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La rizzagliata (2009)

di Andrea Camilleri

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2751696,214 (3.26)Nessuno
"Il romanzo si colloca nelle vicinanze della cronaca più recente. E dà una rappresentazione storicamente ravvicinata del generale insordidamento politico: delle occulte geometrie e delle segrete intese fra poteri forti trasversali alle colorazioni stinte dei partiti; degli strusciamenti della corruzione; delle collusioni mafiose; dei vari gradi di perversione del linguaggio velato o atteggiato, elusivo o reticente, ossequioso o intimidatorio. Le apparenze abbagliano. Ed è sconsigliato denudare le parole e interpretare i fatti. L'impermeabilità della politica irradia di sé le carriere, nelle aziende pubbliche, e i passaggi dei pacchetti azionari nella Banca dell'Isola; e persino le alcove: le fedeltà e le infedeltà coniugali; l'amor costante e le passioni tattiche. La giostra, che la politica fa intorno al cadavere di una studentessa assassinata e al fidanzato raggiunto da un avviso di garanzia, viene seguita, e assecondata, dal direttore del telegiornale isolano. Anche gli innocenti, che credono di star fuori o ai margini della trama, e sanno come 'cataminarisi', hanno le loro tare e qualche inaspettato tornaconto nel romanzo. La verità è confezionabile, come qualsiasi menzogna. [...]" Salvatore Silvano Nigro… (altro)
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Questo Camilleri senza Montalbano io lo vedo diverso da ogni altra cosa di Camilleri che io almeno abbia letto, un po' sulla linea del durissimo "Tailleur grigio" dello stesso autore. Siamo nel territorio dell'oggi e in ambiti (professionali, politici e ambientali) che l'autore conosce bene. Una commedia umana che raggiunge un 150% sulla scala del realismo. Manca la bonomia ironica, manca la luce etica e affettiva che ci ha accompagnato anche nelle storie più recenti, fino a che il protagonista è stato il commissario Montalbano. Sia pure un Montalbano più cupo sul piano personale e soprattutto sul piano collettivo.
Qui non c'è accanto a noi la mediazione di un eroe. Qui non ci sono eroi, non ci sono quasi colpe: c'è una struttura narrativa abile nel gettare la rete e poi tirarla a riva con dentro a dibattersi i protagonisti e il lettore insieme. Senza scampo. Un romanzo più vicino a "Gomorra" o a "Il potere del cane" - per intenderci - che al Camilleri che abbiamo conosciuto. Sempre da non perdere, ma sapendo che lascia la bocca spaventosamente amara.
  patri50 | Aug 1, 2012 |
Camilleri ha molte cose da raccontare, e si ha come l'impressione che non voglia "sporcare" il puro Montalbano e allora, quando la storia che vuole raccontare è tale da non salvare nessuno di coloro che vi ruotano attorno ecco un romanzo senza personaggi fissi, dove di "buono" non ce n'è uno.
  ShanaPat | Jul 22, 2012 |
Piacevolissimo libro del "solito" Camilleri.

Chi è un fan di Montalbano, non resterà deluso: più o meno i personaggi sono simili, vengono soltanto trasposti in un'altra città (Palermo), e in un'altra situazione (redazione giornalistica TV). Troviamo Michele Caruso, che è il "Montalbano" della situazione, Cate, la segretaria, che fa la "Catarella", Alfio Smecca, che è il Mimì Augello (pur se con differenze notevoli).

Fatica a partire nei primi capitoli, ma poi si legge tutto d'un fiato. Consigliato ai cultori di Camilleri! ( )
  dpaleino | Apr 18, 2011 |
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Andrea Camilleriautore primariotutte le edizionicalcolato
Kahn, MosheÜbersetzerautore secondarioalcune edizioniconfermato

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Titolo originale
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Personaggi
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Eventi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
«Assolutamente no!» sclamò Michele Caruso, il direttore.
«Vorrei chiarirti...» insistì Alfio Smecca, redattore e conduttore del notiziario regionale di prima serata.
«Non hai niente da chiarirmi, Alfio».
«Ma è 'na pura e semplici notizia di cronaca, Michè!»
«Quanto sei 'nnuccintuzzu, Alfiù! Tiè, mozzica il ditino!»
Citazioni
Ultime parole
(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

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"Il romanzo si colloca nelle vicinanze della cronaca più recente. E dà una rappresentazione storicamente ravvicinata del generale insordidamento politico: delle occulte geometrie e delle segrete intese fra poteri forti trasversali alle colorazioni stinte dei partiti; degli strusciamenti della corruzione; delle collusioni mafiose; dei vari gradi di perversione del linguaggio velato o atteggiato, elusivo o reticente, ossequioso o intimidatorio. Le apparenze abbagliano. Ed è sconsigliato denudare le parole e interpretare i fatti. L'impermeabilità della politica irradia di sé le carriere, nelle aziende pubbliche, e i passaggi dei pacchetti azionari nella Banca dell'Isola; e persino le alcove: le fedeltà e le infedeltà coniugali; l'amor costante e le passioni tattiche. La giostra, che la politica fa intorno al cadavere di una studentessa assassinata e al fidanzato raggiunto da un avviso di garanzia, viene seguita, e assecondata, dal direttore del telegiornale isolano. Anche gli innocenti, che credono di star fuori o ai margini della trama, e sanno come 'cataminarisi', hanno le loro tare e qualche inaspettato tornaconto nel romanzo. La verità è confezionabile, come qualsiasi menzogna. [...]" Salvatore Silvano Nigro

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