la repressione spinge i militanti verso la clandestinità. Di qui la necessità di mettere in salvo a Mosca le carte dell' archivio, che verranno conservate presso il Comintern, in via di trasformazione da organismo internazionale di partiti a partito mondiale della rivoluzione. Il laborioso recupero di queste carte si è concluso nel 1990. I cinquantasei documenti raccolti nel volume risultano di particolare importanza, perché offrono nuovi elementi di conoscenza sulla natura del dissidio tra Gramsci e Togliatti, culminato nello scambio epistolare dell' ottobre 1926, e consente di rivedere in modo spesso sostanziale le ricostruzioni dei fatti sin qui avanzate. L' intero corpus della corrispondenza illumina gli sviluppi dei dissensi di fondo su questioni nodali come la tattica sindacale, il caso Bordiga, la concezione del Comintern e del partito, il «socialismo in un solo paese». Una documentazione, osserva Giuseppe Vacca nel saggio introduttivo, che getta una luce nuova anche sull' origine e sugli intenti del programma di ricerca che Gramsci, in carcere, affidava ai suoi Quaderni. ( )