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Sto caricando le informazioni... Ogni cosa è illuminata (2002)di Jonathan Safran Foer
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Il mio rapporto con questo libro è stato decisamente complicato. Per le prime 150 pagine (che su un libro di 327 non sono poche) volevo frullarlo fuori dalla finestra: confuso, con una trama labile che si perde tra manierismi ed artifici retorici stucchevoli (qualcuno ha detto la parlata di Alex?). Andando avanti i difetti di scrittura restano, ma certi punti della storia acquistano mordente e ci sono perfino alcune scene toccanti, come i racconti di Lista e del Nonno; e non penso sia un caso se i momenti migliori dell'opera sono quelli in cui le vicende si fanno serie e non c'è spazio per elucubrazioni astratte. Il finale è in qualche modo poetico ma lascia con più domande che risposte, la sensazione è che l'autore stesso non sapesse bene dove andare a parare e che tenere tutto in sospeso fosse la scelta più facile e furbetta. E' il romanzo d'esordio di Jonathan Safran Foer ed anche il primo suo che abbia letto e devo dire che spesso mi ha ricordato Baricco: non tanto per lo stile ma per quella voglia di stupire che troppo spesso mette in ombra la voglia di narrare. Sono convinta che se invece di comporre un esercizio di stile avesse semplicemente raccontato la storia così come l'aveva concepita il libro ci avrebbe guadagnato in autenticità e coinvolgimento; stando così le cose per me resta un libro passabile e nulla di più, in cui la sostanza non manca ma è sommersa da un uso eccessivo della forma. Ogni cosa è illuminata è il primo libro dello scrittore statunitense Jonathan Safran Foer, pubblicato nel 2002. Da esso è stato tratto un omonimo film nel 2005. Il romanzo è ispirato alla vicenda personale dell'autore, che nel 1999 viaggiò in Ucraina per fare ricerche sulla vita di suo nonno. (fonte: Wikipedia) Con una vecchia fotografia in mano, un giovane studente ebreo americano intraprende un viaggio in Ucraina alla ricerca della donna che (forse) ha salvato suo nonno dai nazisti. Ad accompagnarlo sono il coetaneo Alex, della locale agenzia "Viaggi Tradizione", suo nonno e un cane puzzolente. Il racconto esilarante, ma a tratti anche straziato, del loro itinerario si alterna a una vera e propria saga ebraica, che ripercorre la storia favolosa di un villaggio ucraino dal Settecento fino alla distruzione avvenuta a opera dei nazisti. Straordinario libro tripartito in maniera perfettamente equilibrata tra comico e tragico: una parte comprende il viaggio del giovane Jonathan(accompagnato da Alex e suo nonno) in Ucraina alla ricerca della donna che salvò suo nonno dai nazisti; il tutto è scritto dal punto di vista di Alex. Una seconda parte comprende il romanzo scritto da Jonathan, che inventa la storia del paesino ucraino e del nonno. La terza parte è composta dalle lettere di Alex che presenta a Jonathan ciò che ha scritto, cioè la "prima parte" del romanzo. Il film limita molto le potenzialità del libro valorizzando il punto di vista divertente a scapito di quello drammatico e riduce l'aspetto di "incastro temporale" reso nel libro(la storia del paese ucraino dal settecento al '44,il viaggio di Jonathan che torna in Ucraina,...) nessuna recensione | aggiungi una recensione
Appartiene alle Collane EditorialiÈ contenuto inHa l'adattamentoPremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
Con una vecchia fotografia in mano, un giovane studente, che si chiama Jonathan Safran Foer, visita l'Ucraina per trovare Augustine, la donna che può aver salvato suo nonno dai nazisti. Jonathan è accompagnato nella sua ricerca da un coetaneo ucraino, Alexander Perchov, detto Alex. Alex lavora per l'agenzia di viaggi di famiglia, insieme a suo nonno che, a dispetto di una cecità psicosomatica fa l'autista, e in compagnia di una cagnetta maleodorante, chiamata Sammy Davis Jr Jr, in onore del cantante preferito dal nonno. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Poi tutto si acquieta... e si può tornare a vedere i film di Kusturica.
“- Ci sono tanti scrittori russi pregiati, giusto?
- Oh certo. In quantità.
Tolstoj, giusto? Lui ha scritto Guerra e anche Pace che sono libri pregiati e ha anche vinto il Premio Nobel della Pace per la Letteratura, se non mi sbaglio.”
(pagina 97)
“Gli Ebrei hanno sei sensi.
Tatto, gusto, vista, odorato, udito... memoria. Mentre I gentili fanno esperienza del mondo mediante I sensi tradizionali e usano la memoria solo come strumento di second’ordine per interpretare I fatti, per gli ebrei la memoria non è meno primaria della puntura di uno spillo...”
(pagina 265) ( )