Pagina principaleGruppiConversazioniAltroStatistiche
Cerca nel Sito
Questo sito utilizza i cookies per fornire i nostri servizi, per migliorare le prestazioni, per analisi, e (per gli utenti che accedono senza fare login) per la pubblicità. Usando LibraryThing confermi di aver letto e capito le nostre condizioni di servizio e la politica sulla privacy. Il tuo uso del sito e dei servizi è soggetto a tali politiche e condizioni.

Risultati da Google Ricerca Libri

Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.

Sto caricando le informazioni...

Un anno sull'altipiano (1938)

di Emilio Lussu

Altri autori: Vedi la sezione altri autori.

UtentiRecensioniPopolaritàMedia votiCitazioni
3351577,464 (4.21)2
A rediscovered Italian masterpiece chronicling the author's experience as an infantryman, newly translated and reissued to commemorate the centennial of World War I. Taking its place alongside works by Ernst JYnger, Robert Graves, and Erich Maria Remarque, Emilio Lussu's memoir is one of the most affecting accounts to come out of the First World War. A classic in Italy but virtually unknown in the English-speaking world, it reveals, in spare and detached prose, the almost farcical side of the war as seen by a Sardinian officer fighting the Austrian army on the Asiago plateau in northeastern Italy, the alpine front so poignantly evoked by Ernest Hemingway in A Farewell to Arms. For Lussu, June 1916 to July 1917 was a year of continuous assaults on impregnable trenches, absurd missions concocted by commanders full of patriotic rhetoric and vanity but lacking in tactical skill, and episodes often tragic and sometimes grotesque, where the incompetence of his own side was as dangerous as the attacks waged by the enemy. A rare firsthand account of the Italian front, Lussu's memoir succeeds in staging a fierce indictment of the futility of war in a dry, often ironic style that sets his tale wholly apart from the Western Front of Remarque and adds an astonishingly modern voice to the literature of the Great War.… (altro)
Sto caricando le informazioni...

Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro.

Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro.

» Vedi le 2 citazioni

A volte leggo libri che non mi ispirano per nulla: Un anno sull'Altipiano rientra tra questi. A volte mi pento di non aver dato ascolto al mio fiuto di lettrice, mentre altre sono contenta di aver fatto il bastian contrario di me stessa, e con Un anno sull'Altipiano è andata proprio così.

Un anno sull'Altipiano è una cronaca autobiografica di ciò che è accaduto a Emilio Lussu sull'Altipiano di Asiago durante la Prima Guerra Mondiale, tra il giugno 1916 e il luglio 1917. Più volte nel corso del romanzo Lussu ci ricorda che sta riportando cosa è accaduto di notabile e che preferisce tacere invece di riempirci di vuote parole.

È difficile trovare buoni romanzi sulla guerra: troppo spesso sono esagerati con un sacco di dramma che vuole genericamente convincerti che la guerra è brutta e che tutt* dovremmo promuovere la pace. Sì, bene, clap, clap, peccato che queste sparate non rendano affatto l'idea (sempre che ci si possa fare un'idea di una situazione così estrema come la guerra).

Lussu invece racconta semplicemente dei fatti, senza enfatizzarli, perché è già tutto insensato, squallido e folle senza bisogno di rimarcare il concetto. Quindi Lussu ci racconta di uomini disperati che vanno avanti ad alcol e cioccolato, di ufficiali che hanno smarrito la loro lucidità e razionalità e di quanto sia difficile mantenere la propria umanità, ma di come questa ti colga all'improvviso, lasciandoti senza fiato.

Due parole infine per Avellini, protagonista di uno dei momenti più drammatici dell'intero romanzo. È una di quelle scene che vi si ficcano in testa e rimangono lì, a esemplificare un intero romanzo e un'intera catastrofe – quella della guerra.

Non è vero che l'istinto di conservazione sia una legge assoluta della vita. Vi sono dei momenti, in cui la vita pesa più dell'attesa della morte. ( )
  lasiepedimore | Sep 21, 2023 |
853.912 LUS
  ScarpaOderzo | Apr 13, 2020 |
853.912 LUS
  ScarpaOderzo | Apr 13, 2020 |
853.912 LUS
  ScarpaOderzo | Apr 13, 2020 |
critto nel 1936, apparso per la prima volta in Francia nel 1938 e poi da Einaudi nel 1945, questo libro è ancora oggi una delle maggiori opere che la nostra letteratura possegga sulla Grande Guerra. L’Altipiano è quello di Asiago, l’anno dal giugno 1916 al luglio 1917. Un periodo di continui assalti a trincee inespugnabili, di battaglie assurde volute da comandanti imbevuti di retorica patriottica e di vanità, di episodi spesso tragici e talvolta grotteschi, attraverso i quali la guerra viene rivelata nella sua dura realtà di «ozio e sangue», di «fango e cognac». Con uno stile asciutto e a tratti ironico Lussu mette in scena una spietata requisitoria contro l’orrore della guerra senza toni polemici, descrivendo con forza e autenticità i sentimenti dei soldati, i loro drammi, gli errori e le disumanità che avrebbero portato alla disfatta di Caporetto.
  kikka62 | Mar 18, 2020 |
nessuna recensione | aggiungi una recensione

