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Conquest of the Useless: Reflections from the Making of Fitzcarraldo (2004)

di Werner Herzog

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"Hypnotic....It is ever tempting to try to fathom his restless spirit and his determination to challenge fate." --Janet Maslin, New York Times   Werner Herzog (Grizzly Man) is one of the most revered and enigmatic filmmakers of our time, and Fitzcarraldo is one of his most honored and admired films. More than just Herzog's journal of the making of the monumental, problematical motion picture, which involved, among other things, major cast changes and reshoots, and the hauling (without the use of special effects) of a 360-ton steamship over a mountain , Conquest of the Useless is  a work of art unto itself, an Amazonian fever dream that emerged from the delirium of the jungle. With fascinating observations about crew and players--including Herzog's lead, the somewhat demented internationally renowned star Klaus Kinski--and breathtaking insights into the filmmaking process that are uniquely Werner Herzog, Conquest of the Useless is an eye-opening look into the mind of a cinematic master.… (altro)
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Di solito quando leggo un libro resto affascinata dai personaggi oppure mi perdo nell'ebbrezza delle situazioni, difficilmente rifletto sull'autore, della cui biografia spesso ricordo poco o niente. Questa volta invece avevo il chiodo fisso di Herzog. Forse perché lo conoscevo già come regista e non mi aspettavo che scrivesse così bene, ma quel che è successo è che per tutto il tempo pensavo a lui, mentre leggevo.

Herzog dà la migliore definizione di queste note scritte durante la lavorazione del film Fitzcarraldo: un paesaggio interiore partorito dal delirio della giungla. Leggendole, avevo proprio l'impressione che avesse istintivamente instaurato un perfetto equilibrio tra l'ambiente esterno e il suo mondo interiore. La spaventosa forza devastante della natura amazzonica trovava un esatto corrispettivo nella sua furia inarrestabile di realizzare la visione: l'immagine di un grande battello a vapore su una montagna.

Ma non è un personaggio romanzesco, è il Werner Herzog reale, nato a Monaco di Baviera il 5 settembre 1942, che a 14 decide di diventare regista e che ruba per questo una cinepresa alla scuola di cinema di Monaco, che a 15 anni va a piedi da Monaco di Baviera all'Albania, che più tardi, da regista, "per ritrarre la passività di un villaggio bavarese di fronte a una catastrofe imminente ipnotizzò di persona tutti gli attori (non professionisti) del cast, facendoli recitare in stato di trance", è l'uomo - Werner Herzog - che ha trovato il territorio per la sua utopia.

Fitzcarraldo è una favola a lieto fine perché Herzog ha ribaltato la prospettiva più ovvia, ha rifiutato le convenzioni e gli artifici di un mondo esterno decodificato e, pur consapevole di lottare contro i mulini a vento, ha proseguito imperterrito, ostinatamente fedele al suo folle piano, ed è riuscito ad imporre la sua inconcepibile realtà.

Ai signori mercanti d'arte
venderò la mia pazzia
mi terranno un po' in disparte
chi è normale
non ha molta fantasia [cit]

Così, ai dirigenti della 20th Century Fox che volevano trainare una riproduzione in plastica della nave su una collina in studio ha dettato le sue condizioni: ho detto che io considero ovvio e scontato che si lavori con una nave vera su una collina vera, e non per amore di realismo, ma per la stilizzazione di un grande evento dell'opera lirica.
Fino alla fine, anche di fronte a continue avversità, Herzog non si è arreso e quando gli hanno domandato se ancora avesse il coraggio e la forza di ricominciare di nuovo tutto dall'inizio ha risposto di sì, perché altrimenti sarei stato un uomo che non aveva più sogni, e senza sogni non volevo vivere.

Il titolo del libro - La conquista dell'inutile - che parafrasa meravigliosamente l'idea stessa dell'opera, può essere degnamente applicato alla follia di pochi straordinari scrittori. Uno di questi è sicuramente Cortazar che, tra l'altro, ha scritto:

