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Il più grande uomo scimmia del pleistocene (1960)

di Roy Lewis

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1,1533217,247 (3.68)21
L'evoluzione di una famiglia di cinquecentomila anni fa, sotto la guida del grande padre Edward, narrata dal figlio Ernest con delizioso humour. Tra discussioni e ansie per la bontà delle nuove invenzioni, la scoperta del fuoco, della lancia, del matrimonio... sempre sulla base della elementare esigenza di mangiare senza essere mangiati. Una riflessione arguta e lieve sulla storia dell'umanità, nella migliore tradizione letteraria e scientifica inglese.… (altro)
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Non sono caduta dal cammello come Théodore Monod (e non ho neanche acquisito la capacità di resistere al caldo, evidentemente), ma Il più grande uomo scimmia del Pleistocene mi ha comunque divertita una cifra. Capisco il perché dell’entusiasmo di Pratchett.

Il libro racconta in maniera esilarante un momento dell’evoluzione umana, quello della domesticazione del fuoco e di come questa sia stata in grado di cambiare le vite dellз nostrз antenatз. Per quanto Lewis voglia far ridere, la sua ricostruzione non è poi così campata per aria (Monod stesso lo riconobbe) e viene proprio da dire che da che mondo è mondo alcuni esseri umani ricercano attivamente un modo per migliorare le proprie vite; altri fanno per caso scoperte che possono portare dei vantaggi; altri ancora si opporranno, più o meno ipocritamente, a qualunque cambiamento; infine, altri ancora saranno disposti a fare qualsiasi cosa pur di avere un vantaggio sullз altrз. ( )
  lasiepedimore | Jan 17, 2024 |
Ricordo che comprai questo libro durante i primi anni di liceo, per una lettura estiva imposta dalla prof. di italiano. Ora, studiando per l'esame di antropologia dell'università, mi è tornato in mente e sono andata a recuperarlo nella libreria, alquanto in buono stato. Per dieci anni, mi ero quasi dimenticata di averlo, e sicuramente non mi era passata nemmeno per l'anticamera del cervello l'idea di leggerlo di nuovo.
L'altro giorno però, mi sono sentita incuriosita, forse perché sto trattando il tema o forse per svagarmi un po' dallo studio pressante del manuale antropologico..ed ecco qua!
Meglio di quel che mi aspettassi o ricordassi! Una storia che fa davvero riflettere..sulla natura umana e sul vero concetto di evoluzione..ci saremo davvero evoluti? Oppure, come nel libro, le comunità ancestrali erano esattamente come noi, con qualche comodità in meno? Uno spunto davvero interessante su cui riflettere. Assolutamente.
E comunque, ora sicuramente penserò più spesso al "più grande uomo scimmia del Pleistocene"!! ( )
  Anshin | Dec 31, 2023 |
Non fatevi trarre in inganno dal titolo pomposamente accademico: non è un trattato di paleontologia o una dissertazione sull’evoluzionismo. Nemmeno deve portarci fuori strada l’anno in cui il manoscritto di Roy Lewis ha visto le stampe: il 1960. Lo stile letterario e il ritmo del racconto di questo giornalista inglese è passato indenne attraverso il naturale processo di deperimento di ogni cosa, ha rincorso intere ere geologiche, anzi pare aver tratto vantaggio dalla patina del tempo, ne ha guadagnato il gusto armonico e rassicurante di un doppio malto invecchiato in botte. Il libro vanta, infatti, diverse edizioni in lingua originale con titoli che, nel corso degli anni sono mutati a più riprese: “Once Upon an Ice Age”, “What We Did to Father” e “The Evolution Man – Or, How I Ate My Father”. Non dobbiamo dimenticare che l’opera di Lewis fu inizialmente pubblicata come sei distinti episodi.

