Primo volume di un'autobiografia a cui Canetti dedicherà in seguito "Il frutto del fuoco" e "Il gioco degli occhi", è un libro che si presenta con una dimensione assai intimistica e intensa. Canetti ci consegna la memoria della infanzia e della giovinezza, delle scoperte che contrassegnano la vita di un bambino, degli affetti familiari. Elias scopre l'amore per la lettura, grazie al padre e alla madre, prova stupore per il mondo degli adulti con le sue regole spesso astruse, intraprende un percorso di crescita multiculturale che lo porterà ad apprendere lingue diverse.
"Rustschuk, sul basso Danubio, dove sono venuto al mondo, era per un bambino una città meravigliosa, e quando dico che si trova in Bulgaria ne do un'immagine insufficiente, perché nella stessa Rustschuk vivevano persone di origine diversissima, in un solo giorno si potevano sentire sette o otto lingue". E' un inno alla pluralità quello di Canetti, è una storia individuale che si fa corale, collettiva e alla base di tutto la scrittura come riappropriazione di identità e dell'essenza dell'esistenza. ( )