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Sto caricando le informazioni... Le correzioni (2001)di Jonathan Franzen
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Enid e Alfred Lambert, in una città del Midwest americano, trascinano le giornate accumulando oggetti, ricordi, delusioni e frustrazioni del loro matrimonio: l'uno in preda ai sintomi di un Parkinson che preferisce ignorare, l'altra con il desiderio, ormai diventato scopo di vita, di radunare per un «ultimo» Natale i tre figli allevati secondo le regole e i valori dell'America del dopoguerra, attenti a «correggere» ogni deviazione dal «giusto». Ma i figli se ne sono andati sulla costa: Gary, dirigente di banca, vittima di una depressione strisciante e di una moglie infantile; Chip che ha perso il posto all'università per «comportamento sessuale scorretto»; infine Denise, chef di successo che conduce una vita privata discutibile secondo i Lambert. Il behemot che si affanna e la risata da kookaburra Ritratto apparentemente impietoso, ma al fondo compassionevole, di una famiglia americana della ‘middle class’. Lo sguardo è rivolto alle dinamiche, alla lunga devastanti, che ne regolano i rapporti. L’epoca, gli anni ’90, è quello dello yuppismo rampante e del liberismo sfrenato. Tutto questo è già stato molto raccontato, specie dal cinema americano ispirato alla vita di quegli anni. La particolarità, quasi filmica, del libro sta nella scelta di inquadrare di volta in volta, con ampie sequenze, un tratto delle vita dei diversi componenti della famiglia cogliendone le idiosincrasie: il figlio intelligente e ribelle, un ‘alternativo’ condannato al perenne fallimento, l’altro figlio, arrivista nevrotico, succube della bella moglie e del mito del successo, la figlia dai molti talenti e dalla incerta identità sessuale, i genitori, provinciali e parsimoniosi fino alla grettezza, attaccati allo spasimo ai loro incrollabili principi e con tutto il bagaglio ideologico tipico della destra conservatrice americana. Il racconto procede fra tragico e grottesco, intrecciando molti temi non ultimo quello del decadimento della vecchiaia e della perdita delle proprie capacità mentali e dell’autosufficienza. Le correzioni, che danno il titolo al libro, sono quelle che ciascuno si sforza di apportare alla propria vita e a quella degli altri: i genitori cercano di correggere i figli, i mariti le mogli e viceversa e i figli cercano di correggere la rotta rispetto alla vita e al modello dei genitori. E ognuno continua a sbagliare e a fallire a modo suo. E’ un libro molto ambizioso e di ampio respiro. A tratti può sembrare incline alla prolissità, ma poi quelle che sembrano digressioni pleonastiche trovano una loro funzionalità narrativa e i fili del racconto si ricompongono senza che niente vada disperso o si riveli inutile. Un discorso a parte va riservato alla traduzione, di una sciatteria crescente che diventa verso la fine di una fastidiosità insopportabile. Qualche chicca, pescata qua e là : uno dei figli ricopre la cattedra di ‘ Manufatti Testuali’ ( p. 17 e passim). Mi piacerebbe molto sapere di che cosa si tratta. Chiaramente non sono né manoscritti né incunaboli perché il contesto lo preclude. Né si tratta di biblioteconomia. E allora? A p. 366 si parla di un ‘behemot della W… che si affannava in ritardo’ (?!) mentre a p. 467 ricorre nientemeno che ‘la risata di kookaburra di Robin’. Davvero irresistibile! Credo sarebbe tempo di avviare una discussione seria sulle traduzioni che ci vengono propinate, che rasentano in un alcuni casi l’indecenza. Passino i piccoli editori che pagano le traduzioni poco o niente, ma Einaudi… Sappiamo tutti che Einaudi non è più quello di una volta. Non si tratta dunque di fare i ‘laudatores temporis acti’ perchè certo non torneranno le Pivano, le Ginzburg, i Vittorini o i Pavese. Ma ancora oggi Einaudi ha traduttori magnifici. Penso alla Munro tradotta benissimo da Susanna Basso o a Philip Roth affidato splendidamente a Vincenzo Mantovani. E allora, che cosa ha fatto il povero Franzen per meritare questo?
Franzen’s brilliant achievement is that he creates a set of stereotypical characters and then opens the door and allows us see, in suspenseful, humorous, mesmerizing detail, their defining moments. What was once a silhouette becomes three-dimensional. The complexity becomes a dim mirror of our own complex interiority—writ large, the way we like it writ, because then we can’t help but see ourselves in it. Hvis du skal ta med deg en eneste roman på sommerferie, bør det bli Jonathan Franzens "Korrigeringer". Du kan ikke gjøre noe bedre kjøp akkurat nå. Men romanen gjør deg ikke dermed til en lykkelig konsument, mener Tom Egil Hverven. 'Met voorsprong het beste boek dat ik in jaren gelezen heb. Het enige slechte is dat het jammer genoeg na 502 pagina's ophoudt.' 'De correcties is een zeldzaamheid: een boek dat hoog inzet, stilistisch verbluft en niet kan worden weggelegd tot het is uitgelezen.' Ha come guida per lo studentePremi e riconoscimentiMenzioniElenchi di rilievo
Fiction.
Literature.
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)813.54Literature English (North America) American fiction 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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Questo perché Franzen ha scritto un corposo romanzo familiare che ci spinge a chiederci quanto l’educazione dei nostri genitori, soprattutto quella che, seppur in buonafede, era mirata a correggere comportamenti ritenuti inopportuni, possa aver influito sulle nostre vite e se sia possibile intervenire per evitarlo.
Per seicento pagine leggiamo di Gary, Chip e Denise e dei loro inutili tentativi di sfuggire alle correzioni familiari, tentativi che sfociano in autentici disastri. Neppure i genitori, Alfred ed Enid, sono da meno: anzi, è proprio il loro pessimo rapporto a gettare ombre sulla crescita dei figli.
Ho amato molto la capacità di Franzen di costruire dei personaggi così poliedrici da rendere quasi impossibile al lettore di schierarsi per l’uno o per l’altro: nel corso della storia,infatti, tutti quanti riescono a mettere in crisi l’idea che ci eravamo fatti di loro, rimescolando le carte e tratteggiando una situazione familiare piena di desideri frustrati, affetti mancati e gelosie sapientemente costruite dove i confini tra vittima e carnefice sono molto sfocati... ( )