Detto ciò, e ne ho quasi la certezza dopo la terza rilettura del libro, “Il più grande uomo scimmia del Pleistocene” continua a far divertire un mondo il lettore. “Il libro che avete fra le mani è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni”, lo ha scritto nella prefazione dell’edizione Adelphi 1992 Terry Pratchett, scrittore britannico, noto per i suoi romanzi di fantasy umoristico. La sua satira, la leggerezza con cui ci conduce per mano nell'Africa centrale del tardo Pleistocene, sono i tratti distintivi che hanno eletto questo libro a “indispensabile” in una libreria che si rispetti. Il celebre biologo e naturalista Théodore Monod scrisse all’autore per segnalare un paio di errori tecnici, ma precisò che non importavano un accidente, perché la lettura del libro l’aveva fatto ridere così tanto che era caduto da un cammello nel bel mezzo del Sahara,

Come sempre nel raccontare le mie impressioni, cercherò di mantenere un certo riserbo su come si svolge la storia, nulla svelo però nel dire che il “racconto dell’Uomo” parte da gente come noi, del Pleistocene certo, ma cavernicoli qualunque, un branco di ominidi che come ogni brava famiglia cerca di sopravvivere tra gli impegni quotidiani, nei rapporti sociali con i vicini, nella rincorsa con il progresso e con le sue promesse su una vita migliore, più agiata forse, ma certo non meno complicata. Di questa divertente famigliola un aiuto ci viene da dentro: a fare da voce narrante omodiegetica è infatti Ernest, il figlio del principale interprete: Edward, uomo visionario nella sua epoca, giusto ed idealista, convinto di poter costruire una società migliore.

Edward è il leader del branco, instancabile curioso, osservatore attento del mondo che lo circonda, inventore straordinario, scopritore del fuoco e quindi apripista di un nuovo orizzonte di civiltà, oltre che precursore di un radicale rinnovamento della cucina preistorica che dal sushi passa direttamente all’arrosto. Una personalità generosa e aperta verso gli altri. Talmente proiettato ad una nuova architettura sociale da concepire come accettabile, anzi auspicabile, l’idea di una moglie fuori dal clan, quasi un tabù in una Rift Valley secolarmente incestuosa ed ora percorsa dai fremiti dell’evoluzione umana. A fare le spese di questa nuova e pazza idea del rimescolamento dei geni sarà Elsie, la sorella del narratore, costretta a cambiare il suo promesso sposo che la tradizione voleva fosse proprio il fratello.

Non tutti la pensano però come Edward! Il primo oppositore del futuro uomo vitruviano è il fratello, nel romanzo lo Zio Vania, un arboricolo assai poco socievole che nel progresso e quindi nell’evoluzione non vede un’opportunità, ma un pericolo. Egli è il degno rappresentante di quella generazione boomers della preistoria che rifiuta la postura eretta, quasi essa sia il preludio all’estinzione di uno status quo consolidato in centinaia d’anni e ridicolizzi il ricordo degli antenati scimmieschi. Per nulla irretito dal progresso, egli è dunque un negazionista per eccellenza. Ripudia ciò che il fratello osserva e scopre, salvo poi sfruttare ciò che di quanto è nuovo gli offre agio nella vita quotidiana e porre in chiara evidenza una buona dose di opportunismo sapientemente mescolato all’ipocrisia.

Di ogni componente della famigliola, la storia di Lewis, mette in luce i tratti caratteriali che ci paiono divertenti più che mai, in quanto di un’attualità sconcertante, quasi a sottolineare che se l’essere umano si è evoluto, nulla è però cambiato poi nella gestione delle istanze individuali, nelle relazioni con altri simili, nelle aspirazioni e nelle paure del diverso. Se un altro fratello di Edward, Zio Ian, non s’accontenta più degli orizzonti domestici e la sua passione per il viaggio e l’esplorazione del pianeta quasi anticipa il senso delle grandi migrazioni, Grisenda, la moglie del già citato Vania, incarna l’umano egoismo: non è contraria alle innovazioni prodotte dalle scoperte, ma è poco propensa alla condivisione delle stesse fuori dal clan per paura di offrire ad altri il vantaggio del progresso conquistato, sbarrando quindi la strada agli ideali della condivisione e della solidarietà, a favore della supremazia sugli altri. Una voce non isolata, poiché anche i figli del nostro principale interprete considerano inopportuno rinunciare ad un innegabile vantaggio nell’arte della sopravvivenza, un morbo che è forse il frutto di una paura connaturata all’essere umano e che determinerà l’esito delle vicende familiari di questo spaccato di Pleistocene.

