Un libro ignorato per anni e portato alle stampe in Italia dall’editore Feltrinelli, quello di una volta; la preziosa prefazione di Andrè Gidè, aiuta a comprendere la capacità di innovazione di un libro scritto nel 1824 che anticipa, nei toni e nei contenuti, diversi generi della letteratura che si sarebbero sviluppati nei decenni successivi. Il carattere sicuramente gotico del racconto si può ritrovare, successivamente, nei racconti di Poe, come l’impostazione calvinista sulla predestinazione dei destini degli uomini e del tutto estranea alla cultura religiosa dell’epoca che trova la massima esaltazione nel romanticismo. E’ un libro scozzese, dice Gidè, perché scozzesi sono i costumi, i caratteri, gli ambienti, le montagne dove si sviluppa la storia di due fratelli divisi dalla nascita e da un odio che verrà alimentato dal diavolo stesso. In realtà la conclusione del libro è eccessivamente facile, facendo perdere all’intero lavoro il carattere di omogeneità necessario a trasformare questo esperimento letterario in un testo di, vera, letteratura. ( )