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Sto caricando le informazioni... Embers (originale 1942; edizione 2003)di Sandor Marai, Carol Brown Janeway (Traduttore)
Informazioni sull'operaLe braci di Sándor Márai (1942)
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Un romanzo affascinante e perfetto, un lungo monologo per decifrare il senso dell’amicizia, dell’amore, della vendetta. La storia si dipana lentamente, pagina dopo pagina, riga dopo riga; due amici si reincontrano dopo 41 anni; una lunga ed intensa amicizia che ha subito una brusca interruzione; da un lato il generale, un nobile ricco che durante questo lungo periodo non ha mai abbandonato la propria residenza; dall’altro Konrad che per anni ha vissuto tra Londra e i tropici; in mezzo la storia di Kristzina, la moglie del generale, innamorata dell’amico, morta da anni. Il diario della donna finisce nel camino, nessuno lo legge, alimenta di fuoco nuovo le braci sotto le quali si è alimentato un rapporto di odio amore durato quasi mezzo secolo. Lonrad ha tradito la fiducia del generale, durante una battuta di caccia ha cercato di ucciderlo, ha irretito la sua donna, è fuggito; tutto lascia pensare ad un incontro risolutivo, un duello di onore; Marai tratteggia in maniera deliziosa i giorni che precedono l’incontro, l’ambiente e i ricordi dell’amicizia tra i due; un rapporto perfetto nella sua asimmetria, opposti che si attirano e si integrano. Ma il vero capolavoro è il lungo monologo del generale, una spietata analisi dei rapporti umani, basata su domande che non richiedono mai risposte. Un romanzo perfetto, degno della migliore letteratura europea del secolo scorso. ( ) ..quanto dolore! Un libro che mi ha tenuta incollata alle pagine, ho scalpitato per sapere dove Marai volesse condurmi...Il libro si divide, grosso modo in due parti, la prima ci racconta dell' incontro di Henrik con Konrad, quando avevano dieci anni e poi prosegue per tutta la loro adolescenza raccontandoci del loro rapporto d'amicizia. La seconda parte è un monologo, stupendo, dove Henrik, deluso, sviscera il loro passato. Un Henrik deluso, ma lucido e consapevole che traccia e delinea un avvenimento doloroso che li accomuna. Facendosi mille domande e dandosi, ahimè, anche da solo le risposte, per le quali ha aspettato ben, 41 anni e 43 giorni.. Avrei voglia di rileggerlo e non è detto che non lo faccia....e sono sicura che a una seconda lettura ulteriori sfumature verrebbero alla luce, che sicuramente nella foga di leggere e di continuare nella lettura mi sono sfuggite.. Una scrittura sublime, profonda e avvincente.. Le descrizioni, le atmosfere della Vienna di inizio secolo...stupende!! Nini..che donna!! Che piacere leggere Sándor Márai, la parola che immediatamente associo a questo meraviglioso gigante della letteratura è eleganza. Tanta eleganza. Quest'opera è un pò il filo conduttore della sua vita tormentata dalle problematiche politiche ed esistenziali. Come il protagonista del libro, l'autore è vittima del crollo dell’Impero austro-ungarico. Questo agglomerato di diverse nazion ed etnie, ricco di una molteplicità culturale implodendo lascia molti disorientati, divisi, orfani della precedente identità che tutte le diversità includeva, vittime dei vari nazionalismi e dittature. Il protagonista del libro, un vecchio generale in pensione, ha atteso decenni per conoscere "la verità" di un episodio accaduto più di 40 prima. Verità che chiede al suo amico fraterno, tornato a trovarlo dopo più di quarant’anni, ma che nel lungo monologo, in cui disserta sul senso dell’amicizia e sul senso della vita, dichiara di conoscere già. Non avrà nessuna risposta. Però ha raggiunto la tranquillità e la sua vecchia balia per la contentezza gli traccia un segno della croce sulla fronte e un rapido bacio che è la risposta ad una domanda che non è possibile affidare alle parole. Oltre alla bellezza pura di questo romanzo ne ho tratto un insegnamento personale che probabilmente è solo mio. Il protagonista del libro, pur sapendo da sempre come sono andati i fatti passa quasi mezzo secolo a torturarsi nella ricerca della verità analizzando continuamente ogni particolare e sviscerando tutte le possibili varianti del caso, idealizzando all’estremo amicizia e fedeltà, arriva a chiedere all’amico di confermare i fatti per riceverne un rifiuto. Così mi sento io che trascorro la vita cercando conferma dell’esistenza di Dio passando continuamente dal credere al dubitare sviscerando le Sacre Scritture razionalmente e chiedendo lumi a varie persone senza ricevere, ovviamente, nessuna risposta concreta. Due uomini, che hanno condiviso tutto per vent’anni, a partire dall’uscita dall’infanzia