Perdita e recupero del capello

Per combattere il pragmatismo e l'orribile tendenza al conseguimento di fini utili, mio cugino il più vecchio sostiene che il metodo più acconcio sia quello di strapparsi un bel capello dal capo, fargli un nodo nel mezzo e lasciarlo cadere dolcemente nel buco del lavandino. Se questo capello resta impigliato nella retina che di norma si trova nei suddetti buchi, basterà aprire un po' il rubinetto e lo si perderà di vista.
Senza por tempo in mezzo si inizi all'istante l'operazione di recupero del capello. La prima operazione si riduce a smontare il sifone del lavandino per vedere se il capello è rimasto agganciato a una delle rugosità del tubo. Se non lo si trova, si deve mettere a nudo il tratto di tubo che va dal sifone alla tubatura di scolo principale. È certo che in questo tratto appariranno molti capelli, e si dovrà far appello all'aiuto di tutta la famiglia per riuscire a esaminarli uno a uno, in cerca del nodo. Se non si trovasse, si dovrà affrontare l'interessante problema di rompere le tubature fino al pianterreno, cosa che comporta uno sforzo ancor più grande perché per ben otto o dieci anni bisognerà lavorare in qualche ministero o azienda privata allo scopo di racimolare il denaro necessario all'acquisto dei quattro alloggi situati sotto quello di mio cugino il più vecchio, tutto ciò con l'enorme svantaggio, durante gli otto o dieci anni di lavoro, di non poter evitare la penosa sensazione che il capello non si trovi più nelle tubature e che solo grazie a un remoto caso fortuito sia rimasto impigliato in una protuberanza arrugginita del tubo.
Verrà il giorno in cui potremo rompere tutti i tubi degli alloggi, e per mesi e mesi vivremo fra bacinelle e altri recipienti pieni di capelli bagnati, e anche fra assistenti e mendicanti che pagheremo lautamente affinché cerchino, separino, classifichino e ci sottopongano i capelli atti a raggiungere la desiderata certezza. Non comparendo il capello, entreremo in una tappa assai più incerta e complicata, perché il tratto seguente ci condurrà alle fognature principali della città. Dopo aver comperato abiti speciali, impareremo a infilarci nei tombini a notte inoltrata, armati di una torcia potente e di una maschera d'ossigeno, ed esploreremo le gallerie secondarie e quelle principali, aiutati, se sarà possibile, da uomini della mala con i quali saremo entrati in contatto e ai quali dovremo dare gran parte del denaro guadagnato di giorno nel ministero o nell'azienda privata.
Molto spesso avremo l'impressione di essere arrivati alla fine, perché troveremo (o ci porteranno) capelli simili a quello che cerchiamo; ma siccome non si sa di nessun capello con un nodo in mezzo senza intervento della mano umana, finiremo quasi sempre col giungere alla dimostrazione che il nodo in questione è semplice ingrossamento del calibro del capello (sebbene non si abbia nessuna notizia di alcun caso simile) o un deposito di qualche silicato o ossido qualsiasi prodotto dalla lunga permanenza a contatto con una superficie umida. È probabile dunque che ci inoltreremo nei diversi rami delle tubature secondarie e principali, fino ad arrivare in quel luogo ove nessuno si deciderà a penetrare: la cloaca massima che va a sfociare nel fiume, confluenza torrentizia dei detriti nella quale nessuna quantità di denaro, nessuna imbarcazione, nessuna specie di corruzione ci aiuterà a continuare le ricerche.
Ma prima, magari molto prima, per esempio a pochi centimetri dal buco del lavandino, all'altezza dell'alloggio del secondo piano, o nella prima tubatura sotterranea, ci può capitare di rinvenire il capello. È sufficiente pensare alla gioia che questo ci procurerebbe, allo sbigottito calcolo degli sforzi evitati grazie alla fortuna, per giustificare, per scegliere, per eseguire sul piano pratico un esercizio che ogni maestro coscienzioso dovrebbe consigliare ai propri alunni fin dalla più tenera infanzia, invece di rompergli l'anima con la regola del tre composto o le tristezze di Caporetto.
(Julio Cortazar)
1 vota lupita68 | Jul 15, 2012 |
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Titolo canonico
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Personaggi
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Epigrafe
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Fitzcarraldo: Auf den Koch Ihrer Hunde! Auf Verdi! Auf Rossini! Auf Caruso!
- Don Araujo: Auf Fitzcarraldo, den Eroberer des Nutzlosen! - Fitzcarraldo: So wahr ich vor Ihnen stehe, werde ich eines Tages große Oper in den Urwald bringen! Ich bin...in der Überzahl! Ich bin die Milliarden! Ich bin das Schauspiel im Wald! Ich bin der Erfinder des Kautschuk! Durch mich wird Kautschuk erst zum Wort! (Dialog aus dem Film "Fitzcarraldo")
Dedica
Incipit
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Wie bei der irrwitzigen Wut eines Hundes, der sich in das Bein eines bereits toten Rehs verbissen hat und an dem erlegten Wild rüttelt und zerrt, so dass der Jäger ihn zu beruhigen aufgibt, hatte sich in mir eine Vision festgekrallt, das Bild von einem großen Dampfschiff über einen Berg - das Schiff unter Dampf sich aus eigener Kraft einen steilen Hang im Dschungel hinaufwindend, und über einer Natur, die die Wehleidigen und die Starken gleichermaßen vernichtet, die Stimme Carusos, die allen Schmerz und alles Schreien der Tiere aus dem Urwald zum Verstummen bringt und den Gesang der Vögel verlöscht.
Citazioni
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Eine Feindseligkeit kam bei einem Teil der Versammlung auf, die ich bisher nur aus Berichten früher Seefahrer kannte, nur dass die Eingeborenen T-Shirts mit "John Travolta fever" und "Disneyland" trugen.
Ultime parole
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Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

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"Hypnotic....It is ever tempting to try to fathom his restless spirit and his determination to challenge fate." --Janet Maslin, New York Times   Werner Herzog (Grizzly Man) is one of the most revered and enigmatic filmmakers of our time, and Fitzcarraldo is one of his most honored and admired films. More than just Herzog's journal of the making of the monumental, problematical motion picture, which involved, among other things, major cast changes and reshoots, and the hauling (without the use of special effects) of a 360-ton steamship over a mountain , Conquest of the Useless is  a work of art unto itself, an Amazonian fever dream that emerged from the delirium of the jungle. With fascinating observations about crew and players--including Herzog's lead, the somewhat demented internationally renowned star Klaus Kinski--and breathtaking insights into the filmmaking process that are uniquely Werner Herzog, Conquest of the Useless is an eye-opening look into the mind of a cinematic master.

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