Non manca nemmeno il peccato originale del maschilismo in questo libro, quello che condanna la donna ad un ruolo gregario, quasi dovesse espiare per l’eternità la colpa di aver capito, prima dell’uomo, che la mela era un frutto commestibile, dolce e succoso e che lo si poteva mangiare. Tra i cavernicoli della Rift Valley le abilità femminili in termini di sopravvivenza in un ambiente ostile, di adattabilità e intuito, sono adombrate da un atavico senso di superiorità che gli uomini paventano, ignorando che il fuoco come grande scoperta e l’evoluzione dell’umana comunicazione toccano entrambi i sessi. Bravo l’autore, che con l’ironia tagliente che contraddistingue la sua scrittura, lo vuole sottolineare ricordando che già nella visione maschile della lontana preistoria, la donna aspira solo ad una “caverna più bella” essendo quello luogo deputato alla sua soddisfazione e nella quale, grazie al progredire del linguaggio dell’umana evoluzione, poter parlare di frivolezze e sciocchezze con altre donne. E poco importa se il pensiero progressista di un habilis come Edward rinneghi il rapimento a favore del corteggiamento nella costruzione del proprio nucleo familiare.

Nel leggerlo, per quell’equilibrio tra allegria e rispetto dei nostri lontani antenati, vien quasi da pensare che le vicende di questa famiglia siano state da ispirazione per Kirk De Micco e Chris Sanders quando hanno pensato al film ed alla serie di animazione del 2013 “I Croods”. Se non altro per la ridda di personalità che fanno da cornice ai protagonisti principali e che incarnano la ricerca filosofica e spirituale (Ernest), la passione per il naturalismo e l’arte rupestre (Alexander), l’abilità nel lavoro e nelle arti manuali (Wilbur), così come per William è chiaramente manifesta l’anticipazione evolutiva nell’idea che gli animali possano essere addomesticati e forse, un giorno, persino allevati. Di certo, dal romanzo è tratto l'omonimo film d'animazione del 2015, co-produzione francese, belga, cinese e italiana, diretto da Jamel Debbouze.

Tra le risate c’è comunque uno spazio enorme su cui riflettere, sulla vera essenza della natura umana che saprà, anche in questo Pleistocene raccontato da Lewis, offrire il peggio di ciò che noi uomini siamo capaci di fare. ( )
  Sagitta61 | May 14, 2023 |
Quando inzierete a leggere questo libro assicuratevi di essere soli, evitate di leggerlo in luoghi pubblici tipo metropolitana, autobus o caffetterie. Queste piccole precauzioni vi saranno utili a non fare la figura dei matti quando leggendo il libro comincerete inevitabilmente a sganasciarvi dalle risate. Assicurato. Quindi, seppur non indicato sotto l'ombrellone o in aereo è l'idelae durante il fine settimana di relax al mare, in montagna o al lago. ( )
  Maistrack | May 28, 2016 |
Il parricidio e il necrologio sono sempre i migliori quelli che se ne vanno fa finire il pleistocene
Molto indeciso tra 4 e 5 stelle. Simpatico riflessivo. Gli ho dato 5 in quanto molto diverso dai soliti romanzi è un racconto fantasy scorrevole, in più ha il vantaggio di essere breve.

