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Pepe Carvalho se enfrentó también a uno de los enigmas más inquietantes de la España democrática: el de Luis Roldán, director de la Guardia Civil, fugitivo de la justicia y durante un tiempo tal vez vivo o tal vez muerto, tal vez oculto aquí u oculto allá, nadie lo sabía. T
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"A volte, guardando le ciliegie che pendono da un albero, una persona pensa che siano mature, che sia il momento di coglierle, e un'altra, invece, crede che siano ancora acerbe e bisogna aspettare che maturino."
(LUIS ROLDÁN, "El País", 12 luglio 1992)
Dedica
Incipit
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J.L.M. aveva trenta chili di troppo, P.N.F. di meno; invece L.F.G. riassumeva il peso giusto e per questo era il portavoce del trio.
Citazioni
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Dopo tanti piatti iberici, forse era disintossicante un pasto alla svedese in cui i cetriolini sottaceto, l'aneto e il salmone sono, come l'uomo, la misura di tutte le cose piccole.
Berlusconi sarà il Kerenskij dell'inevitabile rivoluzione fascista e l'Europa non tarderà a seguire l'esempio dell'Italia.
Tutto a suo tempo. Devi avere pazienza storica, gagliego, e sapere che cosa ti puoi aspettare. Nessuno sa né quando né come troverà la propria strada per Damasco.
Madrid fu una città con un milione di cadaveri negli anni quaranta, come sosteneva la metafora poetica di Dámaso Alonso, angosciato davanti alla città del crudele dopogierra, piena di signori feudqli fascisti che calpestavano rutto ciò che avevano vinto. Poi divenne la città con un milione di panciotti e Ford Granada, quando la democrazia issò al potere i trentenni degli anni settanta i quali riempirono il vuoto lasciato dal franchismo con la sottigliezza del liberalismo centrico, centista e centrato. Attualmente era una città con un milione di fogne lungo le quali circolavano le bande segrete di tutte le fazioni del potere politico, economico, militare, multinazionale. Se quel birbante di un Diavolo Zoppo di Vélez de Guevara aveva scoperchiato i tetti di Madrid per cogliere di sorpresa la vita segreta della sua umanità barocca, tre secoli dopo avrebbe dovuto scoperchiare le fogne per capire il presente e predisporre il futuro della Spagna.
Il nazionalsocialismo si imporrà come risultato della ragione, forzando lievemente la logica democratica finché questa non si sia decomposta. Bada, senza muovere un solo dito, senza propagare una sola delle noste idee, i giovani vanno spontaneamente verso il fascismo senza sapere cosa sia il fascismo. Come quelli che un giorno si accorgono di aver parlato tutta la vita in prosa.
Era stato cronometratore dei tempi di produzione dei suoi compagni di lavoro, a tal punto che presero a chiamarlo l'Orologiaio. Gli ingegneri di sinistra si erano divisi negli anni cinquanta a proposito dell'onestà o della disonestà di cedere alla logica tayloristica della produzione, e e mentre i massimalisti come Alfonso Carlos Comín dicevano di no, i possibilisti già sostenevano che là produttività migliora le condizioni di vita della società nel suo insieme e che il socialismo sarebbe la conseguenza del ruolo responsabile forze produttive.
La mancanza di radici ideologiche e teoriche gli avrebbe permesso di crescere all'interno di quel partito nel contempo vecchio e giovane che si preparava a divenire l'alternativa di potere e necessitava di centinaia di figuri come Roldán cronometro in mano, centinaia di "orologiai" convinti che la modernità cominciava quando si sospettava della finalità, se non addirittura della stessa esistenza della classe operaia. Centinaia di manager di una politica ottimamente impacchettata come di sinistra, ma che in realtà era intesa solo come promozione personale. Senza idee, senza scrupoli, presto si sarebbero stufati di qualsiasi traccia della loro passata innocenza, affettiva e simbolica, e avrebbero cambiato macchina, sarto, parrucchiere e moglie.
La sua auto lo aspettava all'aeroporto di Barcellona, amareggiata dal sentirsi chiamare per tanti anni Ford Fiesta senza alcuna ragione, schiavizzata in percorsi mediocri e noiosi. Ma questa volta andava al castello di Orriols, al confine tra l'Alt e il Baix Empordá, dove Antonio Ferrer, già cuoco e proprietario del ristorante La Odisea a Barcellona, faceva il cuoco e il castellano per avviare un ristorante fortificato servendosi dei prodotti del suo orto e delle materie prime dell'Empordá marinaio e contadino.
"Bisogna dividere gli sforzi per poi rimetterli insieme. Saragozza... Damasco..." Antonio divenne poeta. "Borges avrebbe detto: sono sotto la stessa luna."
Gli sarebbe piaciuto arrivare a Damasco immediatamente dopo la Prima guerra mondiale, insieme a Lawrence, e aver presenziato alla messinscena del cinismo imperialista anglo-francese mentre spaccava la schiena agli arabi e stimolava le loro divisioni interne per renderli inoffensivi... per il momento. Un lungo momento perché l'impossibile nazione araba venne sorvegliata dalle garitte dei francesi, degli inglesi, dello Stato di Isralele più tardi, una garitta delegata del nuovo imperatore mondiale: gli Stati Uniti. Ma questo discorso da catacumeno di cellula anni cinquanta o sessanta non gli apparteneva più e invece Damasco e Samarcanda gli apparivano come i due centri di un immaginario al quale contribuiva il technicolor di Hollywood anni quaranta, ma anche la cultura libresca che non lo aveva abbandonato del tutto. E il taxista era da romanzo inglese scritto da un colonialista moderato.
