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Sto caricando le informazioni... La societa opulenta (1958)di John Kenneth Galbraith
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Galbraith's classic on the "economic of abundance" is, in the words of the New York Times, "a compelling challenge to conventional thought." With customary clarity, eloquence, and humor, Galbraith cuts to the heart of what economic security means (and doesn't mean) in today's world and lays bare the hazards of individual and societal complacence about economic inequity. While "affluent society" and "conventional wisdom" (first used in the book) have entered the vernacular, the message of the book has not been so widely embraced--reason enough to rediscover The Affluent Society. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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È davvero l'espansione della produzione la premessa e lo strumento indispensabile del progresso sociale? Sono giustificati i sacrifici sociali che talvolta la produzione comporta? Possono le riforme aspettare l'incremento della produzione per venir realizzate o non sono invece proprio una condizione indispensabile per tale incremento? Perché le automobili sono considerate più importanti delle strade su cui devono circolare? Perché si parla dei servizi pubblici, come la scuola e gli ospedali, considerandoli un peso per i economia, mentre si parla con orgoglio della produzione di beni come televisori e lavatrici? In questa, che è l'opera più famosa e discussa di Galbraith, i temi più scottanti dell'economia - produzione e consumo, reddito e investimenti, inflazione e politica monetaria, sicurezza e benessere economico - sono trattati con chiarezza e rigore, ma sempre ponendo in evidenza le conseguenze sociali di cui ognuno può valutare in ogni momento la portata. La trattazione acquista fin dalle prime pagine la forma di un'analisi economica e critica degli '"aspetti generali"" della società ricca, e sviluppa via via problemi che sono oggi vivissimi nel nostro paese.
L'autore
John Kenneth Galbraith è nato in Canada nel 1908.
Docente di economia a Harvard, è stato collaboratore del presidente Kennedy, ambasciatore degli Stati Uniti in India e presidente dell'American Economic Association. Tra i suoi lavori disponibili in traduzione italiana: "Storia dell'economia" (1990), "Il professore di Harvard" (1990), "Breve storia dell'euforia finanziaria" (1991), "Cose viste. Viaggio attraverso un secolo di economia" (1995), "La buona società" (1996) e "Soldi. Da dove vengono, dove vanno" (1997), tutti presso Rizzoli.
1.
Galbraith individua tre "problemi economici di oggi": ineguaglianza, sicurezza, produttivita'.
Evidenzia l'affievolimento dell'interesse per il problema dell'ineguaglianza: cio' e' dovuto in parte alla mancata tendenza al peggioramento, in parte al fatto che il prestigio sociale non e' piu' legato al possesso di ricchezza, bensi' alla direzione delle aziende.
Le ineguaglianze diminuiscono con la redistribuzione del reddito e con l'aumento della produzione; quest'ultima lascia pero' sempre un margine di poverta' che tende ad autoperpetuarsi.
La sicurezza aumenta in presenza di monopoli, cartelli, controllo dei prezzi, restrizioni alla iscrizione di nuove imprese, protezione per mezzo di tariffe e quote, attivita' pubblicitarie, controllo e finanziamento del progresso tecnico, grandi dimensioni. Diminuisce in presenza di concorrenza e libero movimento dei prezzi, crisi, disoccupazione.
Per incrementare la produzione e la produttivita' occorre:
- utilizzare in modo completo le risorse disponibili (lavoro e capitale);
- combinare vantaggiosamente lavoro e capitale, grazie al progresso tecnico;
- aumentare la disponibilita' di lavoro, grazie a natalita' ed immigrazioni;
- aumentare la disponibilita' di capitale, in particolare come sostituto del lavoro;
- migliorare il livello delle capacita' professionali, sempre grazie al progresso tecnico.
2.
La mentalita' convenzionale e' il complesso di idee che vengono rese accettabili dalla loro familiarita'. La mentalita' convenzionale da' piu' importanza alla produzione di beni di consumo (industria privata) e meno importanza ai servizi: strade, pubblica sicurezza, sanita', istruzione, difesa, ecc.
