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Look at the Harlequins! (1972)

di Vladimir Nabokov

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6401136,054 (3.7)13
As intricate as a house of mirrors, Nabokov's last novel is an ironic play on the Janus-like relationship between fiction and reality. It is the autobiography of the eminent Russian-American author Vadim Vadimovich N. (b. 1899), whose life bears an uncanny resemblance to that of Vladimir Vladimirovich Nabokov, though the two are not to be confused (?). Focusing on the central figures of his life -- his four wives, his books, and his muse, Dementia -- the book leads us to suspect that the fictions Vadim has created as an author have crossed the line between his life's work and his life itself, as the worlds of reality and literary invention grow increasingly indistinguishable. One of the twentieth century's master prose stylists, Vladimir Nabokov was born in St. Petersburg in 1899. He studied French and Russian literature at Trinity College, Cambridge, then lived in Berlin and Paris, where he launched a brilliant literary career. In 1940 he moved to the United States, and achieved renown as a novelist, poet, critic, and translator. He taught literature at Wellesley, Stanford, Cornell, and Harvard. In 1961 he moved to Montreux, Switzerland, where he died in 1977. "One of the greatest masters of prose since Conrad." -- Harper's… (altro)
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Il genere letterario è quello dell’’autofiction’. Insieme all’immaginario c’è però molto di realmente autobiografico che non sfugge nemmeno a chi non è profondo conoscitore della produzione nabokoviana. ll narratore si compiace di descriversi come un nevrotico senza rimedio e uno snob - intellettualmente snob – ‘beyond redemption’. Simpatico proprio non si può dire, ma affascinante e geniale certamente sì, come spesso i veri nevrotici. La prima parte, ambientata nella Costa Azzurra, è, per i miei gusti, eccessivamente stravagante. Non si capisce se si ha a che fare con una gabbia di matti (il narratore e i suoi amici) o con persone che cercano di essere originali a tutti i costi. Mi ha messo a dura prova. Sono stata molto tentata di abbandonare le lettura, ma avrei fatto male perché poi la sezione dedicata a Parigi e soprattutto quella ambientata negli Stati Uniti sono risultate molto più interessanti. Complice la scrittura flamboyant e un lungo viaggio in aereo, durante il quale non avevo altro da leggere, sono dunque andata avanti . Nel complesso non è un libro riuscito. La qualità della scrittura e l’acutezza di molte osservazioni sono fuori dal comune, ma ci sono tropi alti e bassi, troppe sezioni realisticamente credibili affiancate ad altre che definire stralunate è poco. Dopo questo secondo incontro con Nabokov devo dire che trovo questo autore attraente e respingente al tempo stesso. Intendo continuare a leggerlo per cercare di capire quale delle due sensazioni sia destinata a prevalere. Al tempo stesso intendo proseguire con la lettura della monumentale biografia (questa sì una vera biografia) di Véra, la moglie di Nabokov, chiaramente donna straordinaria anche solo per essere riuscita a sopportare un marito di tale fatta. Va bene il genio, però… ( )
  Marghe48 | Oct 20, 2017 |
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Vladimir Nabokovautore primariotutte le edizionicalcolato
Ferron, LouisTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

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To Véra
Incipit
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I met the first of my three or four successive wives in somewhat odd circumstances, the development of which resembled a clumsy conspiracy, with nonsensical details and a main plotter who not only knew nothing of its real object but insisted on making inept moves that seemed to preclude the slightest possibility of success.
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As intricate as a house of mirrors, Nabokov's last novel is an ironic play on the Janus-like relationship between fiction and reality. It is the autobiography of the eminent Russian-American author Vadim Vadimovich N. (b. 1899), whose life bears an uncanny resemblance to that of Vladimir Vladimirovich Nabokov, though the two are not to be confused (?). Focusing on the central figures of his life -- his four wives, his books, and his muse, Dementia -- the book leads us to suspect that the fictions Vadim has created as an author have crossed the line between his life's work and his life itself, as the worlds of reality and literary invention grow increasingly indistinguishable. One of the twentieth century's master prose stylists, Vladimir Nabokov was born in St. Petersburg in 1899. He studied French and Russian literature at Trinity College, Cambridge, then lived in Berlin and Paris, where he launched a brilliant literary career. In 1940 he moved to the United States, and achieved renown as a novelist, poet, critic, and translator. He taught literature at Wellesley, Stanford, Cornell, and Harvard. In 1961 he moved to Montreux, Switzerland, where he died in 1977. "One of the greatest masters of prose since Conrad." -- Harper's

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