Scelto molto per caso, un libro di Annamaria, carino il suo commento, probabilmente quando lo ha letto, credo avesse più o meno l’età di Federica: “non sempre però, la si può vedere E allora?! Che fare per evitare di vivere, senza non capirei”. Una prima riflessione, obbligatoria, è sul senso della lettura, sul fermarsi nel confronto, certo a distanza, con l’autore, dovrebbe essere un esercizio obbligatorio, il commento dell’amore mio lascia un segno, di un età, di un momento, unico, una lettura ad un dato momento di un dato libro. Nulla è ripetibile. E passiamo al mio commento su questo libro. Lajolo era un parlamentare de Pci ex direttore dell’Unità. Racconta con la dovizia di un cronista del suo infarto, descrivendo il decorso della malattia e della convalescenza e ripercorrendo i momenti salienti della propria vita. Manicheo come tutti i compagni, basti vedere la descrizione che fa di Mao, riesce, comunque, talvolta a mettersi in discussione. Ne esce uno spaccato dell’Italia del secondo dopoguerra interessante e scritto in maniera intelligente. Nulla di più, ma anche la cronaca dell’infarto alla fine diventa gradevole da leggere. ( )