fino alla maturità, e poi ne lasciano passare altri quarantuno prima di incontrarsi ancora. Perché? Il romanzo, che ha tolto Marai dall’oblio e lo ha riportato alla fama che meritava, è costruito attorno alla ricerca di una risposta all’interrogativo,. Tutto il racconto è strutturato come un lungo flashback, interrotto da brevi ritorni al presente narrativo per consentire ai personaggi di incontrarsi, cenare, spostarsi. Che poi si parla al plurale, ma il protagonista è il solo generale, mente rievocante prima e voce narrante poi di tutta la vicenda: è suo il punto di vista sui fatti narrati, mentre il suo (ex-)amico fugge ai tropici anche quando racconta. La narrazione – che ha un passo ottocentesco anche se ambientata nella prima metà del ventesimo secolo – parte lenta ma attira ben presto l’attenzione: forse, il solo monologo centrale è un pochino troppo lungo in un libro breve, con quel passo talvolta appesantito anche perché alcuni concetti vengono ribaditi più volte. Risulta più brillante la narrazione, affidata ai ricordi, della giovinezza dei personaggi: parte che, però, ha soprattutto la funzione di introdurre il cuore della storia rappresentato proprio dal fiume di parole del generale. In ogni caso, si legge il libro per vedere come andrà a finire, e si superano in scioltezza pagine molto dense che riflettono sull’essenza dell’amicizia, della passione e della vita. Dopo quarantuno anni di attesa due uomini si incontrano. Durante la cena le parole di Henrik si trasformano in un prolisso monologo finalizzato alla ricerca di certezze. Un libro i cui temi sono l'amicizia, le incertezze, gli inganni, le gelosie celate... intressate ma l'eccessiva ripetitività ne svilisce la bellezza ai miei occhi.
I zde se autor dotýká otázek protikladů mezi životní rolí a bytostnou podstatou člověka, mezi rozumem a vášní, touhou po řádu a skrytými instinkty a ptá se, „kudy vede hranice zrady“ mezi dvěma lidmi a nakolik můžeme poznat tajemství druhého člověka. Tajemství je zde jedním z hlavních motivů knihy, který se promítá nejen do příběhu, ale též do jazykového stylu knihy. Novela je od začátku do konce prodchnuta implicitním napětím, přestože její rámec vyznívá na první pohled velmi staticky a tempo vyprávění je pomalé a klidné. Máraiho smysl pro vystižení atmosféry a jeho vytříbený cit pro detail a „znakovou řeč bezvědomosti“ vytvořily z jednoho nočního rozhovoru u planoucích svící drama o přátelství, zradě, vášni a neskonalé samotě, které svou sugestivní atmosférou strhne čtenáře již od prvních stránek. A tak ten krásný text o životě, o stáří, o neuvěřitelně detailní, až pedantské paměti a shovívavém nadhledu nad jednou životní etapou, schopným a toužícím pochopit, ale nehodlajícím odpouštět, zůstává poutavý tím, že dává více možností vysvětlení, rozhřešení. Dokládá starou pravdu o tom, že „Na dně každé lásky, každého lidského vztahu je ukryt Eros…“ Sándor Márai, který zemřel v roce 1989, měl vytříbený jazyk, dokonalý vypravěčský smysl a jeho knihy dokáží přikovat k židli a neodložit knihu do té doby, než se dostanete na poslední stránku. V průběhu čtení mě napadlo, že i kdyby mi Márai vyprávěl telefonní seznam, napjatě bych seděl a ani nedutal. Slova jsou jako třpytící se ranní rosa na zelené trávě. Atmosféra knihy je jako temná hluboká studánka, na povrchu klid, ale když se dostáváte ke dnu, mrazí vás. Naskočí vám husí kůže, ale vy přesto chcete poznat více. A nedá vám to spát, dokud se nedovíte pravdu. Ale tím to nekončí. Když totiž přijdete na to, co vedlo všechny zúčastněné k jejich činům, začnete přemýšlet. A napadne vás, jak byste se zachovali vy, být v jejich situaci. Takové mají být knihy, nejen ji dočíst a nezapomenout na ni. Máte se k ní ve svých vzpomínkách vracet. Appartiene alle Collane EditorialiElenchi di rilievo
In a secluded woodland castle, an old General prepares to receive a rare visitor, a man who was once his closest friend but whom he has not seen in forty-one years. Over the ensuing hours host and guest will fight a duel of words and silences, accusations and evasions. They will exhume the memory of their friendship and that of the General's beautiful long-dead wife. And they will return to the time the three of them last sat together following a hunt in the nearby forest- a hunt in which no game was taken but during which something was lost forever. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)894.511334Literature Literature of other languages Altaic, Finno-Ugric, Uralic and Dravidian languages Fenno-Ugric languages Ugric languages Hungarian Hungarian fiction 1900–2000 Late 20th century 1945–2000Classificazione LCVotoMedia:
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