Pag 15 Querimonie (Fastidioso lamento, lagnanza protratta)
Pag 17 Grande falò per Zio Vania è un vulcano è contro natura.
PAg 21 No esperimenti di fisica per zio Vania solo Botanica e Zoologia.
Pag 22 le necessità di nutrimento aumentavano e si pensa al passaggio da foresta a steppa pieni di animali a 4 zampe. Economia per fare un carniere ti serve squadra di cacciatori che puoi nutrire solo con un carniere.
Pag 23 Partire dal piccolo (roditori, tartarughe) pestarla per masticarla con dei molari progettati per dieta frugivora (vuol dire a base di frutti)
Pag 24 Si cambia la dieta con instancabile ambizione e ferrea autodisciplina. Il rospo si mangia.
Pag 25 Il segreto è capire quando il leone ha fame oppure no così si dimezzano le perdite.
PAg 26 la classe dominante era quelle dei felini
Pag 27 le caverne non bastano mai (carenza di alloggi)
Pag 28 Usta (odorare)
PAg 29 intelligenza di appostarsi in posizione dominante
CAP 3
Pag 34-35 la natura sta dalla parte di chi ha vantaggio tecnologico cioè noi per il momento ma non lasciatevi inebriare
PAg 38 Alexander osserva lo si perde in contemplazione della natura ma disinteressato senza alcun risvolto tecnico (naturalista)
CAP4
Pag 42 Il ragionamento logico elimina tutte le alternative finche resta la domanda a cui rispondere. Impedire ai leoni di mangiarci. Tutti gli animali temono il fuoco.
Pag 43 Lo temiamo anche noi. Andare a vedere il vulcano da vicino incalzato dall'emergenza.
Pag 45 Guardando meglio capì il segreto della faccenda: quando un albero aveva preso fuoco l'attaccava ai vicini.
PAg 48 Appuntivano lance col fuoco. Calicoterio
Pag 49 idea della trappola con buca. Trappola a scatto e parte lancia. In nuce è il principio della retroazione. Schidiconi a scatto.
Pag 50 Nel campo dell'istruzione papà non vedeva alcuna alternativa al metodo diretto.
Pag 51 I metodi moderni di lavorare la selce hanno posto fine ad uno spreco di tempo e materia prima
Pag 52 Animali imparare dove vivere, cosa mangiano, che odore, come spendono il tempo e il loro linguaggio. Acocanthera abyssinica la linfa che uccide
Pag 53 I felini è solo specializzazione sono macchine per uccidere prede. Lo fanno alla perfezione, ma questa è anche la loro debolezza non gli resta nient'altro da fare. Non si evolveranno.
Pag 56 Zio Vania Semplice e innocente figlio della natura (citazione dell'Eden)
Pag 58 E' una fretta insana per Zio Vania, Tu Edward stai cercando di migliorare te stesso e questo è disobbediente e presuntuoso volgare piccolo-borghese e materialistico. L'orgoglio non resterà impunito.
Pag 60-61 Disegnano con rami carbonizzati su una parete di roccia un mammut.
CAP 7
Pag 63 Alexander abilissimo a intrappolare le ombre degli animali sulle rocce.
PAg 64 Il segreto dell'industria moderna è l'uso intelligente dei sottoprodotti
Pag 66 allevare un cane per la caccia
Pag 77 Narrazione epica dello Zio Ian grande viaggiatore
Pag 77-78 Pelle Nera nella foresta nella savana Bruno scuro o kaki
Pag 78 Ci sono climi e climi sahara rigoglioso Europa glaciazione
Pag 80 I neandertaloidi hanno idee metafisiche seppelliscono i morti
Pag 82 Sinantrophus
Pag 83 Zio Ian muore nel tentativo di domare un hipparion
Pag 88 a 15 anni adulti bisogna trovarsi delle compagne il papà introduce l'innovazione esogamia cioè al di fuori dell'orda a differenza degli animali.
Pag 89 se vogliamo un qualche sviluppo culturale dobbiamo mettere sotto pressione l'individuo
Pag 90 rudimentale vocabolario e grammatica comporta scarsa capacità di astrazione. Il linguaggio precede e nutre il pensiero. I castori limitano l'acqua e la rendono più forte delle limitazioni per sviluppare una forza irresistibile.
Pag 91 se dobbiamo acquisire una natura capace di individuare e risolvere problemi è inevitabile possedere una morale. Con tutto questo fuoco in giro il senso morale dell'uomo rischia di scomparire, oscurato dalla potenza tecnologica
Pag 102 Sei romantico a corrermi dietro per 12 giorni
Pag 103 Interessante perchè così diversa
PAg 105 Incomprensione uomo donna
PAg 108 Ernest il protagonista riflette su Griselda prima ne parla male poi capisce che ha avuto solo una cattiva educazione che ne ha fatto emergere al caparbietà
Pag 109 Ernest è inseguito e senza clava.
CAP 13
Amore! Dolce amore! I giovani d'oggi sanno bene cosa aspettarsi la generazione moderna ha perduto quel primo dolce spensierato rapimento.
Pag 124 Inventata o scoperta la cottura dei cibi
Pag 126 La cottura è un esempio di pensiero intuitivo
Pag 129-130 la digestione pesante fa fare ad Ernest un incubo
Pag 136 La musica in gruppo e la danza (mio commento si iniziano a sviluppare i neuroni specchio che sono indinspensabili per la vita in socialità e di cui gli autistici sembrano privi)
PAg 140-141 riescono ad accendere il fuoco ma danno fuoco a mezza foresta
Pag 144 fare terra bruciata per evitare che il fuoco si propaghi
Pag 153 polemica dare via i segreti del fuoco per il bene della specie o tenerli per il bene dell'orda?
Pag 160 il motto del papa scienziato è lasciare un mondo migilore di quello trovato. Vivete come se l'intero futuro dell'umanità dipendesse dal vostro impegno.
Pag 163 non si da un vantaggio senza sofferenza è l'evoluzione
Pag 173 Per addomestircare il cane va usata gentilezza e fermezza
Pag 174 L'invenzione del tiro con l'arco
Pag 177 Ernest parricida e poi ricordo del padre. Egli fu ci piace pensare il più grande uomo scimmia del pleistocene.
PAg 178 non fu lui a creare il mondo intero. ( )
  AlbyVintage | Jun 5, 2012 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Roy Lewisautore primariotutte le edizionicalcolato
Picasso, PabloImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato
Youll, PaulImmagine di copertinaautore secondarioalcune edizioniconfermato