» Aggiungi altri autori (13 potenziali)

Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Emilio Lussuautore primariotutte le edizionicalcolato
Gatterer, ClausTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Rawson, MarionTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Devi effettuare l'accesso per contribuire alle Informazioni generali.
Per maggiori spiegazioni, vedi la pagina di aiuto delle informazioni generali.
Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
Luoghi significativi
Eventi significativi
Film correlati
Epigrafe
Dedica
Incipit
Alla fine maggio 1916, la mia brigata, reggimnti 399 e 400, stava ancora sul Carso.
Citazioni
Il lettore non troverà, in questo libro, né il romanzo, né la storia. Sono ricordi personali, riordinati alla meglio e limitati ad un anno, fra i quattro di guerra ai quali ho preso parte. Io non ho raccontato che quello che ho visto e mi ha maggiormente colpito. Non alla fantasia ho fatto appello, ma alla mia memoria; e i miei compagni d’arme, anche attraverso qualche nome trasformato, riconosceranno facilmente uomini e fatti. Io mi sono spogliato anche della mia esperienza successiva e ho rievocato la guerra così come noi l’abbiamo realmente vissuta, con le idee e i sentimenti d’allora. Non si tratta quindi di un lavoro a tesi: esso vuole essere solo una testimonianza italiana della grande guerra. Non esistono, in Italia, come in Francia, in Germania o in Inghilterra, libri sulla guerra. E anche questo non sarebbe stato mai scritto, senza un periodo di riposo forzato.
Clavadel-Davos
Ultime parole
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
Lingua originale
DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese

Nessuno

A rediscovered Italian masterpiece chronicling the author's experience as an infantryman, newly translated and reissued to commemorate the centennial of World War I. Taking its place alongside works by Ernst JYnger, Robert Graves, and Erich Maria Remarque, Emilio Lussu's memoir is one of the most affecting accounts to come out of the First World War. A classic in Italy but virtually unknown in the English-speaking world, it reveals, in spare and detached prose, the almost farcical side of the war as seen by a Sardinian officer fighting the Austrian army on the Asiago plateau in northeastern Italy, the alpine front so poignantly evoked by Ernest Hemingway in A Farewell to Arms. For Lussu, June 1916 to July 1917 was a year of continuous assaults on impregnable trenches, absurd missions concocted by commanders full of patriotic rhetoric and vanity but lacking in tactical skill, and episodes often tragic and sometimes grotesque, where the incompetence of his own side was as dangerous as the attacks waged by the enemy. A rare firsthand account of the Italian front, Lussu's memoir succeeds in staging a fierce indictment of the futility of war in a dry, often ironic style that sets his tale wholly apart from the Western Front of Remarque and adds an astonishingly modern voice to the literature of the Great War.

Non sono state trovate descrizioni di biblioteche

Descrizione del libro
Scritto nel 1936, apparso per la prima volta in Francia nel '38 e poi da Einaudi nel 1945, questo libro è ancora oggi una delle maggiori opere che la nostra letteratura possegga sulla Grande Guerra. L'Altipiano è quello di Asiago, l'anno dal giugno 1916 al luglio 1917. Un anno di continui assalti a trincee inespugnabili, di battaglie assurde volute da comandanti imbevuti di retorica patriottica e di vanità, di episodi spesso tragici e talvolta grotteschi, attraverso i quali la guerra viene rivelata nella sua dura realtà di "ozio e sangue", di "fango e cognac". Con uno stile asciutto e a tratti ironico Lussu mette in scena una spietata requisitoria contro l'orrore della guerra senza toni polemici, descrivendo con forza e autenticità i sentimenti dei soldati, i loro drammi, gli errori e le disumanità che avrebbero portato alla disfatta di Caporetto.
Riassunto haiku

Discussioni correnti

Nessuno

Copertine popolari

Link rapidi

Voto

Media: (4.21)
0.5
1
1.5
2
2.5
3 7
3.5 2
4 28
4.5 3
5 19

Sei tu?

Diventa un autore di LibraryThing.

 

A proposito di | Contatto | LibraryThing.com | Privacy/Condizioni d'uso | Guida/FAQ | Blog | Negozio | APIs | TinyCat | Biblioteche di personaggi celebri | Recensori in anteprima | Informazioni generali | 204,802,457 libri! | Barra superiore: Sempre visibile