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Too Loud a Solitude di Bohumil Hrabal
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Too Loud a Solitude (originale 1976; edizione 1992)

di Bohumil Hrabal (Autore), Michael Henry Heim (Traduttore)

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1,6434710,690 (3.99)103
Hantá rescues books from the jaws of his compacting press and carries them home. Hrabal, whom Milan Kundera calls "our very best writer today," celebrates the power and the indestructibility of the written word. Translated by Michael Henry Heim.
Utente:PLHarreman
Titolo:Too Loud a Solitude
Autori:Bohumil Hrabal (Autore)
Altri autori:Michael Henry Heim (Traduttore)
Info:Mariner Books (1992), Edition: First, 112 pages
Collezioni:La tua biblioteca
Voto:
Etichette:Czech Literature

Informazioni sull'opera

Una solitudine troppo rumorosa di Bohumil Hrabal (1976)

  1. 20
    Fahrenheit 451 di Ray Bradbury (edwinbcn)
  2. 00
    The Last Summer of Reason di Tahar Djaout (labfs39)
    labfs39: Both are books about books and the people that risk their lives to save them and the ideas they represent.
  3. 00
    Malloy; Malone muore; L'innominabile di Samuel Beckett (MaskedMumbler)
  4. 01
    Una banda di idioti di John Kennedy Toole (sipthereader)
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Ho letto molti dei commenti entusiastici a quest'opera di Hrabal, e la maggior parte li ho trovati sicuramente condivisibili riguardo ai significati, alle metafore sociali, culturali, storiche e filosofiche presenti nel libro e dei quali riconosco a pieno il valore e l'importanza e che sono tanto doviziosamente evidenziate nei vari commenti... ma il fatto è che c'è modo e modo per raccontare le cose, ed io questo, scusatemi, ma l'ho trovato un tantino disgustoso! ( )
  ermita | Aug 1, 2012 |
Una solitudine troppo rumorosa / Bohumil Hrabal
Incipit:
"Da trentacinque anni lavoro alla carta vecchia ed è là la mia 'love story'. Da trentacinque anni presso carta vecchia e libri, da trentacinque anni mi imbratto con i caratteri, sicché assomiglio alle enciclopedie, delle quali avrò pressato sicuramente trenta quintali, sono una brocca piena di acqua viva e morta, basta inclinarsi un poco e da me scorrono pensieri tutti belli, contro l mia volontà sono istruito e così in realtà neppure so quali pensieri sono miei e provengono da me e quali li ho letti ... "

Un libro che è una vera boccata d'aria fresca. A parte il caratteristico e coinvolgente surrealismo ceco e praghese che ricorda altre notevoli letture (Il buon soldato Švejk, Praga magica), vorrei sottolineare tre aspetti:
1) la poeticità del testo: questo non è un romanzo, ma un testo poetico. La poesia lo percorre, a partire dal protagonista che ama il suo lavoro, è felice di offrire agli altri piccole gioie (i libri che riesce a raccogliere), che offre tutto quello che ha, senza chiedere niente, alle donne che ama. Stupendo esempio di testo poetico è quello relativo alla piccola zingara: ".... tanto più pensavo alla mia zingara, che non esultava mai, che non voleva niente altro che aggiungere carbone nella stufa e cucinare gulash di patate con salame di cavallo e andare a prendere le birre dalla brocca grande, non voleva altro che spezzare il pane come l'ostia santa e poi guardare attraverso lo sportellino aperto della stufa la stufa e i raggi, lo scoppiettio melodioso del fuoco, il canto del fuoco che lei conosceva dall'infanzia ..."
In fondo anche Hanta (il protagonista) è così, uno che "non voleva altro" che lavorare con la sua pressa, impossessarsi di nuovi pensieri e dare qualche gioia agli altri (le piccole gioie).
2) Il secondo aspetto è la capacità di offrire una scrittura "visiva" attraverso le immagini, la descrizione degli oggetti e, soprattutto, i colori: "mosca verde e azzurro metallico", "guanti arancioni e azzurro chiaro e berretti americani gialli", "tuta azzurra fino ai capezzoli", "girocolli verdi", "calzini viola", ecc.
E poi l'uso delle opere dei pittori per foderare i pacchi imballati: i Girasoli di van Gogh, Buongiorno, signor Gauguin. Tele molto colorate, in contrasto con il grigiore del sottosuolo dove lavora Hanta.
3) Il lavoro, la bellezza del lavoro che produce cose e, per quanto riguarda il protagonista, soprattutto la creatività, il lavoro come opera d'arte che si realizza nei pacchi foderati di riproduzioni artistiche, con dentro l'anima di un'opera classica.
Il lavoro è presente in tutto il testo, anche perché tutto avviene in un posto di lavoro e tutto si conclude lì. Hanta si realizza nel suo lavoro e immagina addirittura di portarsi a casa la pressa (come la locomotiva per lo zio), una volta in pensione. Il lavoro è presente nelle operaie di Libuse che macellano i polli, nella storia di Mancinka che attraverso innumerevoli fidanzati si fa costruire la casa (sterratore, muratore, falegname, idraulico, copritetti, imbianchino, ebanista e poi lo scultore), nell'elenco delle fasi per la produzione dei libri (scrivere, correggere, leggere, illustrare, comporre, refusare, ricomporre, ecc.).
Infine la crisi personale di Hanta è strettamente legata alla crisi del suo modo di lavorare: la gita a Bubny gli rivela un mondo nuovo, contrapposto al suo, che lo coinvolgeva sia fisicamente ("per gustare sulle dita la carta") sia spiritualmente e intellettualmente (la creazione dei pacchi, come opere d'arte):

