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Sto caricando le informazioni... Il viaggio dell'elefante (2008)di José Saramago
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Books Read in 2013 (949) Sto caricando le informazioni...
![]() Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Protagonista è l'elefante Salomone, che il re del Portogallo, su consiglio della pia sposa, Caterina d'Austria, decide di donare all'Arciduca d'Austria Massimiliano, al momento reggente in Spagna. Inizia così il viaggio, surreale e pittoresco, dalla Spagna verso Vienna. Il dono reale è accompagnato da folta scorta militare, da preti, da cavalli e buoi, ma, soprattutto, dal suo affezionato custode indiano, Subhro. L'avventurosissimo percorso, per terra e per mare e attraverso il valico del Brennero è seguito da folle stupite e festanti, fino all'arrivo a Vienna. Con l'ironia che gli è solita e con una leggerezza nuova, Saramago trascina il lettore nelle piccole storie che fanno la Storia. Pura delizia. Ma, ai naviganti si deve l’avviso, è delizia mentale, puro gioco di testa: nulla in questa narrazione trascina e commuove direttamente, non c’è sesso, non c’è (quasi) denaro, non ci sono morti da spiegare. I delitti sono quelli della storia e del potere, narrati del resto senza apparente indignazione, come cose che (si sa) sono sempre accadute e, del resto, sempre accadranno. La “voce”, che è la stessa del “Memoriale del convento”, a pensarci mi ha ricordato uno dei libri che ho più amato in assoluto “I fiori blu” di Raymond Queneau. A queste condizioni, da non perdere. La vicenda curiosa, un intreccio tra cronaca e fiaba, racconta le avventure di un pachiderma in viaggio da Lisbona a Vienna, a metà del XVI secolo, nell’Europa percorsa dalla riforma luterana. Il linguaggio di Saramago stupisce sempre: al lettore viene lasciata la possibilità di costruire il ritmo e lo spazio in cui far correre l'immaginazione, ciò soprattutto grazie all'inesistente punteggiatura. Lo spunto è stato fornito all'autore, come egli racconta nella nota di apertura, da una cena al ristorante ‘L’elefante’ di Salisburgo dove in un angolo vi erano delle piccole sculture di legno disposte in fila, la prima delle quali, guardando da destra a sinistra, era la torre di Belem. Venivano di seguito rappresentazioni di vari edifici e monumenti europei che chiaramente enunciavano un itinerario. A quanto sembra la fila di sculturine rappresentava un viaggio. E così è: un viaggio fantastico, tenero, ironico con la consueta cura puntigliosa che il grande scrittore portoghese dedica alla Storia. Poesia,allegria,spunti di riflessione lasciati cadere qua e la come fiocchi di neve. Che aggettivi per un uomo che scrive come Saramago?
The Elephant’s Journey is a work of great and sly charm, taking its time to weave the nets in which its readers will find themselves delightfully enmeshed. The real genius, however, is to tell the tale ahistorically. The narrator zooms in and out, forward and back, so we get a good look at Suleiman plodding up ancient mountains overlooking a deep blue sea, as if from a helicopter "The Elephant's Journey" is a tale rich in irony and empathy, regularly interrupted by witty reflections on human nature and arch commentary on the powerful who insult human dignity. In The Elephant's Journey his reminder of the importance of the nonhuman is on a far larger scale. So it isn't surprising that I rank it very high in his work, and that it immediately, with no effort at all, joined the more forbidding novels that I have come to love best – The Stone Raft, Blindness, The Cave. Appartiene alle Collane EditorialiKeltainen kirjasto (416) Keltainen pokkari (76) Tascabili Einaudi (Super ET) È contenuto in
Siamo a metà del XVI secolo, e nell'Europa tramortita dai venti della protesta luterana fa la sua comparsa l'elefante Salomone, giunto dall'India a stupire le folle ma che adesso, a Lisbona, non fa che mangiare e dormire. Sembra una presenza inutile, quand'ecco che Joào III, sovrano del Portogallo e dell'Algarve, e sua moglie Caterina d'Austria decidono di inviarlo in dono all'arciduca Massimiliano, proprio ora che si trova a Valladolid in quanto reggente di Spagna. Il regalo viene accettato, e così si procede a organizzare la carovana che dovrà accompagnare il portentoso quadrupede e il suo cornac Subhro prima da Lisbona al confine con la Spagna, e poi da Valladolid fino a Vienna, passando per Genova, Verona, Padova e Innsbruck. Il romanzo è quindi il racconto di questo viaggio, di questa variopinta comitiva di ufficiali, soldati, servitori, preti, cavalli e buoi che, in mezzo a molte difficoltà e tra ali di gente entusiasta, ha il compito di scortare il prezioso dono fino a Vienna, dove l'elefante sarà artefice di un miracolo squisitamente umano. Un libro corale, ironico e delicato, che coinvolge il lettore in prima persona, gettandolo, attraverso la forza visionaria della scrittura, nei meandri della storia in cui tutti siamo immersi. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
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