Fai clic su di un'immagine per andare a Google Ricerca Libri.
Sto caricando le informazioni... Playing the Enemy: Nelson Mandela and the Game that Made a Nation (edizione 2008)di John Carlin (Autore)
Informazioni sull'operaAma il tuo nemico di John Carlin
Books about sports (15) Sto caricando le informazioni...
Iscriviti per consentire a LibraryThing di scoprire se ti piacerà questo libro. Attualmente non vi sono conversazioni su questo libro. nessuna recensione | aggiungi una recensione
Premi e riconoscimentiElenchi di rilievo
In 1985, Nelson Mandela, then in prison for 23 years, set about winning over the fiercest proponents of apartheid, from his jailers to the head of South Africa's military. First he earned his freedom and then he won the presidency in the nation's first free election in 1994. But he knew that South Africa was still dangerously divided. If he couldn't unite his country in a visceral, emotional way--and fast--it would collapse into chaos. He would need all the charisma and strategic acumen he had honed during half a century of activism, and he'd need a cause all South Africans could share. Mandela picked one of the more farfetched causes imaginable--the national rugby team, the Springboks, who would host the sport's World Cup in 1995. Author Carlin, former South Africa bureau chief for the London Independent, offers a portrait of the greatest statesman of our time in action.--From publisher description. Non sono state trovate descrizioni di biblioteche |
Discussioni correntiNessunoCopertine popolari
Google Books — Sto caricando le informazioni... GeneriSistema Decimale Melvil (DDC)968.065History and Geography Africa South Africa and southern Africa 1961-Classificazione LCVotoMedia:
Sei tu?Diventa un autore di LibraryThing. |
John Carlin, giornalista e corrispondente in Sudafrica dal 1989 al 1995, inizia a narrare la storia fin dagli anni del carcere per Mandela e dall’inizio delle trattative segrete con il governo. È un momento cruciale perché proprio in carcere Mandela affinerà le sue capacità di persuasione e comprenderà quanto potesse essere cruciale il rugby per il Sudafrica.
È davvero una storia pazzesca: se si fosse trattato della trama di un romanzo, l’avrei di certo definita irrealistica, perché è un esempio di come talvolta la realtà superi la finzione. Diventato presidente, Mandela si è trovato seduto su una polveriera: c’erano gruppi di bianchi e gruppi di neri pronti a far esplodere la guerra civile, per le più svariate ragioni, e tutto il Paese si aspettava un qualche disastro.
In effetti, ci sono andati vicini più di una volta: eppure quest’uomo meraviglioso è riuscito a sventare ogni minaccia di violenza, riuscendo a inglobare nella sua visione di un Sudafrica unito e pacificato anche il bianco più razzista e il nero più arrabbiato. Leggendo le testimonianze di chi fu protagonista insieme a lui di quei giorni, si percepisce proprio lo sbalordimento suscitato dalle parole e dall’atteggiamento di Mandela, e la quasi inevitabilità di seguirlo nel suo progetto, indipendentemente da quali fossero le loro idee di partenza. Mi è venuto da pensare che, se Mandela avesse incontrato Hitler, quest’ultimo avrebbe finito per andare di persona a liberare i prigionieri nei campi di sterminio e a chiedere loro scusa!
L’idea di usare il rugby per pacificare e unire la nazione, poi, è geniale e, per quando il libro di Carlin mi abbia fatto capire perché questo sport fosse così visceralmente importante per i sudafricani, resto convinta che solo una mente brillante avrebbe potuto partorirla.
Un po’ noioso in alcuni punti, dovuto probabilmente al taglio molto giornalistico del libro, non posso fare a meno di consigliare la lettura di Ama il tuo nemico a chiunque: è una storia talmente bella e luminosa da sembrare una fiaba a lieto fine, e di questi tempi abbiamo proprio bisogno di positività. ( )