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The Prose Edda is the most renowned of all works of Scandinavian literature and our most extensive source for Norse mythology. Written in Iceland a century after the close of the Viking Age, it tells ancient stories of the Norse creation epic and recounts the battles that follow as gods, giants, dwarves and elves struggle for survival. It also preserves the oral memory of heroes, warrior kings and queens. In clear prose interspersed with powerful verse, the Edda provides unparalleled insight into the gods' tragic realization that the future holds one final cataclysmic battle, Ragnarok, when the world will be destroyed. These tales from the pagan era have proved to be among the most influential of all myths and legends, inspiring modern works as diverse as Wagner's Ring Cycle and Tolkien's The Lord of the Rings.… (altro)
Per me Edda è stato un tuffo nel passato, quando leggevo tonnellate di miti: soprattutto greci e latini, ma non disdegnavo tuffi in quella egiziana, nordica, cinese, e via dicendo.
L’opera in prosa di Snorri Sturluson si presenta come un manuale per scrivere e capire la poesia, soprattutto le kenningar, perifrasi che spesso facevano riferimenti al mito, rendendone necessaria la conoscenza per la comprensione (e la composizione) dei testi. Questa edizione Adelphi contiene il Gylfaginning e gli Skáldskaparmál, ma non il Formáli, il prologo, (del quale però viene inserito il primo capitolo in nota) e Háttatal, dove l’autore si occupava di metrica.
Il Gylfaginning, “L’inganno di Gylfi”, racconta diversi miti incentrati sulla cosmogonia e le divinità principali: probabilmente non è male avere qualche conoscenza pregressa di mitologia nordica prima di affrontare la lettura dell’Edda di Snorri, visto che non si tratta proprio di un racconto lineare, ma di un botta e risposta tra Re Gylfi e Hár, Iafnhár e Thridhi.
Gli Skáldskaparmál, “Il linguaggio poetico”, si concentrano, come dicevo testé, sulle kenningar e si preoccupano di dare loro un senso raccontando i miti ai quali si riferiscono. In questa parte, si racconta anche il mito di un certo anello che sarebbe stato la rovina di chiunque l’avesse posseduto: di certo farà la gioia dei fan di Tolkien, che riconosceranno parecchie similitudini con l’opera del professore. ( )
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I wish to dedicate this volume to Franz Bäuml, Albert Lord, Richard Tomasson and Eugen Weber, teachers from whom I learned.
Incipit
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In the beginning, before the heaven and the earth and the sea were created, the great abyss Ginungagap was without form and void, and the spirit of Fimbultyr moved upon the face of the deep, until the ice-cold rivers, the Elivogs, flowing from Niflheim, came in contact with the dazzling flames from Muspelheim. This was before Chaos.
Citazioni
Ultime parole
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“Grind salt both fast and well,” said the captain. The mill began to grind salt, and that with all its might. When the captain had gotten the ship full he wanted to stop the mill; but no matter how he worked, and no matter how he handled it, the mill kept grinding as fast as ever, and the heap of salt kept growing larger and larger, and at last the ship sank. The mill stands on the bottom of the sea grinding this very day, and so it comes that the sea is salt.
The Prose Edda is the most renowned of all works of Scandinavian literature and our most extensive source for Norse mythology. Written in Iceland a century after the close of the Viking Age, it tells ancient stories of the Norse creation epic and recounts the battles that follow as gods, giants, dwarves and elves struggle for survival. It also preserves the oral memory of heroes, warrior kings and queens. In clear prose interspersed with powerful verse, the Edda provides unparalleled insight into the gods' tragic realization that the future holds one final cataclysmic battle, Ragnarok, when the world will be destroyed. These tales from the pagan era have proved to be among the most influential of all myths and legends, inspiring modern works as diverse as Wagner's Ring Cycle and Tolkien's The Lord of the Rings.
L’opera in prosa di Snorri Sturluson si presenta come un manuale per scrivere e capire la poesia, soprattutto le kenningar, perifrasi che spesso facevano riferimenti al mito, rendendone necessaria la conoscenza per la comprensione (e la composizione) dei testi. Questa edizione Adelphi contiene il Gylfaginning e gli Skáldskaparmál, ma non il Formáli, il prologo, (del quale però viene inserito il primo capitolo in nota) e Háttatal, dove l’autore si occupava di metrica.
Il Gylfaginning, “L’inganno di Gylfi”, racconta diversi miti incentrati sulla cosmogonia e le divinità principali: probabilmente non è male avere qualche conoscenza pregressa di mitologia nordica prima di affrontare la lettura dell’Edda di Snorri, visto che non si tratta proprio di un racconto lineare, ma di un botta e risposta tra Re Gylfi e Hár, Iafnhár e Thridhi.
Gli Skáldskaparmál, “Il linguaggio poetico”, si concentrano, come dicevo testé, sulle kenningar e si preoccupano di dare loro un senso raccontando i miti ai quali si riferiscono. In questa parte, si racconta anche il mito di un certo anello che sarebbe stato la rovina di chiunque l’avesse posseduto: di certo farà la gioia dei fan di Tolkien, che riconosceranno parecchie similitudini con l’opera del professore. ( )