Riletto dopo tanto tempo mantiene intatto il fascino della prima lettura. Grisham ha uno stile e un modo di raccontare che mi avvince e conquista ogni volta. ( )

John Grisham parlandoci della mafia della famiglia Morolto di Chicago, forse, in realtà vuole parlarci della fragilità americana, delle tante vite senza radici, sfilacciate ed affidate al caso.
Mitch Mc Deere è un giovane e ambizioso avvocato uscito da Harvard che non sa nulla della mafia e nella sonnolenta Memphis pensa di avere semplicemente agguantato il destino di una carriera brillante, anche se lo studio Bendini, Lambert e Locke è qualcosa di un po’ diverso da una banale sede di una società legale.
Mitch scoprirà velocemente di essersi impigliato, senza apparente via d’uscita, in una ruota dentata infernale che lo trascina inesorabilmente nel cuore della mafia di Chicago.
In fondo era una vittima predestinata, perché appunto, privo di radici: senza più contatti nè con la madre che conduce una vita stentata, né col padre inquilino d’una roulotte in qualche periferia, ma con l’unico desiderio di liberare Ray, il fratello recluso a Brushy Mountan.
450 pagine di sincronismi perfetti, che non lasciano mai cadere la tensione della lettura, in una vicenda che ci conduce tra città della provincia americana, Nashville, Atlanta, Mobile, fino alle isole Cayman, scrigno di tutte le attività illecite, ma anche incanto caraibico dove Mitch Mc Deere troverà l’occasione per riscattare la sua esistenza.
Forse proprio questo finale un po’ scontato ci racconta, come, il sogno americano metta in conto il prezzo altissimo di una vita definitivamente provvisoria. ( )