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Paul Feyerabend's globally acclaimed work, which sparked and continues to stimulate fierce debate, examines the deficiencies of many widespread ideas about scientific progress and the nature of knowledge. Feyerabend argues that scientific advances can only be understood in a historical context. He looks at the way the philosophy of science has consistently overemphasized practice over method, and considers the possibility that anarchism could replace rationalism in the theory of knowledge. This updated edition of the classic text includes a new introduction by Ian Hacking, one of the most important contemporary philosophers of science. Hacking reflects on both Feyerabend's life and personality as well as the broader significance of the book for current discussions.… (altro)
Nel suo attacco contro il metodo, Feyerabend si schiera contro la filosofia della scienza che, pur non avendo al suo attivo una sola scoperta importante, beneficia del boom della scienza e della posizione di potere da essa acquisita, pretendendo addirittura di imporle i canoni e le norme cui uniformarsi: Per progredire, la scienza ha bisogno della liberta piu assoluta; in questo senso e un'impresa essenzialmente anarchica, non riconoscendo alcun vincolo alla sua attivita, ne alcuna autorita al di sopra di se, neppure la ragione. Le regole che i filosofi della scienza sono venuti astraendo dalla sua attivita hanno creato entita fittizie che non hanno piu nulla in comune con il concreto procedere della ricerca. Lo studio della storia della scienza dimostra che l'applicazione delle norme inventate dagli epistemologi avrebbe inibito e reso impossibile lo sviluppo scientifico: l'esempio di Galileo e della sua lotta a favore del copernicanesimo dimostra che in tale fase cruciale della storia della scienza hanno avuto un'importanza determinante qualita non certo genuinamente "scientifiche", come la fantasia, l'astuzia, la retorica e la propaganda, e che la scienza non avrebbe potuto progredire se in varie circostanze la ragione non fosse stata ridotta al silenzio. In polemica con Popper e Lakatos, per Feyerabend il progresso intellettuale richiede che inventivita e creativita non vengano inibite ma possano svilupparsi e manifestarsi senza freni.
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Introduction: Science is an essentially anarchic enterprise: theoretical anarchism is more humanitarian and more likely to encourage progress than its law-and-order alternatives.
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Examining this function of the arts and trying to establish a mode of research that unites their power with that of science and religion seems to be a fascinating enterprise and one to which I might devote a year (or two, or three...).
Paul Feyerabend's globally acclaimed work, which sparked and continues to stimulate fierce debate, examines the deficiencies of many widespread ideas about scientific progress and the nature of knowledge. Feyerabend argues that scientific advances can only be understood in a historical context. He looks at the way the philosophy of science has consistently overemphasized practice over method, and considers the possibility that anarchism could replace rationalism in the theory of knowledge. This updated edition of the classic text includes a new introduction by Ian Hacking, one of the most important contemporary philosophers of science. Hacking reflects on both Feyerabend's life and personality as well as the broader significance of the book for current discussions.
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Nel suo attacco contro il metodo, Feyerabend si schiera contro la filosofia della scienza che, pur non avendo al suo attivo una sola scoperta importante, beneficia del boom della scienza e della posizione di potere da essa acquisita, pretendendo addirittura di imporle i canoni e le norme cui uniformarsi: Per progredire, la scienza ha bisogno della liberta' piu' assoluta; in questo senso e un'impresa essenzialmente anarchica, non riconoscendo alcun vincolo alla sua attivita', ne alcuna autorita' al di sopra di se, neppure la ragione. Le regole che i filosofi della scienza sono venuti astraendo dalla sua attivita' hanno creato entita' fittizie che non hanno piu nulla in comune con il concreto procedere della ricerca. Lo studio della storia della scienza dimostra che l'applicazione delle norme inventate dagli epistemologi avrebbe inibito e reso impossibile lo sviluppo scientifico: l'esempio di Galileo e della sua lotta a favore del copernicanesimo dimostra che in tale fase cruciale della storia della scienza hanno avuto un'importanza determinante qualita' non certo genuinamente "scientifiche", come la fantasia, l'astuzia, la retorica e la propaganda, e che la scienza non avrebbe potuto progredire se in varie circostanze la ragione non fosse stata ridotta al silenzio. In polemica con Popper e Lakatos, per Feyerabend il progresso intellettuale richiede che inventivita' e creativita' non vengano inibite ma possano svilupparsi e manifestarsi senza freni. (piopas)
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