Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Sto caricando le informazioni... High Rise (1975)di J.G.
Informazioni sull'operaIl condominio di J. G. Ballard (1975)
Top Five Books of 2016 (531) » 6 altro Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. L'attenzione del Ballard degli anni Settanta si è spostata dalle catastrofi naturali a quelle sociali e in questo libro il suo pessimismo raggiunge una delle punte più acide, ma il risultato finisce per essere inferiore alle promesse iniziali. Gli abitanti di un gigantesco e lussuoso complesso residenziale regrediscono lentamente verso lo stato di natura non appena nei loro costosissimi appartamenti iniziano a emergere inattese magagne sottolineate da black-out sempre più lunghi e diffusi. Lasciati a loro stessi, si rinchiudono in pratica nell'edificio dando inizio dapprima a una serie di feste sfrenate che ben presto degenerano in una sorta di guerra senza quartiere. In una fase iniziale, lo scontro ha i connotati della lotta di classe, con la ricchezza e il benessere che aumentano salendo verso l'alto, ma poi anche questi tenui legami saltano e il tutti contro tutti ha come conseguenza il sorgere di nuove aggregazioni che paiono prendere spunto dai tempi delle caverne. Come si vede, un'idea di base forte e complessa, il cui sviluppo però non soddisfa pienamente, forse perchè il materiale avrebbe potuto essere più efficacemente trattato in un racconto anzichè con un romanzo che, in varie parti, segna un certo calo di tensione narrativa. A parte il fatto che la sospensione dell'incredulità dev'essere forte per ammettere che una comunità di migliaia di persone venga ignorata dal mondo esterno per tre mesi benchè faccia di tutto per non passare inosservata, quello che manca è una linea narrativa forte che sappia fare da catalizzatore per i vari spunti disseminati qua e là. L'attenzione si sposta tra tre personaggi principali, anch'essi molto caratterizzati socialmente: il ricchissimo architetto Royal, che ha progettato il palazzo, l'altoborghese dottor Laing - un medico che non ha mai curato nessuno e conferma la sua ignavia lungo la vicenda - e il fotografo Wilder, esponente della piccola borghesia che si mette in testa di sfidare Royal realizzando una specie di scalata (alla lettera) sociale. Attorno a loro, circola una folla di figure, ognuna con la sua bella dose di nevrosi e follia, che devono lottare per una non facile sopravvivenza: fra di esse, le donne hanno un ruolo assai subalterno, da vittima sacrificale, il che ha dato origine a qualche accusa (forse non così campata per aria) di misoginia. In ogni caso, l'atmosfera che permea queste pagine, sono poco più di duecento, è contrassegnata da una bella dose di claustrofobia e angoscia che finiscono per insinuarsi sotto pelle al lettore anche perchè si finsice per pensare che su molti aspetti l'autore abbia ragione: peccato perciò che l'effetto venga rovinato da uno sviluppo non all'altezza. ( )
The first sentence of J. G. Ballard’s High-Rise ranks, in my estimation, among the most striking ever written. Appartiene alle Collane EditorialiÈ contenuto inHa l'adattamentoPremi e riconoscimentiElenchi di rilievo
Perch©♭ la parola "io" ©· diventata un'ossessione? Perch©♭ fare spettacolo di ogni istante del proprio vivacchiare? Giulio non lo sopporta, e soprattutto non lo capisce. Si sente fuori posto e fuori tempo. Ma di questa sua estraneit© non si compiace: sospetta di essere un "rompiballe stabile", come lo definisce la fidanzata Agnese. In un'imprecisata pianura che fu industriale e non ©· quasi pi©£ niente, Giulio si aggira in attesa che qualcosa accada. Per esempio che qualcuno gli spieghi a cosa servono, se non a perdersi meglio, le rotonde stradali; o che qualcuno compri il capannone di suo padre, che fu un grande ebanista. Una bottega un tempo florida e adesso silenziosa e immobile, come un grande orologio fermo. Scritto quasi solo al presente, come se passato e futuro fossero temporaneamente sospesi, "Ognuno potrebbe" ©· il rimuginare sconsolato e comico di un vero e proprio eroe dell'insofferenza. Un viaggio senza partenza e senza arrivo che tocca molte delle stazioni di una societ© in piena crisi. Nella quale la morte del lavoro e della sua potenza materiale ha lasciato una voragine che il narcisismo digitale non basta a riempire. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche
|
Discussioni correntiNessunoCopertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813Literature English (North America) American fictionClassificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. |