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Sto caricando le informazioni... Il resto di nientedi Enzo Striano
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Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. Immenso Non mi viene altro da dire, la storia della troppo breve repubblica napoletana è ben raccontata e spiegata, l'intimismo che si raggiunge con la protagonista è commovente ma il massimo si raggiunge con le dettagliate descrizioni dei vicoli di Napoli e della popolazione in una atmosfera quasi surreale. Enzo Striano ci offre uno straordinario spaccato della Napoli fine 1700 in un contesto storico già trascurato e troppo presto dimenticato... Eccezionale romanzo storico che ci riporta di prepotenza ai tempi dell'estemporanea repubblica napoletana del 1799, ispirata dagli ideali della rivoluzione francese. La protagonista è Eleonora Pimentel de Fonseca, poetessa e una delle prime giornaliste europee di sesso femminile. La narrazione, colorita anche da espressioni dialettali, scorre bene ed evoca vividamente la Napoli dell'epoca. A mio avviso è un romanzo da non perdere! Grandissimo, l'ho amato tanto che l'ho prestato, perso e ricomprato. Letto e riletto. Due cose enormi: in primo luogo l'innamoramento di un autore bravo per un personaggio eccezionale, con conseguenze sull'uno e sull'altra. In secondo luogo questo romanzo secondo me va letto tenendo presente "l'Armonia perduta" di Raffaele La Capria, e magari anche le cronache dell'epoca (i nudi elenchi dei giustiziati) sul massacro del fiore della cultura e della nobiltà napoletana. Si comprende davvero molto sulle sorti successive del meridione d'Italia. nessuna recensione | aggiungi una recensione
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Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)853.914Literature Italian Italian fiction 1900- 20th Century 1945-1999Classificazione LCVotoMedia:
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Dopo la descrizione del periglioso viaggio attraverso le paludi pontine, la trama si dipana intorno all'adolescenza e maturità di Lenòr: a Napoli cresce e - soprattutto dopo la triste vicenda coniugale, che la porta al divorzio dal rude marito Tria dopo la morte del figlio - viene a contatto con gli intellettuali partenopei dell'epoca.
Già ostile alle pratiche superstiziose della plebe, ma anche interessata alle possibilità di una sua educazione pubblica e civile, respira l'aria rivoluzionaria che avrebbe portato al rovesciamento del governo di Ferdinando IV e all'instaurazione della Repubblica Napoletana nel 1799, della quale è sostenitrice anche attraverso la direzione del giornale Monitore Napoletano.
Contro la Repubblica, sostenuta inizialmente dalle truppe del generale francese Jean Étienne Championnet, interviene l'Esercito della Santa Fede, agli ordini del cardinale Fabrizio Ruffo. La sconfitta dei rivoluzionari viene seguita dalla restaurazione del potere borbonico e dalle condanne a morte per i sostenitori della Repubblica. Tra di essi vi è anche Lenór, giustiziata in piazza del Mercato il 20 agosto del 1799; la decapitazione, privilegio nobiliare, le viene negata, nonostante il Regno avesse riconosciuto da anni i titoli nobiliari della famiglia portoghese da cui discendeva.