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Risorgimento da riscrivere: liberali & massoni contro la Chiesa (1997)

di Angela Pellicciari

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L'unità d'Italia è stata cucita a spese della Chiesa. Il processo storico di unificazione dal 1848 al '61 si è svolto contestualmente a una vera e propria guerra di religione condotta nel Parlamento di Torino - dove tra i liberali siedono i massoni - contro la Chiesa cattolica.
I liberali aboliscono tutti gli ordini religiosi della Chiesa di Stato, spogliano di ogni avere le 57.492 persone che li compongono, sopprimono le 24.166 opere pie, lasciano più di 100 diocesi senza vescovo, impongono al clero l'obbligo di cantare il Te Deum per l'ordine morale raggiunto, vietano la pubblicazione delle encicliche pontificie, pretendono siano loro somministrati i sacramenti nonostante la scomunica, e, come se nulla fosse, si proclamano cattolici.
Perché? Perché proprio lo Stato sabaudo, che si dice costituzionale e liberale, alla guida del moto risorgimentale dedica accanite sessioni parlamentari per la soppressione degli ordini religiosi? Con quali motivazioni ideologiche, morali, politiche e giuridiche? Sulla base di una mole impressionante di fonti originali, Angela Pellicciari dimostra che colpendo il potere temporale della Chiesa s'intendeva annientarne la portata spirituale. Dell'iconografia tradizionale resta un Ottocento tormentato, certo spregiudicato, molto meno romantico, che apre a una più piena comprensione delle difficoltà riscontrate fino a oggi nell' evoluzione della nostra identità nazionale. ( )
  BiblioLorenzoLodi | Mar 6, 2015 |
Un libro tragicamente inadeguato al titolo: un pamphlet di trecento pagine (di cui 100 note) per arrivare a dire quanto è perfida la riforma protestante. Un testo fermo al Concilio di Trento (con forse qualche avvisaglia del Vaticano I) e al "non expedit", nella dura lotta contro i campioni del protestantesimo e della massoneria (accomunati!), naturalmente agli ordini della Perfida Albione e dei Francesi, i cui massimi esponenti erano l'abate Gioberti (lui!) e Massimo D'Azeglio, colpevole nientemeno che di aver portato alla perdizione la Casa Savoia.
Per metà dedicato alle accuse contro i Gesuiti, le Gesuitesse ed i Gesuitanti, cacciati da tutti i Paesi europei, ma non una parola sull'accusa portante né sulla loro (auto)difesa. Semplicemente prime vittime della dilagante e subdola massoneria, che evidentemente contagiò anche Pio IX, il quale, chissà perché, arrivò a sciogliere l'Ordine.
Per l'altra metà dedicato alla questione teologica di fondo che non era la libertà di culto bensì la libertà di proprietà, perché l'inghippo è tutto lì: la difesa delle proprietà degli ordini religiosi e della Chiesa, duramente messe alla prova dalla Legge sulle Guarentigie.
Il Risorgimento, quindi, non è da riscrivere per la genesi, lo sviluppo e l'incancrenimento delle mille e mille problematiche storiche irrisolte che ha lasciato, ma perché ha trattato male prima Gregorio XVI e poi Pio IX, spingendo tutta l'Europa alla sottovalutazione di uno degli atti principali della Chiesa che era (e forse è ancora?) il Sillabo (!!).
Alla faccia delle dichiarazioni del Segretario di Stato vaticano che ha recentemente sostenuto, in pubblico, alla commemorazione della Presa di Porta Pia: "La perdita del potere temporale è stato un bene per la Chiesa". ( )
  ddejaco | Feb 7, 2011 |
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Titolo canonico
Titolo originale
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Epigrafe
Dedica
A Ettore
Incipit
«E' cosa vergognosa che questi ciarloni nonn sapiano far altro che accaniirsi contro i frati in momenti supremi come questi»: così scrive Costanza D'Azelio al figlio Emanuele, a Londra come rappresenattne del governo sardo.
Citazioni
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
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