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L' arcitaliano: vita di Curzio Malaparte

di Giordano Bruno Guerri

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La biografia di Giordano Bruno Guerri scioglie i dubbi: sarà saggio, nel tempo, dimenticare la vicenda politica di un intellettuale nato repubblicano, cresciuto fascista – e radicalmente fascista -, sopravvissuto a una prima infatuazione per il comunismo, caduto due volte in disgrazia durante il regime e per questo confinato (ma: a Lipari, Ischia e Forte dei Marmi...), tentato da un'improbabile e fastidiosa adesione al PCI, riuscita soltanto quand'era in fin di vita, con dubbio tempismo e opportunismo da entrambe le parti.
Il Malaparte di Guerri è un uomo che ama straordinariamente la vita e teme molto la morte, a dispetto della sua esperienza al fronte (Prima Guerra Mondiale); è un bell'uomo che non si concede volentieri alle donne, e quando ciò succede sembra facilmente capace di crudeltà, e per questo si ritrova sulla coscienza una suicida e una suicida mancata, per amore di lui; è uno scrittore che ha avuto grossi capitomboli e qualche momento straordinariamente fortunato, un giornalista magnifico – anche e forse soprattutto nelle invenzioni – amico della Fallaci giovane e nemico storico di Montanelli; un letterato che ha rapporti ambigui coi letterati che più apprezza, da D'Annunzio a Cardarelli a Moravia, giocando periodicamente a stuzzicarli e provocarli, probabilmente per un limpido complesso di inferiorità. Politicamente ha un merito: aver denunciato il nazismo, e i mali e i difetti di Hitler, già nel 1930, pubblicamente e senza perifrasi (p. 137). Mussolini, invece, viene considerato il trasformista per antonomasia, come nel “Don Camaleo”, romanzo fantapolitico apparso nel 1928 in un'edizione edulcorata, mascherata e ridotta, infine riedito nel 1946 in versione rivista, ampliata e finalmente schietta. ( )
  BiblioLorenzoLodi | Aug 8, 2012 |
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