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I vampiri, in letteratura, sono tornati di moda: lo dimostra il successo della saga di "Twilight", che affascina migliaia di ragazzi. Ecco perché vale la pena di riscoprire l'originale, il prototipo di tutta la serie, (ri)leggendo questo romanzo breve di Polidori (il segretario di Byron) che all'epoca della sua pubblicazione, nel 1820 ca., ottenne un successo incredibile in tutta Europa. Il vampiro di Polidori è un vero eroe romantico, più del suo antagonista nel romanzo, Aubrey: genio del male, trascina inevitabilmente nella rovina e nella perdizione chiunque entri nel suo giro. Ma c'è soprattutto una caratteristica importante in questo padre di ogni vampiro successivo, che in seguito si è persa: la vena erotica della sua ricerca. Lord Ruthven è un seduttore e non è interessato agli uomini, le sue vittime sono o giovani fanciulle ancora innocenti oppure dame della società che, prima di ridursi in lussuriose adultere in seguito al suo incontro, eran stimate per la loro morigeratezza. Insomma, c'è nel vampiro di Polidori un appetito per la corruzione dell'innocenza e per la distruzione della virtù che ne fa un personaggio sensuale e affascinante, un perfetto esponente del lato gotico del romanticismo. Il bene, contro di lui, non può nulla e non è previsto un lieto fine. ( )