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L'avversario (2000)

di Emmanuel Carrère

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1,0123820,420 (3.78)15
On the Saturday morning of January 9, 1993, while Jean Claude Romand was killing his wife and children, I was with mine in a parent-teacher meeting. Who could have imagined Jean Claude Romand as a murderer? He was after all a distinguished doctor at the World Health Organisation, an irreproachable husband and father and a loving son. If there was a problem, no one knew it. But there were many. Unknown to anyone Romand had no medical qualifications; he had no job and no influential contacts; and he had spent all his in-laws' money. When a relative went to break the terrible news of the murder of his wife and children to Romand's parents, they too were dead - murdered by the stranger who had been their son. A mesmerising account of the hundreds of daily lies that propelled one man's life, The Adversary is also a meditation on the mystery of identity, evil and the desperate logic by which it is easier to kill than to confess.… (altro)
Crime (11)
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Storia sconvolgente, raccontata a metà tra romanzo e reportage giornalistico. Carrère cerca di dare le sue risposte a domande inquietanti. ( )
  Claudy73 | Jan 11, 2024 |
L'avversario può condurre al doppio di se stessi e. come Stevenson insegna, l'ambivalenza è comune negli uomini.

Carrere:
"Desidero farle capire che a spingermi verso di lei non è una curiosità malsana o il gusto del sensazionale. Ai miei occhi, ciò che lei ha fatto non è il gesto di un comune criminale, né di un pazzo, ma di un uomo spinto agli estremi da forze che non controlla, e vorrei mostrare all'opera proprio queste terribili forze."

(pagina 27) ( )
  NewLibrary78 | Nov 11, 2023 |
Colpito da una vicenda che varca di parecchio i confini comunemente intesi dell’incredibile, Carrère abbandona i lavori di pura fiction per addentrarsi in una dimensione e in una psicologia tanto all’apparenza banali quanto terribili nel loro lato più nascosto. Lo scrittore si mette in scena all’inizio e alla fine, un po’ perché è narciso e in gran parte perché ritiene necessario rendere manifesto il rapporto che lo lega a ciò che narra e, soprattutto, a colui di cui narra: i dubbi dei primi tempi, la corrispondenza scambiata con l’assassino, la volontà di guardare nell’abisso per cercare in qualche modo di capire portano il ‘personaggio’ Carrère ad avere un notevole peso nel libro, a differenza, ad esempio, dell’oggettività cercata da Truman Capote in ‘A sangue freddo’. All’improvviso, a metà degli anni Novanta, Jean-Claude Romand stermina la famiglia prima di prendere la macchina e andare a uccidere i genitori: gesti inspiegabili che pochi controlli di polizia rendono subito più plausibili, visto che si scopre che egli ha mentito per tutta la vita (niente laurea in medicina, niente lavoro all’OMS di Ginevra) ed è vissuto sui soldi che i parenti incautamente gli affidano per investirli in Svizzera. Un gruzzolo ormai agli sgoccioli, anche perché drenato dalle costose spese per l’amante (non per colpa dell’amante): senza vie di fuga, Romand decide di cancellare la sua vita per ricostruirsene una in carcere in quella che si configura come un’altra fra le stranezze che lo accompagnano. L’autore indaga la vita dell’omicida sin dall’infanzia di timido bravo ragazzo che produce un giovane uomo, senza qualità e non troppo gradevole, disposto a qualsiasi cosa per venir accettato: nasce e si sviluppa così il bugiardo seriale, capace di edificare sul proprio vuoto interiore una posizione, alcune amicizie sincere e persino una famiglia a cui vuole davvero bene. E’ un lento crescendo segnato da una particolare attenzione per quelle giornate vuote in cui Jean-Claude finge di recarsi a lavorare e invece passeggia solitario nei boschi dei Grigioni oppure sta a fissare un lago di montagna dalla macchina: infine la situazione precipita, accelerata verso l’inevitabile dal rapporto extraconiugale, culminando nell’incalzante rielaborazione degli ultimi giorni (che, peraltro, per il protagonista mantengono il ritmo banale dell’intera sua esistenza). Lo scritto è basato sulla ricostruzione del passato di Romand, sulle testimonianze di amici e conoscenti nonché sul processo che Carrère segue fra il pubblico dall’inizio alla fine: la sua bravura nel coinvolgere il lettore, grazie a una lingua elegante e a un brillante dosaggio dei tempi narrativi uniti a scarti emotivi di notevole impatto, non viene mai messa in dubbio, facendo scorrere le pagine malgrado le tematiche siano quanto di più ostico si possa pensare. A dir il vero, di tanto in tanto sorge il sospetto che l’autore tenda a preferire i colpi a effetto, ma non è questo che spiega l’evidente disagio che coglie una volta finito il volume: si ha viceversa l’impressione che sia fondata l’accusa di una giornalista citata nel libro, ovvero che il manipolatore Romand abbia in qualche modo toccato anche lui come già aveva fatto con gli amici o la famiglia (parliamo di uno che per anni è riuscito a non farsi chiamare nell’ufficio che non aveva, ed è solo un esempio) e poi, una volta in carcere, con molte delle persone che entrano in contatto con lui. Non sapremo mai se dentro alla mente di Jean-Claude ci sia un avversario come mister Hyde oppure la normalità apparente sia solo l’ennesima finzione: è certo invece che, riguardando le sue azioni in retrospettiva e con lucidità, la sua capacità di convincere (irretire) il prossimo fa davvero paura. ( )
  catcarlo | Mar 3, 2017 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Emmanuel Carrèreautore primariotutte le edizionicalcolato
Marfany, MartaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato

