Anni di cani è un libro di straordinaria densità, nulla è semplice. La cultura tedesca fa i conti con se stessa, con il suo passato, con le contraddizioni di un popolo attraverso un viaggio intenso nella storia recente di una nazione che ha voluto rompere i ponti con l’umanità. Ma il punto di vista di Grass va ben oltre le banali miopi visioni di colpe collettive, inquadrando tutto con la lente degli individui, dei singoli individui, due cani, padre e figlio, Harmas, cane del falegname, e Prinz, il pastore tedesco di Hitler, sopravvissuto al crepuscolo e poi divenuto Pluto nell’inquietante Germania della ricostruzione. Tre atti per un libro fondamentale della letteratura del secolo scorso, dove le tecniche letterarie si sovrappongono, fantastica la composizione del processo ad uno dei protagonisti ispirata ai cori delle tragedie greche, con una proposta polifona delle voci. Ed il passaggio dalla repubblica di Weimar al nazismo, e poi all’antinazismo, con gli individui che salgono e scendono dai camion dei vincitori, pronti ad additare chi non accettando l’omologazione rifiuta anche l’etichetta di anti, è il filo conduttore di questo lavoro. E’ un libro difficile, la lettura è davvero ostica, ci vuole impegno, dedizione, ma ne vale la pena Quando lo finisci senti che questi anni di cani ti sono rimasti dentro, davvero. ( )