Tutti i personaggi di Angels, dall'inizio alla fine sono destinati al fallimento e il lettore se ne accorge subito: le loro azioni e le loro conversazioni, le loro storie, sono quelle dei rifiuti e degli scarti della società che tuttavia a causa di alcol e droghe, ma anche semplicemente una buona dose di ingenuità, non capiscono veramente quale sia il divario che separa loro dagli altri e perciò, con quasi bambinesca speranza si trovano a sognare in un futuro migliore anche se quello che i mezzi con cui si promettono di raggiungerlo non sono mai leciti ed onesti.

Jamie scappa di casa portando con sé le sue due figlie, Miranda di sei anni e Baby Ellen di appena tre mesi, abbandonando il marito abusivo. Il piano era quello di raggiungere un'amica disposta ad ospitarle tutte e tre, ma Jamie e le bambine non la incontreranno mai poiché sul bus incontrano William H. Houston jr., ex marine ed ex carcerato che ne costituirà soltanto il mezzo per una discesa più veloce nell'abisso.

Da una review che ho trovato:
"[...] Ma il talento di Johnson è tale che ti porta ad interessarti per queste vite povere e rovinate. Inizi a vederli come tristi e rovinati 'angeli'. Per parafrasare Willy Nelson, loro sono angeli che stanno volando troppo vicini al suolo".

ultima pagina: " [...] ma questa non era che una storia, una cosa che la gente raccontava, una cosa così, tanto per far passare il tempo, il tempo necessario perché la violenza che sta dentro a un uomo lo distrugga completamente, o si consumi in se stessa, a seconda di chi è la candela e di chi è la luce." ( )