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In any numbering of the great captains of history, the name of Erwin Rommel must stand in the first rank. He was the outstanding Axis field commander of the Second World War, and was respected, even admired, as well as feared by his opponents. Here, it seemed to the Allies, was a supremely professional soldier: chivalrous, decent, untainted by the crimes of the Nazi regime, carrying out his duty with often dazzling success.
David Fraser's book - surely the definitive study - brings to Rommel's career not only the perceptions of an acclaimed biographer, but those of a distinguished soldier too: his insights into Rommel's mind and methods carry the authority of experience. He shows how inspiringly spontaneous and superficially haphazard Rommel's style of leadership could be: 'Rommel believed that war is a reckless, untidy business, and that the habits of mind of a methodical manager are alien to what is required.' Instead, his hallmarks were boldness of manoeuvre, ferocity in attack, and tenacity in pursuit. These were the qualities he displayed in his great battles in the North African desert; they were, David Fraser demonstrates, evident from his earliest battles in the First World War to his last, defending Fortress Europe from the Allied invasion of 1944.
This is, first and foremost, a biography of a soldier. But Rommel reached a position in which he almost inevitably became embroiled in politics. When he realized that the Allied invasion was going to succeed, he realized also that the only way to save Germany was somehow to negotiate a peace settlement. He tried to present Hitler - to whom he had always been devoted, and who had always shown him a particular respect and affection - with the military realities: he was branded a defeatist and ignored. But his opinions, and his apparent links (meticulously discussed by Fraser) with the Stauffenberg plotters of July 1944 - one of them, under interrogation, mentioned Rommel as a possible head of post-Hitlerian Germany - condemned him in the eyes of the Fuhrer he had served so loyally. He was offered the choice of trial by a People's Court - a sham of course - or suicide, a state funeral and protection for his family. He chose the latter.
Rommel is not, to David Fraser, a flawless hero: his failings as well as his genius are recorded here. But he had that instinct for battle and leadership which sets him apart from his contemporaries and places him among the great commanders.… (altro)
Il nome di Erwin Rommel e le sue imprese militari sono circondati da un alone di leggenda. Ma chi era veramente la «volpe del deserto>>? A tale quesito si propone di fornire una risposta David Fraser, uno dei più importanti generali inglesi, con questa imponente biografia. Con il rigore dello storico e la passione del narratore, l'autore ricostruisce la complessa vicenda del feldmaresciallo tedesco, ripercorrendone passo passo la sfolgorante carriera: dal battesimo del fuoco fino ai drammatici scontri che decisero le sorti della seconda guerra mondiale. Dotato di un prodigioso istinto tattico e di un innato «senso» della battaglia, Rommel credeva innanzi tutto nel primato dell'offensiva, nell'efficacia della sorpresa, nell'irrinunciabilità dell'intervento diretto nei momenti cruciali del combattimento e nell'opportunità di esercitare il comando sul campo. Alieno da ogni forma di arroganza e autoritarismo, rispettato, temuto e ammirato persino dagli avversari, si mostrò generoso con i suoi soldati e leale nei confronti del nemico, senza macchiarsi degli orrendi e più odiosi crimini compiuti dai nazisti. ( )
Il nome di Erwin Rommel e le sue imprese militari sono circondati da un alone di leggenda. Ma chi era veramente la «volpe del deserto»?. Con il rigore dello storico e la passione del narratore, David Fraser ricostruisce in questa biografia la complessa vicenda del feldmaresciallo tedesco ripercorrendone la sfolgorante carriera: dal battesimo del fuoco fino ai drammatici scontri che decisero le sorti della seconda guerra mondiale. Nel deserto nordafricano, alla testa delle truppe corazzate dell'Afrika Korps, Rommel ebbe modo di dimostrare tutto il suo valore e le sue straordinarie qualità militari. Ma dopo il fallito attentato al Führer e le voci di un suo presunto coinvolgimento, la sorte di Rommel fu segnata. Hitler gli concesse però di scegliere tra il verdetto di un tribunale e il suicidio. Convinto che la sua condanna a morte fosse già stata comunque decretata, Erwin Rommel si tolse la vita. Attraverso una ricca documentazione e un'attenta ricostruzione storica emerge dalle pagine di Fraser il ritratto di uno dei principali protagonisti della storia militare di questo secolo. ( )
Tra i nomi dei grandi maestri di tattica certamente spicca quello di Erwin Rommel: il grande condottiero tedesco rientra in quel ristretto gruppo di uomini la cui personalità travalica le barriere del tempo ed emana un fascino che si trasmette intatto fino a noi.