" ... perché a un tratto seppi con precisione che quella pressa gigantesca era un colpo a tutte le presse piccole, sapevo d'un tratto che quello che stavo vedendo era una nuova epoca nella mia branca, che quelli erano ormai altri uomini, un altro modo di lavorare ... Era giunta la fine delle piccole gioie che in un piccolo deposito giungevano in forma di libri e libriccini ritrovati ..."

"... qui seppi che era definitivamente la fine dei vecchi tempi, che era finita l'epoca in cui l'operaio, in ginocchio e fra le dita e i palmi, combatteva col materiale come se ci lottasse, lo metteva sulla pala, sicché ogni vecchio tipo di operaio era distrutto e imbrattato dal lavoro, perché doveva far spremere il lavoro al corpo"

Non c'è più legame tra lavoro e vita, il lavoro non è più espressione, realizzazione di se stessi, diventa pura procedura tecnica, senza coinvolgimento e senza pensiero. Gli operai nuovi, anzi "i nuovi uomini" possono fare la gita in Grecia, senza nulla sapere della Grecia, senza, in sintesi, pensare. ( )
2 vota ren47 | Sep 7, 2008 |
“Così alienato e derubato ritorno anche dal lavoro, silenzioso e in profonda meditazione cammino per le vie, …..passo sognante col verde senza neppure accorgermene, non urto contro i lampioni né contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di sporcizia, ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualche cosa che ancora non so”.

E' un libro malinconico, strano, a tratti di difficile comprensione. Certamente autobiografico: Hrabal racconta la sua Praga, gli odori, le osterie, la sua passione per la birra ma, soprattutto, l’ amore per le arti e la letteratura. E’ un omaggio ai bibliofili, agli innamorati dei libri, ai sognatori che confondono la realtà con i propri pensieri al punto da vivere con poesia anche la propria fredda quotidianità. L’ incipit mi ha coinvolto, i passi successivi mi hanno irritano per il senso di opprimente soffocamento ma per una, per me inspiegabile ragione, mi hanno tenuta inchiodata lì a comprendere il senso filosofico del tutto. E’ uno di quei libri che andrebbero riletti non fosse altro per le splendide citazioni contenute. ( )
  pecs | Aug 28, 2008 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Bohumil Hrabalautore primariotutte le edizionicalcolato
Ducreux-Palenicek, Anne-MarieTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Godlewski, PiotrTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Heim, Michael HenryTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Keller, MaxTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Mercks, KeesTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Sacher, PeterTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Zgustová, MonikaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
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Luoghi significativi
Eventi significativi
Film correlati
Epigrafe
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Only the sun has a right to its spots.
- Goethe
Dedica
Incipit
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For thirty-five years now I've been in wastepaper, and it's my love story.
Citazioni
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How much more beautiful it must have been in the days when the only place a thought could make its mark was the human brain and anybody wanting to squelch ideas had to compact human heads, but even that wouldn't have helped, because real thoughts come from outside and travel with us like the noodle soup we take to work; in other words, inquisitors burn books in vain. If a book has anything to say, it burns with a quiet laugh, because any book worth its salt points up and out of itself. …. When my eye lands on a real book and looks past the printed word, what it sees is disembodied thoughts flying through the air, gliding on air, living off air, returning to air, because in the end everything is air, just as the host is and is not the blood of Christ.
I can be by myself because I'm never lonely, I'm simply alone, living in my heavily populated solitude, a harum-scarum of infinity and eternity, and Infinity and Eternity seem to take a liking to the likes of me.
Not until we're totally crushed do we show what we are made of.
For thirty-five years now I've been in waste paper, and it's my love story. For thirty-five years I've been compacting wastepaper and books, smearing myself with letters until I've come to look like my encyclopaedias... I am a jug filled with water both magic and plain; I only have to lean over and a stream of beautiful thoughts flows out of me.
Because when I read, I don't really read; I pop a beautiful sentence into my mouth and suck it like a fruit drop, or I sip it like a liqeur until the thought dissolves in me like alcohol, infusing brain and heart and coursing on through the veins to the root of each blood vessel.
Ultime parole
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Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (2)

Hantá rescues books from the jaws of his compacting press and carries them home. Hrabal, whom Milan Kundera calls "our very best writer today," celebrates the power and the indestructibility of the written word. Translated by Michael Henry Heim.

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Descrizione del libro
Riassunto haiku

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