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Sto caricando le informazioni... Small Lives (1984)di Pierre Michon
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Come padre Bandy, a Michon piace ascoltarsi. Ma la sua prosa, ricca di immagini e metafore, trasporta le insignificanti vite di campagna che racconta su una dimensione che le rende coinvolgenti in maniera inattesa. Certo la maniera della parola richiede impegno (dedizione) e la si può anche rifiutare: accettandola se ne viene però ampiamente ricompensati. nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane EditorialiBibliothek Suhrkamp (1475) Fabula [Adelphi] (308) Franse Bibliotheek (Modern) Gallimard, Folio (2895) Premi e riconoscimentiElenchi di rilievo
Small Lives, Michon paints portraits of eight individuals, whose stories span two centuries in his native region of La Creuse. In the process of exploring their lives, he explores the act of writing and his emotional connection to both. The quest to trace and recall these interconnected lives seared into his memory ultimately becomes a quest to grasp his own humanity and discover his own voice. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)843.914Literature French French fiction Modern Period 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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...chi, se non ne prendessi qui atto, si ricorderebbe di André Dufourneau, finto nobile e agricoltore snaturato, che fu un bravo bambino, forse un uomo crudele, ebbe desideri impetuosi e lasciò traccia soltanto nella storia inventata da una vecchia contadina che non c'é più?
(pagina 30)
...interdetto come uno stilita ai piedi di un albero della cuccagna.
(pagina 135)
Scoprivo i libri, in cui ci si può nascondere così come fra le sottane trionfali del cielo. Imparavo che il cielo e i libri fanno male e seducono. Alieno ai giochi pedissequi, scoprivo che si può non imitare il mondo, non immischiarvisi, con la coda dell'occhio guardarlo farsi e disfarsi, e in un dolore reversibile in piacere gioire di non prendervi parte: all'intersezione tra lo spazio e i libri, nasceva un corpo immobile che ero ancora io e che fremeva interminabilmente nell'impossibile desiderio di conformare ciò che leggiamo alla vertigine del visibile.
(pagina 184) ( )