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To my darling daughters, Dr Theodore Reik, and some others
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When the winds blew strongly from the North, bringing an icy reminder that the great ice-cap was still advancing, we used to pile all our stores of brushwood and broken trees in front of the cave, make a really roaring fire, and tell ourselves that however far south it came this time, even in Africa, we could meet it and beat it.
Citazioni
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Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

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L'evoluzione di una famiglia di cinquecentomila anni fa, sotto la guida del grande padre Edward, narrata dal figlio Ernest con delizioso humour. Tra discussioni e ansie per la bontà delle nuove invenzioni, la scoperta del fuoco, della lancia, del matrimonio... sempre sulla base della elementare esigenza di mangiare senza essere mangiati. Una riflessione arguta e lieve sulla storia dell'umanità, nella migliore tradizione letteraria e scientifica inglese.

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Descrizione del libro
"Il libro che avete tra le mani è uno dei più divertenti degli ultimi cinquecentomila anni. Detto così alla buona, è il racconto comico della scoperta e dell'uso, da parte di una famiglia di uomini estremamente primitivi, di alcune delle cose più potenti e spaventose su cui la razza umana abbia mai messo le mani: il fuoco, la lancia, il matrimonio e così via. È anche un modo di ricordarci che i problemi del progresso non sono cominciati con l'era atomica, ma con l'esigenza di cucinare senza essere cucinati e di mangiare senza essere mangiati." (Dalla presentazione di Terry Pratchett)
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