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La diplomazia del cinismo

di André Castelot

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Aggiunto di recente daNonnaLuisa, M.Antonia, PpArcadius, fortunae
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
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Epigrafe
Voglio che per secoli si continui a discutere di quello che sono stato, di quello che ho pensato, di quello che ho voluto. (Talleyrand) // Credono che io sia immorale e machiavellico, mentre sono soltanto impassibile e sdegnoso. (Talleyrand) // Non sarebbe stato, non sarebbe affatto quello che è se avesse avuto un po' di moralità. (Metternich)
Dedica
A Bernardine e a Christian Melchior-Bonnet
Incipit
Nel tentativo di descrivere il suo carattere di spiegare i suoi comportamenti e la sua acredine, Talleyrand dichiarò un giorno a Mme de Rémusat: "Bisogna risalire ai primi anni della mia giovinezza... Il modo come trascorriamo questo periodo cruciale influirà poi su tutta la nostra vita; e se vi dicessi come l'ho trascorso io, parecchie mie azioni vi stupirebbero meno".
Citazioni
Ultime parole
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Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese

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Descrizione del libro
"Mi serviva un aristocratico" aveva detto Napoleone "che fosse in grado di usare un'insolenza principesca." E lo trovò in Talleyrand, abile diplomatico, intrigante ministro degli esteri, vescovo e principe, ex deputato rivoluzionario, tenero amante e cinico affarista. Ritratto di un uomo e di un'epoca, in quest'opera di Castelot rivive in una rievocazione avvincente, suggestiva e storicamente documentata, quell'ambiente dell'alta diplomazia che ebbe in mano i destini d'Europa. Talleyrand seguì l'epopea napoleonica, contribuendo ad ingigantirla, con un occhio ai sovrani d'Europa e ai possibili mutamenti, pronto a tradire il suo signore ai primi accenni del tracollo. Talleyrand trovò in Metternich, il campione della Restaurazione, un avversario e un socio d'affari, e cominciò a pensare che un assetto europeo più stabile si potesse raggiungere senza Napoleone e i suoi sogni di dominio universale. Il Congresso di Vienna delle Grandi potenze sarà il suo trionfo e quello di Metternich. Le trame che tengono assieme l'Europa sono legate dalle loro abili mani. Molti sostengono che Talleyrand fece soltanto i propri interessi, come quando chiese allo zar un milione e mezzo di franchi per avergli risparmiato una guerra; molti altri ritengono, se non altro, che gli interessi della Francia 'coincisero' con quelli di Talleyrand.
Il ministro degli esteri aveva mille volti. Caustico, elegante, intelligente, con un senso profondo della storia e un intuito infallibile circa il futuro: questo il giudizio degli uni; astuto, egoista, meschino, cinico, opportunista e perfino criminale, nel giudizio degli altri; a volte, per gli stessi, tutte queste cose insieme. La sua fama, il fatto di averne una detestabile, finisce per diventare elemento di attrazione, e indubbiamente lo è per le moltissime donne, giovani e non più giovani, nobili e borghesi, che si sono legate a lui in occasionali avventure, come compagne della vita, come amanti, come ammiratrici e che gli sono rimaste amiche fino alla fine dei suoi giorni. E forse per le stesse ragioni egli si attira amicizia e odio alterni di re, imperatori, ministri e intellettuali: a Varsavia, per preparare l'invasione della Russia, a Erfurt per tramare il rovesciamento di Napoleone, a Vienna per sistemare l'assetto dell'Europa, a Parigi per restaurare la monarchia, a Londra per legarla all'antico avversario. Talleyrand fu il condottiero di quella 'grande armée' dei diplomatici, di cui Metternich fu l'ispiratore, che seguì gli eserciti per restaurare la vita civile con il fine di raggiungere un durevole equilibrio politico in Europa mediante la diplomazia del cinismo.
Riassunto haiku

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