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Con tutti i difetti che aveva come comandante di uomini in battaglia, Erwin Rommel si trova adesso in loro compagnia.
In any numbering of the great captains of history, the name of Erwin Rommel must stand in the first rank. He was the outstanding Axis field commander of the Second World War, and was respected, even admired, as well as feared by his opponents. Here, it seemed to the Allies, was a supremely professional soldier: chivalrous, decent, untainted by the crimes of the Nazi regime, carrying out his duty with often dazzling success.
David Fraser's book - surely the definitive study - brings to Rommel's career not only the perceptions of an acclaimed biographer, but those of a distinguished soldier too: his insights into Rommel's mind and methods carry the authority of experience. He shows how inspiringly spontaneous and superficially haphazard Rommel's style of leadership could be: 'Rommel believed that war is a reckless, untidy business, and that the habits of mind of a methodical manager are alien to what is required.' Instead, his hallmarks were boldness of manoeuvre, ferocity in attack, and tenacity in pursuit. These were the qualities he displayed in his great battles in the North African desert; they were, David Fraser demonstrates, evident from his earliest battles in the First World War to his last, defending Fortress Europe from the Allied invasion of 1944.
This is, first and foremost, a biography of a soldier. But Rommel reached a position in which he almost inevitably became embroiled in politics. When he realized that the Allied invasion was going to succeed, he realized also that the only way to save Germany was somehow to negotiate a peace settlement. He tried to present Hitler - to whom he had always been devoted, and who had always shown him a particular respect and affection - with the military realities: he was branded a defeatist and ignored. But his opinions, and his apparent links (meticulously discussed by Fraser) with the Stauffenberg plotters of July 1944 - one of them, under interrogation, mentioned Rommel as a possible head of post-Hitlerian Germany - condemned him in the eyes of the Fuhrer he had served so loyally. He was offered the choice of trial by a People's Court - a sham of course - or suicide, a state funeral and protection for his family. He chose the latter.
Rommel is not, to David Fraser, a flawless hero: his failings as well as his genius are recorded here. But he had that instinct for battle and leadership which sets him apart from his contemporaries and places him among the great commanders.
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Il nome di Erwin Rommel e le sue imprese militari sono circondati da un alone di leggenda. Ma chi era veramente la 'volpe del deserto'? Con il rigore dello storico e la passione del narratore, David Fraser ricostruisce in questa biografia la complessa vicenda del feldmaresciallo tedesco ripercorrendone la sfolgorante carriera: dal battesimo del fuoco fino ai drammatici scontri che decisero le sorti della seconda guerra mondiale. Nel deserto nordafricano, alla testa delle truppe corazzate dell'Africa Korps, Rommel ebbe modo di dimostrare tutto il suo valore e le sue straordinarie qualità militari. Ma dopo il fallito attentato al Führer e le voci di un suo presunto coinvolgimento, la sorte di Rommel fu segnata. Hitler gli concesse però di scegliere tra il verdetto di un tribunale e il suicidio. Convinto che la sua condanna a morte fosse già stata comunque decretata, Erwin Rommel si tolse la vita. Attraverso una ricca documentazione e un'attenta ricostruzione storica emerge dalle pagine di Fraser il ritratto di uno dei principali protagonisti della storia militare di questo secolo.
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A tale quesito si propone di fornire una risposta David Fraser, uno dei più importanti generali inglesi, con questa imponente biografia. Con il rigore dello storico e la passione del narratore, l'autore ricostruisce la complessa vicenda del feldmaresciallo tedesco, ripercorrendone passo passo la sfolgorante carriera: dal battesimo del fuoco fino ai drammatici scontri che decisero le sorti della seconda guerra mondiale.
Dotato di un prodigioso istinto tattico e di un innato «senso» della battaglia, Rommel credeva innanzi tutto nel primato dell'offensiva, nell'efficacia della sorpresa, nell'irrinunciabilità dell'intervento diretto nei momenti cruciali
del combattimento e nell'opportunità di esercitare il comando sul campo. Alieno da ogni forma di arroganza e autoritarismo, rispettato, temuto e ammirato persino dagli avversari, si mostrò generoso con i suoi soldati e leale nei confronti del nemico, senza macchiarsi degli orrendi e più odiosi crimini compiuti dai nazisti. (