I libri per ragazzi di Heinlein non sono eccessivamente complicati, ma di certo hanno una visione dell'"animale uomo" in età adolescenziale molto, non so... ragionieristica? Leggo di 16-20enni dispersi su un pianeta ostile che parlano di costituzione (di cui ricordano a memoria interi spezzoni!), penso a me e a i miei compagni di scuola e mi viene da ridere, lo ammetto.

Certo, paragonato al Il Signore delle mosche si tratta di una visione molto più ottimista, Heinlein immagina una società dove certe competenze vengono date a livello scolastico e i pargoli allevati con un bagaglio di senso civico e coscienza governativa che ad averceli, saremmo noi la maggiore la potenza mondiale. Diciamo che ad oggi, sentire un diciassettenne che fa astute mosse politiche e pensa solo al matrimonio uccide un po' il mio senso di verosimiglianza.

Come per tutti gli altri suoi libri, anche questo va letto con le lenti del suo tempo, e alcune cose assumono un significato ben diverso: il ruolo femminile si sente, anche se con molte limitazioni: una delle protagoniste femminili è descritta come estremamente competente, ma nel momento di maggior pericolo viene comunque "messa al sicuro con le altre donne". Per nessuna di loro si mette in dubbio il matrimonio, anche la sorella del protagonista, con una solida carriera nell'esercito, sostiene di avere come obbiettivo nella vita "una fattoria e sei figli".

Allo stesso tempo Rod, il protagonista, viene prontamente sbugiardato non appena inizia a cianciare di superiorità maschile, con il suo stesso migliore amico che lo prende, pur bonariamente per scemo, e appunto, una sorella maggiore che lavora nell'esercito e ne sa molto più di lui.

Diciamo che forse, per il periodo, Heinlein era uno dei più progressisti, con il bonus extra che moltissimo dei suoi personaggi (inteso come come "protagonisti") non sono mai "caucasici", ma anzi, di etnie molto differenti e la cosa è gestita come assolutamente normale. Solo non sono sicura di quanto dei romanzi così lenti e densi di tecnicismi potrebbero essere apprezzati da un ragazzi del 2020. ( )

Precedente a "Il signore delle mosche" tratta lo stesso argomento senza arrivare alla stessa conclusione.
Partendo dal'esame di fine corso di una classe dal punto di vista di un singolo ragazzo si legge di religione, del conflitto generazionale, di gestione del gruppo, di politica, di sopravvivenza in un ambiente ignoto.
Si legge del sogno americano secondo cui quando tutti danno il meglio nel ramo della conoscenza più congeniale tutto è possibile, perfino ricreare da zero una società autosufficiente.

Ad oltre cinquant'anni dalla sua scrittura si sente la differenza dei punti di vista del lettore medio; come il riportato eccesso positivo.
Rimane un racconto di crescita in chiave hard SF molto godibile e per tutte le età.
Peccato sia difficile da reperire in formato cartaceo. ( )