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Out: A Thriller di Natsuo Kirino
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Out: A Thriller (originale 1997; edizione 2005)

di Natsuo Kirino (Autore)

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3,2951283,985 (3.88)214
La pazienza di Yaoyoi, della dolce e graziosa Yaoyoi, si ©· rotta oggi improvvisamente come un filo. Nell'ingresso di casa, davanti alla faccia insopportabilmente insolente di Kenji, il marito che ha dilapidato tutti i suoi risparmi, Yaoyoi si ©· tolta la cinghia dei pantaloni e l'ha stretta intorno al collo del disgraziato. Kenji ha tentato di afferrare la cintura, ma non ne ha avuto il tempo. La cinghia gli ©· penetrata subito nella carne. © stato buffo vedere come il collo di Kenji si sia piegato all'indietro e le mani abbiano cominciato ad annaspare disperatamente nell'aria. S©Ơ, buffo, veramente buffo, poich©♭ un uomo cos©Ơ, un infelice che beve e gioca, non si cura dei figli, ©· attratto da donne impossibili e picchia la moglie, non meritava certo di vivere! Le gambe abbandonate storte sul pavimento di cemento dell'ingresso, accasciato sulla soglia, la testa tutta girata, Kenji, a un certo punto, non si ©· mosso pi©£. Yaoyoi gli ha messo allora una mano sul collo per sentire le pulsazioni. Niente. Sul davanti dei pantaloni ha visto una macchia bagnata. E ha riso, stupefatta della forza furiosa, della crudelt© di cui era stata capace. Ha riso anche quando Masako e Yoshie, le fedeli amiche, l'hanno aiutata trasportando il cadavere a casa di Masako, tagliandolo a pezzetti e gettando poi i resti in vari bidoni d'immondizia.… (altro)
Utente:burritapal
Titolo:Out: A Thriller
Autori:Natsuo Kirino (Autore)
Info:Vintage (2005), Edition: Reprint, 416 pages
Collezioni:La tua biblioteca, In lettura
Voto:****
Etichette:Nessuno

Informazioni sull'opera

Le quattro casalinghe di Tokyo di Natsuo Kirino (1997)

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Il titolo italiano non è assolutamente evocativo quanto l'originale, un semplicissimo, tagliente "Out" (Fuori). L'autrice ci ricorda che, per quanto ci piaccia dire che i loro treni sono sempre in orario, i Giapponesi sono ben lontani dall'essere quel popolo "avanti" che ci piace immaginiamo, ma che anche loro hanno le loro rogne (e comunque alcune cose mi erano passate sopra la testa finché un'amica che il paese lo conosce bene mi ha chiarito alcune cose).

Le quattro protagoniste sono donne prigioniere del maschilismo e delle aspettative della loro società, di famiglie che dopo un po' sono diventate un peso e non un sostegno. Il loro lavoro è monotono, garantisce una scarsa remunerazione e ancora meno soddisfazioni.

La storia è avvincente, repellente e affascinante insieme. Tuttavia, ci ho messo un po' a scrivere questo commento perché continuo a non aver capito il finale.

Cioè, credo di aver capito cosa volesse dire l'autrice, con questo finale, ma mi è sembrato più un modo di dire qualcosa, appunto, che un'evoluzione naturale della storia soprattutto vista la sadica calma con cui ci si è soffermata, ripetendola dal punto di visto di entrambi i personaggi.

Il Club del Libro / DRS
Libro del mese Luglio 2020 ( )
  JaqJaq | Jan 7, 2022 |
Chiunque può compiere un gesto considerato immorale e criminale? E se sì, una volta che il dado è tratto cosa resta della persona che si credeva di essere? Comincia un viaggio in compagnia di nuovi lati di sé, in una terra straniera - Out come dice il titolo originale - alla ricerca di ciò che si desidera, sia denaro o rivalsa o solo una via d'uscita da una vita che sfugge di mano ogni giorno di più. Il prezzo da pagare però è alto...

