si tratta di un interessante spaccato di … potremmo dire vita; ci troviamo nella Polonia della seconda guerra mondiale, echi della guerra, della persecuzione si fanno sentire,ma fino all’ultimo rimangono un lontano incubo, che i personaggi non vogliono ricordare .

Lo scenario è un manicomio, visto attraverso gli occhi umani del giovane medico Stefan, con i mezzi coercitivi di quell’epoca; la considerazione dei malati di mente che, per alcuni psichiatri, non differisce poi tanto da quella che avevano nei campi i nazisti: cavie, gente dimenticata, isolata, persone sfruttate…altri echi di crudeltà tra le asettiche mura dell’ospedale e Stefan che non può, invece, agire così, ma che si trova come legato.

È difficile dare un’idea in poche righe un romanzo come questo; non si può capire molto dalla sola trama, perché è l’atmosfera, sono le sottigliezze, alcuni episodi, pensieri … che comunicano in questo libro… certo potrei raccontarvi del funerale, potrei dirvi della cabina di derivazione, della bella dottoressa, di un amore rifiutato… ma non sta qui la bellezza di queste pagine, non solo qui.

Riassumendo… un libro da leggere.

Buona lettura ( )