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Sto caricando le informazioni... La tentazione di esistere (1956)di Emil Cioran
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This collection of eleven essays originally appeared in France thirty years ago and created a literary whirlwind on the Left Bank. Cioran writes incisively about Western civilizations, the writer, the novel, mystics, apostles, and philosophers. The Temptation to Exist first introduced this brilliant European thinker twenty years ago to American readers, in a superb translation by Richard Howard. This literary mystique around Cioran continues to grow, and The Temptation to Exist has become an underground classic. In this work Cioran writes about Western civilizations, the writer, the novel, about mystics, apostles, philosophers. For those to whom the very word philosophy brings visions of arduous reading, be assured: Cioran is crystal-clear, his style quotable and aphoristic. "A sort of final philosopher of the Western world. His statements have the compression of poetry and the audacity of cosmic clowning"--The Washington Post Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)084.1Information Anthologies and Quotations French Anthologies French-LanguageClassificazione LCVotoMedia:
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Al capezzale di questa Europa, non so quale voce mi avverte: "Ecco dove tutto ha fine, anche la civiltà".
(46)
Che cosa aspettarsi da una genuflessione durata venti secoli? Ora che siamo finalmente in piedi, la vertigine ci vince: schiavi emancipati invano, ribelli dei quali il demonio si vergogna o si burla.
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Il confessionale: violazione di coscienze perpetrata in nome del cielo. E cosa dire di quell'altra violazione che è l'analisi psicologica!
(94)
Non esiste il tempo, c'è soltanto questa paura che si svolge e si camuffa in istanti...
(110)
...dato che la nostra logica ha mutato volto, abbiamo imparato a fare a meno delle evidenze. Da qui la nostra passione per il vago, l'evanescenza del nostro incedere, del nostro scetticismo: i nostri dubbi non si definiscono più in rapporto alle nostre certezze, ma in rapporto ad altri dubbi più consistenti...
(121)
...disertori del verbo, non aspiriamo più che al regno dell'indifferenziato, all'oscurità e all'ebbrezza che precedettero l'irrompere della luca, all'estasi ininterrotta nel grembo di quella opacità originaria,
(168)
Il fatto è che la filosofia lungi dall'eliminare l'inessenziale, lo fa proprio e vi si compiace: tutti gli sforzi che dispiega non tendono forse ad impedirci di percepire la duplice nullità della parola e del mondo?
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