Strano romanzo, mi ha lasciato addosso una sensazione di inquietudine e disagio. Ho apprezzato la descrizione impietosa di alcuni aspetti della società giapponese, come la condizione della donna e il razzismo nei confronti dei gaijin. ( )
  Amarillide | Mar 31, 2013 |
che libro strano. non riesco nemmeno a capire se mi è piaciuto o meno. il finale, poi, è totalmente inaspettato. così diverso dai romanzi della Yoshimoto, che hanno rappresentato finora la mia unica esperienza con la letteratura giapponese.
4 donne, colleghe di lavoro nel turno di notte in una fabbrica, unite da un rapporto che è meno dell'amicizia e forse soltanto la convenienza di lavorare fianco a fianco, secondo una tacita suddivisione dei compiti, secondo i loro gradimenti, si torvano a vivere un noir in piena regola quando una di loro ammazza il marito e le altre, dapprima una, poi via via tutte quante, si trovano coinvolte nell'eliminazione del cadavere in un milieu che lambisce la malavita giapponese e i suoi loschi affari.
ho sempre pensato che i giapponesi facessero una vita triste e assurda (il fratello di mia nonna ci ha vissuto per 50 anni, dal 1950 fino a quando è morto e ce ne raccontava di cose!), e la quotidianità delle vite delle 4 protagoniste, secondo me, lo dimostra appieno.
una società ingabbiata nei doveri e negli obblighi (solo le ultime generazioni vanno un po' perdendo questo ancestrale senso del dovere a vantaggio dell'egoismo del possesso e del divertimento a tutti i costi) e nelle apparenze. per le più mature le apparenze sono "quel che dirà la gente", per le più giovani e senza radici (Kuniko) sono l'aspetto esteriore, gli accessori alla moda, possibilmente firmati. come gli sciami di turiste che vedo scorrere nelle vie dei negozi più esclusivi della mia città: pronte a spendere una fortuna magari per un bottone, ma che sia griffato.
Kuniko è proprio il personaggio che mi pare più infelice e triste: non ha nulla se non i debiti, neppure i sentimenti o le riflessioni che invece accompagnano la vita delle altre.
Yoshie, scolpita nella pietra, annichilita, schiacciata, annullata... una donna che non è nemmeno più una persona ma una macchina.
Yayoi è debole e incosistente: ex bambolina graziosa e di grandi speranze, ingannata da un uomo che, una volta avutala, la trascura come una vecchia ciabatta, la lascia a sbrigarsela da sola, intrappolata nella famigliola-scatola mentre lui si perde nei vizi. l'unica dimostrazione di carattere lei la mette in atto proprio uccidendolo.
e da qui parte la vicenda surreale.
Masako è una forza della natura: sarebbe l'unica di loro che non dovrebbe avere problemi, se non l'incomunicabilità in famiglia, ma anche lei si infogna in una vita triste e serrata perché ha qualcosa dentro che la rode: l'orgoglio ferito. l'averci provato, non tanto ad emergere, ma ad essere considerata per il suo valore, in una società meritrocratica ma maschilita e l'esserne uscita isolata e sconfitta come lavoratrice e come donna. anche lei non è più una donna, è un robot, un meccanismo perfetto, senza sbavature o esitazioni. ma la macchia nera che si porta dentro le ha mangiato tutta l'anima, tanto da farla quasi scivolare nel precipizio finale.
il vero personaggio romanzesco secondo me è Satake: cattivo quasi redento, con l'autocontrollo ferreo riesce a tenere a bada i fantasmi (very very splatter!!!) del suo passato, ma l'essere accusato a torto del delitto lo smaschera davanti al mondo che si è costruito, trasformandolo in un vendicatore.
triste anche la vicenda del brasiliano, immigrato di ritorno emarginato e non accettato e portatore di una sensibilità diversa dal freddo gelo che pervade gli altri.
  ShanaPat | Jul 29, 2012 |
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Nome dell'autoreRuoloTipo di autoreOpera?Stato
Kirino, Natsuoautore primariotutte le edizioniconfermato
Collard, DylanFotografoautore secondarioalcune edizioniconfermato
Ligterink, YolandeTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Origlia, LydiaTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Snyder, StephenTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Vargö, LarsTraduttoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
Zeller, Emily WooNarratoreautore secondarioalcune edizioniconfermato
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Titolo canonico
Titolo originale
Titoli alternativi
Data della prima edizione
Personaggi
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Eventi significativi
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Epigrafe
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"The way to despair is to refuse
to have any kind of experience...."

—Flannery O'Connor
Dedica
Incipit
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She got to the parking lot earlier than usual. The thick, damp July darkness engulfed her as she stepped out of the car.
Citazioni
Ultime parole
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(Click per vedere. Attenzione: può contenere anticipazioni.)
Nota di disambiguazione
Redattore editoriale
Elogi
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Lingua originale
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DDC/MDS Canonico
LCC canonico

Risorse esterne che parlano di questo libro

Wikipedia in inglese (2)

La pazienza di Yaoyoi, della dolce e graziosa Yaoyoi, si ©· rotta oggi improvvisamente come un filo. Nell'ingresso di casa, davanti alla faccia insopportabilmente insolente di Kenji, il marito che ha dilapidato tutti i suoi risparmi, Yaoyoi si ©· tolta la cinghia dei pantaloni e l'ha stretta intorno al collo del disgraziato. Kenji ha tentato di afferrare la cintura, ma non ne ha avuto il tempo. La cinghia gli ©· penetrata subito nella carne. © stato buffo vedere come il collo di Kenji si sia piegato all'indietro e le mani abbiano cominciato ad annaspare disperatamente nell'aria. S©Ơ, buffo, veramente buffo, poich©♭ un uomo cos©Ơ, un infelice che beve e gioca, non si cura dei figli, ©· attratto da donne impossibili e picchia la moglie, non meritava certo di vivere! Le gambe abbandonate storte sul pavimento di cemento dell'ingresso, accasciato sulla soglia, la testa tutta girata, Kenji, a un certo punto, non si ©· mosso pi©£. Yaoyoi gli ha messo allora una mano sul collo per sentire le pulsazioni. Niente. Sul davanti dei pantaloni ha visto una macchia bagnata. E ha riso, stupefatta della forza furiosa, della crudelt© di cui era stata capace. Ha riso anche quando Masako e Yoshie, le fedeli amiche, l'hanno aiutata trasportando il cadavere a casa di Masako, tagliandolo a pezzetti e gettando poi i resti in vari bidoni d'immondizia.

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