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Titolo canonico
Titolo originale
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Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
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Epigrafe
Dedica
Incipit
La mattina del sabato 9 gennaio 1993, mentre Jean-Claude Romand uccideva sua moglie e i suoi figli, io ero a una riunione all'asilo di Gabriel, il mio figlio maggiore, insieme a tutta la famiglia. Gabriel aveva cinque anni, la stessa età di Antoine Romand. Più tardi siamo andati a pranzo dai miei genitori, e Romand dai suoi. Dopo mangiato ha ucciso anche loro. Ho trascorso da solo, nel mio studio, il pomeriggio del sabato e l'intera domenica, in genere dedicati alla vita familiare, perché stavo finendo un libro al quale lavoravo da un anno: la biografia dello scrittore di fantascienza Philip K. Dick. L'ultimo capitolo raccontava i giorni che lo scrittore aveva passato in coma prima di morire. Ho finito il martedì sera, e il mercoledì mattina ho letto il primo articolo di "Libération" sul caso Romand.
Citazioni
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Tout au long de l'instruction le juge n'a cessé de s'étonner que ces coups de fils n'aient pas été passé plus tôt, sans malice ni soupçon, simplement parce que, même quand on est "très cloisonné", travailler pendant dix ans sans que jamais votre femme ni vos amis ne vous appelle au bureau, cela n'existe pas. Il est impossible de penser à cette histoire sans se dire qu'il y a là un mystère et une explication cachée. Mais le mystère, c'est qu'il n'y a pas d'explication et que, si invraisemblable que cela paraisse, cela s'est passé ainsi.
Ultime parole
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Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
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Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

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On the Saturday morning of January 9, 1993, while Jean Claude Romand was killing his wife and children, I was with mine in a parent-teacher meeting. Who could have imagined Jean Claude Romand as a murderer? He was after all a distinguished doctor at the World Health Organisation, an irreproachable husband and father and a loving son. If there was a problem, no one knew it. But there were many. Unknown to anyone Romand had no medical qualifications; he had no job and no influential contacts; and he had spent all his in-laws' money. When a relative went to break the terrible news of the murder of his wife and children to Romand's parents, they too were dead - murdered by the stranger who had been their son. A mesmerising account of the hundreds of daily lies that propelled one man's life, The Adversary is also a meditation on the mystery of identity, evil and the desperate logic by which it is easier to kill than to confess.

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