Carvalho contemplava la città polimorfica che cresceva sulla montagna come una gonna patchwork dominata dai bianchi dorati e dalle vegetazioni rese color smeraldo dal tramonto, le cornici discendenti e tagliate da una decisione ciclopica, il labirintico reticolo della vecchia città, le case cubiche con i ciuffi di piante che spuntavano dal loro cortile contrale all'aperto...
Il suk occupava due vecchie case attigue appartenenti all'antica urbanistica francese fautrice della città-giardino per gli occupanti colonizzatori e della casbah per il buon selvaggio locale. Il cartesiano quartiere residenziale era adesso minacciato da alti edifici organicisti, funzionali o pretenziosamente post-moderni invecchiati in piena gioventù.
I francesi chiamano la nostra cucina sirio-libanese e credono di essere stati loro a scoprirla. Sta di fatto che esiste una cucina comune che dalla costa turca arriva fino in Siria, coprendo il Libano, Israele, con le peculiarità ebraiche... ma a Beirut e a Damasco è dove si cucina meglio.
Fin dall'infanzia era terrorizzato dalle fogne, tenebrosi scenari dove gli uomini vanno all'incontro della propria merda e della paura di essere ratti.
L'importante non è immaginare, ma scoprire nelle cose e in quello che succede tutto ciò che hanno di immaginario.
[...] apparteniamo tutti al palato dell'infanzia. Le nostre due lingue sono sempre materne...
Judith parlava con foga sempre maggiore con i suoi compagni, con quell'accelerazione espositiva che suole caratterizzare le ragazze sefardite quando sono sicure di se stesse. Carvalho generalizzava con coraggio, tenuto conto che nella sua vita aveva conosciuto una sola ragazza sefardita.
Fogne a Damasco. Un esperto in fogne probabilmente saprebbe distinguere in quale parte la città conserva la cloaca sotterranea turca e quale altra parte deve ai suoi occupanti francesi e inglesi che i loro escrementi corporali si separino per sempre da quelli spirituali. Il mondo è un sotterraneo continuo ed è lì che si evince quale sia la verità di quanto succede sulla superficie esaminata dai più precisi periscopi. Il sotterraneo sapeva prima di Bush e di Gorbaciov come sarebbe finita la Guerra fredda. Il sotterraneo sa prima di Felipe Gonzáles, Mitterand, Berlusconi... quando e come finiranno i loro ruoli principali nelle farse residuali. Quel che è possibile e quel che non lo è viene dettato da uffici sommersi, sinistri, dove lavorano migliaia di profeti dell'oblio, ciechi.
Con voi è possibile capirsi... Non per niente si tratta di un servizio segreto crogiuolo di molti servizi segreti, come si dice anche dell'antica Scuola di traduttori di Toledo che fu una prova della tolleranza iberica dato che vi convissero non so quante culture e lingue finché le castrarono e le tagliarono, tutte... La tolleranza!
"Gerusalemme è una città spirituale, aerea, levitante... il contrario delle fogne. Ha mai letto Saul Bellow?" "Non ricordo se l'ho letto, ma di certo ho bruciato qualcuno dei suoi libri. Herzog, credo di ricordare." "Per antisemitismo?" "Odio i libri... soprattutto quelli che ho letto..." "Bellow ha scritto un bel libro:Gerusalemme andata e ritorno, di cui conosco interi brani a memoria: 'Gerusalemme... il pensiero è nell'aria, l'aria pura nutre in Gerusalemme: lo dicono persino i saggi. L'universo interpreta se stesso davanti ai tuoi occhi nella franchezza della valle, formata da un groviglio di rocce che finisce in acqua morta. Ovunque muori e ti disintegri, qui muori e ti mescoli'." "Sono molto individualista, non mi piace mescolarmi nemmeno da morto." "Si tratta solo di una bella metafora."
Adesso si viene a sapere che ha riempito di milioni la sua amante. Io non so cosa succede a questi socialisti, la distribuzione della ricchezza la fanno a letto.
Dormì scomodamente e quando decise di svegliarsi albeggiava sufficientemente da poter vedere il Giordano nel punto in cui immerge le sue acque in quella riserva unibersale di cosmetici che è il Mar Morto. Con la coda dell'occhio, Carvalho vide sulla mappa la posizione di Gerusalemme perpendicolarmente al punto di incontro del fiume con il mare interno, ma l'elicottero proseguì verso sud sorvolando le acque oleose, finché nella vastità del deserto bianco spiccò una montagna rossa trapezoidale, sulla quale si notavano delle assai rovinate rovine. [...] "... Qui giace una delle città più simboliche dell'Israele eterno, Masada, una città fortificata, che i romani assaltarono e distrussero senza pietà nell'anno 73 della sua era, Carvalho. Quindici romani per ogni ebreo e ci misero sette anni a impossessarsi di questa montagna sacra." Anche Israele disponeva di montagna sacre, ma laddove c'era una montagna sacra, Carvalho sapeva per esperienza propria che finiva col diventare una piattaforma politica nazionalista e una complessa industria di reliquie e prodotti alimentari da fast food. A Masada si confermava la redditività etnica, anche l'affare dello sfruttamento dei cosmetici prodotti dal disidratato Mar Morto, ma nulla che si potesse mangiare con una certa ambizione di pasto particolare.
Post scriptum Prima o poi, potrà apparire, bivo o morto, un Roldán che verrà considerato ufficialmente quello autentico. Non sarà vero. Roldán rimane per sempre, né vivo né morto.
Ultime parole
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"Che ora è, Orologiaio?" Arrabbiato, Roldán gli mostrò un orologio che non portava e gridò, iracondo: "Lei sta rallentando la catena di produzione di merda! Di questo passo non arriveremo mai alla modernità!".