La narrazione semplice ed asciutta di Giovanni Arpino, uomo del nord, per descrivere una storia di cronaca nera nel sud campano all'inizio del ventennio fascista. Arpino è giornalista e si sente. Poco si adagia sulle descrizioni dei paesaggi e dei sentimenti. Lascia parlare i suoi personaggi, le loro gestualità, i loro tic, i loro comportamenti che sinteticamente ne descrivono i profili psicologici. Il delitto d'Onore al sud è una storia già raccontata e certamente non è cosa nuova. Qui emerge piuttosto la reazione collettiva che si schiera dalla parte del colpevole, la reazione che fa emergere con forza l'ingiustizia sociale e la discriminazione della donna che ha tradito le aspettative del marito e solo per questo diventa colpevole. Un sorriso amaro perché il romanzo di Arpino fa pensare ai giorni di oggi, è di estrema attualità. E guarda caso anche il momento politico di questo 2023 ricorda molto quello del libro, con il frastuono fascista che la fa da sottofondo. ( )

Questo romanzo, salutato dalla critica come un capolavoro, in Italia ha già avuto otto edizioni e all'estero è tra i testi più apprezzati e diffusi della narrativa contemporanea. Un delitto d'onore ci riporta agli anni 1920-1922, e gli avvenimenti politici, le violenze del tempo, appena accennati, danno rilievo, nella loro cornice, alla vicenda narrata: storia passionale e feroce, dove il protagonista, un nobilotto terriero della provincia avellinese, non ha esitazioni di difendere col crimine ciò che egli ritiene, secondo antichi pregiudizi, il suo onore. Ne segue un processo che non solo manderà assolto l'assassino, ma gli procurerà prestigio e fortuna politica. Le lucide proposte del romanzo racchiudono un'indicazione dei traguardi perseguiti dall'autore il quale, senza compiacimenti o polemiche, ma affidandosi esclusivamente a una "narrativa della ragione", suscita nel lettore un giudizio eico di palpitante attualita sugli aspetti più retrivi del costume italiano. ( )