Anche il concetto di "interesse acquisito" e' equivoco: si tratta di un ingiusto vantaggio se goduto da una minoranza a cui chi parla non appartiene, di un premio alle proprie fatiche se chi parla usufruisce di tale vantaggio, addirittura di un diritto dell'uomo se e' goduto dalla maggioranza.
Il prestigio attribuito ad un lavoro dipende dall'importanza che la societa' attribuisce a quel lavoro: la nuova classe considera il lavoro stesso come incentivo, e non solo come fonte di reddito; il prestigio deriva dall'appartenere alla nuova classe, ed e' connesso al grado di istruzione. La nuova classe tende a farvi entrare i figli dei genitori che gia' vi appartengono, ed a relegare gli altri ai margini senza tuttavia escluderli del tutto. L'indice base del progresso sociale e' il volume degli investimenti destinati alla scuola (capitale umano).
3.
La produzione crea bisogni attivamente attraverso la pubblicita', e passivamente attraverso l'emulazione. Non e' possibile affermare che un piu' elevato livello di produzione assicuri il benessere meglio di quanto possa fare un livello di produzione piu' modesto: l'effetto della dipendenza e' il rapporto intercorrente fra i bisogni ed il processo di produzione destinato a soddisfarli.
I bisogni, secondo Keynes, possono essere assoluti o relativi: i primi sono bisogni di sopravvivenza, possono essere soddisfatti e per essi il problema economico puo' essere risolto; i secondi, invece, sono insaziabili: piu' elevato e' il livello generale, piu' essi sono intensi. Ne deriva che i bisogni dell'uomo non cessano di essere urgenti; la capacita' di produzione dipende dalla capacita' di persuasione.
4.
Gli investimenti per l'istruzione e la ricerca scientifica costituiscono una economia esterna: hanno una utilita' generale per tutte le imprese, la mentalita' convenzionale e' legata al fatto che un secolo fa questi investimenti non erano intimamente connessi alla produzione. Lo stato impiega capitali in attivita' di ricerca sostanzialmente per interessi militari: la ricerca di base e le sue applicazioni riguardano percio' aviazione, esplorazione spaziale, energia nucleare, comunicazioni via satellite, calcolatori elettronici, ecc.
L'istruzione e' un'arma a doppio taglio; la stimolazione della domanda con la pubblicita' e l'emulazione e' decrescente al crescere dell'istruzione, mentre e' crescente la stimolazione di desideri piu' esoterici: musica, arti figurative, interessi scientifici e letterari, in parte anche i viaggi.
La felicita' umana dipende dalla produzione efficiente e dalla inefficiente creazione di bisogni.
5.
L'equilibrio sociale consiste nel rapporto soddisfacente fra beni e servizi prodotti dall'economia privata e dallo stato. Non si puo' affermare che la soddisfazione che una comunita' ricava dall'incremento marginale delle risorse destinate a scopi pubblici sia uguale alla soddisfazione ottenuta dall'incremento marginale delle risorse destinate ad usi privati, perche' si tratta di valori incommensurabili: in primo luogo, gli individui interessati sono diversi; inoltre, si paragona la soddisfazione di bisogni artificiosamente stimolati con la soddisfazione di bisogni che non lo sono.
Cause di squilibrio sociale sono:
- l'insufficienza dei servizi pubblici;
- l'ineguaglianza;
- l'inflazione.
Gli individui poveri sono individui il cui reddito e' inferiore a quello della comunita', anche se e' sufficiente a farli sopravvivere; la poverta' puo' essere individualizzata (deficienze dei singoli individui per inabilitazioni, alcolismo, ignoranza, procreazione incontrollata, ecc.), o zonale (nella zona sono quasi tutti poveri per ostacoli ambientali, discriminazione razziale, insufficienza di scuole, disintegrazione della vita familiare, ecc.). Per i redditi fissi la poverta' e' poi piu' grave nelle citta' che nelle campagne. La sua riduzione dipende da:
- assegnazione di fonti elementari di reddito;
- istruzione ed assistenza ai ragazzi delle famiglie povere;
- edilizia abbondante;
- trasporti efficienti, comodi ed economici;
- assistenza sanitaria;
- miglioramenti ambientali.
La societa' opulenta deve garantire a chi ne ha bisogno un reddito minimo per una vita comoda e dignitosa. (